Ingegneria

In attesa delle Olimpiadi 2026, come cambierà il collegamento ferroviario Milano-Dolomiti?

Nel webinar “Il collegamento ferroviario Milano-Dolomiti” organizzato dal CIFI si è analizzata la situazione ferroviaria storica, presente e futura delle linee del bellunese
Condividi
In attesa delle Olimpiadi 2026, come cambierà il collegamento ferroviario Milano-Dolomiti?
Com’è e come sarà la rete ferroviaria bellunese, grazie alle Olimpiadi 2026? Domenica 20 febbraio con la chiusura dei Giochi Olimpici invernali in Cina il passaggio di testimone è ufficialmente avvenuto. Le prossime Olimpiadi invernali del 2026 si terranno in Italia, i sindaci di Milano e Cortina hanno presenziato alla cerimonia ricevendo la bandiera olimpica. La programmazione delle opere strategiche per questo evento mondiale coinvolge direttamente il panorama trasportistico italiano e questi 4 anni vedranno importanti novità. Alcune sono già comprese nel PNRR, altre sono frutto di necessarie riflessioni sulle esigenze del territorio. Nel webinar “Il collegamento ferroviario Milano-Dolomiti” organizzato dal Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani ha fornito l’occasione di portare in evidenza la situazione ferroviaria storica, presente e futura delle linee del bellunese. Sin dal XIX secolo vari progetti si sono susseguiti nella previsione di collegare Venezia all’area germanica, con la valida opportunità di attraversare valli popolose, con attività produttive e località turistiche di grande fama. Nelle Olimpiadi del ’56 Cortina era ancora raggiungibile dalla storica linea ferroviaria “delle Dolomiti”, che con 65 km di binario a scartamento ridotto (950 mm) collegava Dobbiaco e Calalzo, aperta dal 1921 e chiusa nel 1962 (tra Dobbiaco e Cortina) e definitivamente nel 1964 (la parte rimanente, tra Cortina e Calalzo). Seppur con necessità di cambio di treno a Calalzo, la sede olimpica di Cortina era direttamente raggiungibile col treno durante i Giochi del 1956.

La rete ferroviaria bellunese nel sistema veneto

Nel 2013 è stato introdotto il cadenzamento orario su tutte le linee del compartimento di Venezia. Le tratte Belluno-Calalzo e Belluno-Conegliano sono da allora coinvolte in questo sistema cadenzato, provocando la saturazione della tratta a semplice binario tra Ponte nelle Alpi e Belluno, comune alle due relazioni. Nel 2017 fu approvata l’elettrificazione delle tratte bellunesi, vedendo l’inaugurazione della tratta elettrificata Conegliano-Ponte nelle Alpi lo scorso 11 giugno 2021. La stazione di Belluno, trovandosi in un’area dove la ferrovia assume già caratteristiche alpine, ha visto tra le opere di elettrificazione alcune complessità legate alla galleria della Vignetta, lunga circa 200 metri, caratterizzata da curva e controcurva con raggio minore di 300 metri, dove quindi sono state adottate specifiche soluzioni. L’elettrificazione di una linea ferroviaria come questa non ricopre semplicemente le opere di elettrificazione, che vanno a ricoprire circa la metà dell’importo: il resto è infatti rappresentato da opere civili contestuali e lavori accessori (tra i quali il rinnovo di binari, piazzali di stazioni, sistemazione di trincee, controllo di vegetazione, adeguamento ai Piani Regolatori Generali). Attualmente i lavori di elettrificazione sulla tratta tra Belluno e Treviso via Feltre, con la costruzione di 4 sottostazioni elettriche lungo 84 km di linea a semplice binario.

Rete ferroviaria bellunese, nuove linee

Sono presentati in questo contesto alcuni studi di realizzazione di nuove linee ferroviarie, proposte per migliorare i collegamenti tra Venezia e le Dolomiti. L’ipotesi di nuova linea tra Susegana e Belluno viene vista in un contesto ampio, che può diventare un tassello di un asse che congiunge Venezia a Treviso alla Baviera. I raggi di curvatura sono maggiori o uguali a 1200 m e la pendenza massima entro il 13 per mille. La linea attuale Mestre-Feltre-Belluno offre una tempistica di viaggio di 124’ su 105 km, mentre la Mestre-Conegliano-Belluno 112’ su 94 km. Questa nuova proposta di linea tra Mestre e Belluno via Treviso propone una tratta che complessivamente consterebbe in un nuovo tracciato di 44 km, accorciando così a 84 km tra Mestre e Belluno, percorribili dai treni regionali veloci in 45 minuti, sgravando la saturazione della stazione di Ponte nelle Alpi, oltre a ridurre i tempi di collegamento tra l’area veneziana e le località montane bellunesi e rappresentando un’opportunità per la filiera manifatturiera veneta. Le tratte in gallerie ammontano a 27,5 km circa, mentre i viadotti sarebbero approssimativamente su un totale di 6 km. Un obiettivo importante da perseguire per l’accessibilità turistica a Cortina è tornare a renderla fruibile dai collegamenti ferroviari.

Gli incrementi di flusso turistico

Con l’attuale ferrovia del Cadore, i viaggi tra Cortina e Venezia prevedono una tempistica lunga, oltre le 2 ore e mezza. Dal 2009 le Dolomiti sono patrimonio UNESCO, e durante il webinar viene presentata un’ipotesi di tracciato prevede Calalzo-Auronzo-San Vito, con una galleria sotto il Monte Sorapiss. Su 47 km di progetto, 18 km si trovano in galleria. La linea di progetto è elettrificata a semplice binario, e tocca punti particolarmente significativi dal punto di vista turistico, prevedendo tra le varie anche la fermata “Tre Cime”. L’arrivo a Cortina transita in galleria nei pressi del trampolino olimpico e, oltre alla stazione principale sotterranea nel centro città, si prevede anche la fermata di Cortina Sud. Il tracciato proposto è di 47 km, di cui 18,5 in galleria e 8 su viadotto. Il sistema funiviario rappresenta una soluzione non solo turistica, ma anche di collegamento quotidiano, come molte realtà urbane del mondo testimoniano. La stazione Tre Cime rappresenterebbe un’opportunità di collegamento funiviario verso le Tre Cime di Lavaredo, con una funivia di lunghezza di 7 km, con tempo di viaggio di 30 minuti. Il costo di costruzione stimato di questo impianto a fune ammonterebbe a 21 milioni. L’attuale collegamento treno-bus tra Venezia e Cortina evidenzia tempi di percorrenza complessivamente lunghi, oltre le due ore e mezza, e soprattutto la necessaria rottura di carico a Calalzo. Si tratta di criticità che agiscono su una valle con una risonanza turistica di fama mondiale, con la possibilità di collegare questi centri con una ferrovia più moderna ed efficiente a Venezia, a meno di 140 chilometri, dove nel 2030 si attendono 30 milioni di turisti.
Condividi

Potrebbero interessarti

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...

Nuovo Codice appalti

Un vero e proprio cambio di paradigma, mirato a ristabilire un equilibrio tra la necessità di velocizzare le procedure di appalto e...