Ponte sullo Stretto, adesso cosa succede?

Il 16 aprile 2024 si riunirà al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) la Conferenza dei Servizi istruttoria per il Ponte sullo Stretto di Messina, a cui partecipano tutti i ministeri e le Amministrazioni Statali interessati, le Regioni Calabria e Siciliana, i comuni e gli enti gestori delle reti infrastrutturali destinatari delle eventuali interferenze. La Conferenza dovrà esaminare la documentazione progettuale e avviare l’organizzazione delle attività per la messa a punto dei cantieri entro l’anno.
Il progetto e il piano economico-finanziario
Il progetto per il completamento del corridoio europeo Scandinavia-Mediterraneo comprende il ponte di 3,6 km di lunghezza (3,3 per la sola campata) e opere accessorie di collegamento al territorio: 20,3 km di raccordi stradali e 20,2 km di raccordi ferroviari (di cui circa l’80% in galleria). Sulla sponda siciliana, saranno realizzate tre fermate ferroviarie in sotterraneo (Papardo, Annunziata, Europa) che, unite alle stazioni di Villa S. Giovanni, Reggio Calabria e Messina costituiranno il sistema metropolitano interregionale dell’area dello Stretto. Confermato anche il Centro Direzionale sulla sponda calabrese, progettato dallo Studio Daniel Libeskind.
Il Cda della Società Stretto di Messina ha approvato la relazione di aggiornamento definitivo del progetto del 2011. Il comitato scientifico ha avanzato 68 osservazioni ma ha comunque valutato positivamente l’aggiornamento del documento. Nei prossimi mesi, dovrà essere predisposto il piano economico-finanziario con l’intera copertura del fabbisogno finanziario dell’opera, attraverso i fondi già stanziati dalla legge di Bilancio 2024 (11,630 miliardi di euro fino al 2032, di cui 9,3 miliardi a carico dello Stato, 718 milioni sul Fondo di sviluppo e coesione e 1,6 miliardi a carico delle Regioni Calabria e Sicilia), e le risorse derivanti dall’aumento di capitale della Stretto di Messina.
I costi dell’opera non devono lievitare oltre il 50% di quelli previsti dalla gara iniziale (8,5 miliardi nel 2011, oggi saliti a 13,5 miliardi, più un miliardo di opere accessorie) per evitare l’annullamento di tutto l’iter con l’avvio di una nuova procedura di evidenza pubblica. Per il 2024, la disponibilità di cassa è di 780 milioni di euro.
Ponte sullo Stretto, al via l’iter degli espropri: quali tutele?
La Società Stretto di Messina ha pubblicato l’avviso diretto per le espropriazioni, corredato dal piano particellare e dall’elenco delle ditte proprietarie. I soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative avranno 60 giorni di tempo, a partire dall’8 aprile, per rivolgersi, previo appuntamento telefonico, agli “Sportelli informativi” aperti a Messina e a Villa San Giovanni, per analizzare, con l’assistenza di personale tecnico, la documentazione relativa al piano espropri ed esprimere le proprie osservazioni.
Il confronto con il territorio auspicato dalla Società Stretto di Messina deve fare i conti con le perplessità delle comunità locali, che giudicano l’opera invasiva, inutile e fallimentare, protestano e non partecipano alle audizioni. A Messina, il sindaco ha avviato un tavolo permanente di tecnici, imprenditori e sindacati, per far fronte all’inizio dei lavori, cercando soluzioni per l’accessibilità dei cantieri l’accoglienza dei circa quattromila lavoratori che saranno impegnati nella realizzazione dell’opera.
Il terrore degli espropri, a Messina e Villa San Giovanni
Gli espropri, per il costituzionalista Antonio Saitta, esperto di diritto amministrativo, che tutela gli interessi di alcune decine di cittadini di Messina colpiti da esproprio, “riguardano migliaia di persone e rappresentano un vero dramma sociale. Saltano interi quartieri, interi fabbricati, lidi balneari, attività commerciali, di più di quelli previsti nel 2011, alcuni lontani anche 10 km dall’impianto del ponte“.
Secondo Saitta, il decreto di occupazione d’urgenza potrebbe avere effetti disastrosi: “In caso di cessione volontaria, in cui il cittadino accetterà l’offerta per l’esproprio, i tempi dell’indennizzo saranno brevi. Ma chi contesterà, dovrà prevedere di affrontare una lunga causa. Le somme saranno depositate presso la Cassa depositi e prestiti, in attesa che poi la Corte d’Appello definisca il risarcimento“. È certo che il decreto di appropriazione sarà impugnato davanti dal Tar da molti cittadini “espropriandi”, che contestano la correttezza delle procedure, la legittimità costituzionale del progetto del ponte sullo Stretto e la sua compatibilità con il diritto europeo. Nel frattempo, però, tutti dovranno lasciare le proprie abitazioni.
Anche sull’altra sponda dello stretto, a Villa San Giovanni, la comunità si sta preparando all’impatto con l’opera con dibattiti e confronti pubblici che registrano una forte partecipazione, dovuta al disagio di chi verrà espropriato e, in generale, alla preoccupazione per i rischi della cantierizzazione, che aggraveranno le condizioni di un centro urbano già congestionato da flussi di traffico ingestibili.
Ponte sullo Stretto: gli Sportelli informativi
Si apre dunque una fase intermedia, legata alla pubblicazione dell’avviso di esproprio, in cui saranno impegnati i cittadini interessati alle procedure di esproprio e i tecnici preposti agli Sportelli informativi:
- a Messina presso il Palacultura Sala Rappazzo (piano terra) sito in Viale Boccetta 373, lunedì dalle 15.00 alle 17.00; martedì e mercoledì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 ad esclusione dei giorni festivi;
- a Villa San Giovanni presso la ex sede della Pretura sita in via Nazionale Bolano 541, giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, venerdì dalle 9.00 alle 13.00, ad esclusione dei giorni festivi.
I numeri per prenotare un appuntamento sono: 06.85826210 – 06.85826230 – 06.85826270.