Ingegneria

Ponte sullo Stretto: per il CNI è una sfida da vincere

Secondo il DEF il Ponte sullo Stretto costerebbe 14,6 miliardi, per ora coperture non ve ne sono: il ruolo dell'infrastruttura per i corridoi europei TEN-T
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Ponte sullo Stretto: per il CNI è una sfida da vincere

Per il Ponte sullo Stretto di Messina bisognerà presto capire bene quale direzione prendere. In questi giorni sono in corso una serie di  consultazioni nelle commissioni riunite, alle quali ha partecipato anche il CNI. C’è stato anche un nuovo decreto legislativo dedicato ai corridoi europei TEN-T, che mette il Ponte sullo Stretto al centro di un più vasto ragionamento di collegamenti europei. Ma è dal DEF, il documento di economia e finanze che emergono dati che evidenziano uno scostamento rispetto alla previsioni di spesa paventate negli ultimi mesi dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Ponte sullo Stretto, il sostegno incondizionato del CNI

Il Consiglio Nazionale del CNI già dal congresso 2022 salpato da Genova aveva espresso piena fiducia nelle intenzioni del ministro delle Infrastrutture di far ripartire la progettualità per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. E lo ha ribadito il professor Edoardo Cosenza, Consigliere CNI, in occasione dell’audizione avvenuta nei giorni scorsi presso le Commissioni riunite VIII e IX della Camera avente come tema la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

“Il Consiglio Nazionale Ingegneri, che rappresenta oltre 240mila ingegneri iscritti, si è più volte espresso in termini favorevoli in merito alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Abbiamo conoscenze, competenze e tecnologie che consentono la sua realizzazione. Per questo come CNI abbiamo dato vita ad uno specifico Gruppo di lavoro sul Ponte di Messina al quale partecipano i più importanti esperti italiani in materia. La realizzazione del Ponte – ha proseguito Cosenza – deve correre in parallelo con l’implementazione delle strutture ferroviarie e stradali nella logica dello sviluppo integrato delle infrastrutture. In questo senso, l’opera rappresenterà senza dubbio una leva importante per lo sviluppo delle regioni interessate e del Paese”.

La base progettuale sulla quale si sta lavorando è quella del gruppo Eurolink, oggi Webuild di Pietro Salini.

“Il progetto approvato nel 2011 rappresenta un’ottima base di partenza – ha aggiunto Cosenza -. Naturalmente è necessario aggiornarlo sulla base della disponibilità di nuovi materiali innovativi e di più raffinate sperimentazioni numeriche da applicare, ad esempio, per la risoluzione del problema principale che è quello del vento. Ma ripeto, il progetto del 2011 di ponte a campata unica è il punto dal quale dobbiamo partire. Si tratta di una grande sfida che possiamo vincere con un grado di affidabilità molto alto”.

I soldi per il Ponte sullo Stretto: gli interrogativi nel Def

La copertura finanziaria per la realizzazione dell’opera è l’altro grande rebus insieme alle problematiche strutturali che diversi professionisti tecnici hanno evidenziato in questi mesi, relativamente alla lunghezza dell’impalcato e all’impossibilità di poter far transitare i binari per garantire il transito ferroviario per via delle troppe oscillazioni sul nuovo ponte. Nel documento di economia e finanza si legge che “non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio“. Dal Mit rassicurano che arriveranno. Ma non si tratta dei 10 miliardi preconizzati dal ministro Salvini: il costo dell’opera oggetto di concessione, dagli aggiornamenti svolti, risulta di 13,5 miliardi – si legge nel Def – mentre, per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie la stima dei costi è pari a 1,1 miliardi. Così si arriverebbe a 14,6 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e di tutte le opere per garantirne la piena accessibilità.

Una connessione obbligatoria: i corridoi TEN-T

Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta il tassello più a sud dei corridoi TEN-T la cui importanza strategica è stata sancita in un decreto che ne rimette in corsa la realizzazione, partendo dalle reti centrali che vanno dalle ferrovie tra Venezia e la Slovenia, ai collegamenti con Francia, Svizzera e Austria.  Dare priorità alle opere italiane per il completamento della rete transeuropea dei trasporti, i cosiddetti corridoi TEN-T, è quanto previsto infatti nello schema di decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei ministri il 7 aprile, su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che sarà poi trasmesso alle Camere. Si tratta del recepimento della direttiva (UE) 1187/2021 del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 luglio 2021, sulla razionalizzazione delle misure per promuovere la realizzazione della rete transeuropea dei trasporti. Il provvedimento mira a garantire, a chi svolge l’attività di progettazione, semplicità nella complessa disciplina delle autorizzazioni e il monitoraggio per la tempestiva realizzazione dei progetti. In particolare, quelli che riguardano le sezioni centrali della rete transeuropea dei trasporti, nonché quelli relativi ai corridoi della stessa rete centrale, il cui costo totale superi i 300 milioni di euro. Tra questi, una volta definito, potrà rientrare anche il progetto relativo alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.

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