Il cantiere per la realizzazione del
nuovo autoporto di Susa, in provincia di Torino, è stato avviato. È parte delle opere accessorie alla realizzazione della Tav Torino-Lione. È contemplata dal progetto approvato dal Cipe e impegnerà una cifra complessiva di
47 milioni di euro.
Il progetto è in carico a
Sitaf, società che ha in gestione l’A32 Torino-Bardonecchia, per conto di
Telt, società italo-francese incaricata di realizzare la grande opera. Sostituirà l’attuale autoporto, insistente sull’area che ospiterà
lo sbocco italiano del tunnel di base tra Saint-Jean-de-Maurienne e Susa. Lo stesso lotto dovrebbe ospitare anche la
nuova stazione internazionale di Susa, vinta a concorso da Kengo Kuma ma spesso
messa in discussione.
Truck station, area di servizio e posto di controllo
Il nuovo autoporto sorgerà a cavallo
tra i comuni di San Didero e Bruzolo, distanti circa dieci chilometri da Susa. Realizzerà
un’area di sosta di circa 68.000 mq collocata tra l’autostrada A32 e la Strada Statale 25. Comprenderà una
truck station, destinata a mezzi pesanti e camper e dotata di allacci elettrici, un’
area di servizio e un
posto di controllo centralizzato.
Garantirà un’area di sosta e sicurezza prima della salita verso le montagne e a servizio del traforo del Fréjus. Qui potranno essere dirottati i mezzi, soprattutto pesanti, in caso di non infrequenti eventi atmosferici che rendano difficile il transito in autostrada o incidenti all’interno del traforo.
Attenta alle odierne richieste di
riduzione dell’impatto ambientale, poserà una pavimentazione di
asfalto fotocatalitico a base di biossido di titanio che trasformerà parte degli agenti inquinanti in sostanze meno nocive. Prevede anche il posizionamento di
pannelli fotovoltaici sull’estradosso delle pensiline a copertura di parte degli stalli.
L’intervento prevede anche la realizzazione di nuove infrastrutture per renderlo più raggiungibile. Una
rotonda consentirà il collegamento con la vicina statale e
due nuove rampe daranno un accesso e un’uscita dall’autostrada.
Il
nuovo autoporto è la seconda delle opere accessorie alla realizzazione del contestato tratto ferroviario previsto in completamento per il 2029. L’apertura del cantiere ha anche riacceso una protesta No Tav mai sopita, con blocchi della ferrovia nei pressi di Bruzolo e tentativi di introdursi nell’area recintata.
Torino-Lione: a che punto siamo?
I
cantieri della Torino-Lione oggi ufficialmente avviati, in stati di avanzamento molto differenziati, sono
nove. Solo due di questi si trovano in territorio italiano: l’autoporto di
San Didero e Bruzolo e l’area di
Chiomonte, dove un progetto più volte rivisto e ridimensionato prevede i maggiori lavori. I lavori per lo scavo dei
57,5 Km del tunnel di base sono stati avviati nel 2018.
A Chiomonte nel 2017 è stata completata la
galleria geognostica, opera propedeutica allo scavo del tunnel di base che ha consentito di sondare l’interno della montagna. A fine 2020 nel vicino comune di Giaglione è stato avviato il
cantiere per la realizzazione della nuova uscita autostradale che sulla Torino-Bardonecchia consentirà un accesso più diretto al cantiere.
I
lenti lavori sul fronte italiano si affiancano ai numerosi che procedono a spron battuto sul fronte francese.
Saint-Jean-de-Maurienne a fine anno ospiterà il polo provvisorio che fino alla fine del cantiere sostituirà l’attuale stazione, aiutando nella preparazione della connessione definitiva fra linee. A
Saint-Julien-Montdenis nel 2019 sono iniziati i lavori per la
tranchée couverte, la galleria artificiale che sarà l’entrata del tunnel di base, oggi arrivati all’80% del completamento.
Tre siti prevedono altrettante
discenderie.
Villarodin-Bourget/Modane ha completato nel 2007 i lavori di un tunnel di 4 km che diventerà condotto di ventilazione del tunnel di base.
La Praz nel 2009 ha completato i lavori di un secondo tunnel da 2,7 km che diventerà anch’esso condotto di ventilazione. Una terza discenderia è stata iniziata nel 2015 a
Saint-Martin-La-Porte, oggi praticamente completata.
Due sono infine i siti di opere accessorie. A
Villargondran sono in realizzazione nuovi argini sull’Arc e una piattaforma a servizio della sezione transfrontaliera.
Avrieux accoglie invece quattro pozzi verticali profondi 500 metri per la ventilazione del tunnel di base.
La Tav, un nodo ancora da sciogliere
La Tav Torino-Lione fa parte del
Corridoio Mediterraneo della rete transeuropea TEN-T prefigurato a livello continentale a partire dalla fine degli anni ottanta. Rappresenta uno dei punti nodali della parte mediana del collegamento tra l’est dell’Europa e la penisola iberica.
La sua realizzazione è uno dei nodi più complessi da sciogliere a livello locale e nazionale. Nel corso di un trentennio ha avuto influenze importanti sulla politica locale, provinciale e regionale, che spesso hanno travalicato i confini geografici e culturali. Hanno abbandonato la discussione tecnica, economica e sulle visioni di futuro diventando troppo spesso terreno di scontro ideologico.
Trova fin da subito
grande opposizione da una parte di molti comuni e comunità della Valle di Susa, inizialmente troppo poco coinvolta in un processo decisionale ‘calato dall’alto’. Le proteste, spesso corrette e pacifiche, sono state purtroppo affiancate da frange violente che hanno portato la presenza fissa dell’esercito e delle forze dell’ordine. Hanno reso ancora più complesso l’iter di una grande opera che ormai attende solo di essere completata.