Ponte Morandi, la perizia sulla corrosione dei cavi

Ad una settimana dal primo anniversario del crollo del Ponte Morandi, il procuratore della Repubblica di Genova Franco Cozzi, nel corso di un’intervista in cui gli è stato chiesto come spiegherebbe il collasso del ponte. “Il ponte è crollato perché non ce la faceva più a stare in piedi. – ha spiegato il procuratore ai microfoni di Genova24 -, Come un uomo malato. Bisogna capire se poteva esser curato e salvato”. “La perizia è un lavoro molto tecnico, descrittivo più che valutativo, ma è chiaro che nel descrivere lo stato dell’opera nel suo complesso e dei reperti i periti hanno fatto valutazioni precise per indicare il tipo di situazione in cui si trovavano e non mi sembra che si tratti di valutazioni di tipo positivo”.
La corrosione del Morandi
Questa estrema sintesi, trova riscontro nelle prime informazioni diramate relativamente alla relazione dei tre periti del GIP Angela Nutini che si occupa dell’inchiesta. Il 68% dei cavi era particolarmente corroso, si legge nelle 72 pagine della perizia. Sono gli atti del primo incidente probatorio, relativo alla “descrizione delle parti crollate e di quelle non precipitate del viadotto”. Vi hanno partecipato i consulenti della Procura della Repubblica di Genova, dei 73 indagati, delle due società Autostrade e Spea e delle parti lese. I reati, a vario titolo, sono di omicidio colposo, omicidio stradale colposo, disastro colposo, attentato alla sicurezza del trasporti e falso.
Ponte Morandi e la prova regina
“Difetti esecutivi” rispetto al progetto originario e degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla “mancanza di interventi di manutenzione significativi”. I periti – secondo fonti Ansa – hanno analizzato i reperti. Ma anche effettuato carotaggi e analisi sia sulle parti crollate (quelle della pila 9) che quelle rimaste in piedi. Il reperto 132,l’ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud, è considerato la prova regina. Questo perché è il punto che si sarebbe staccato per primo. I periti hanno individuato nei trefoli “uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri e cloruri”. I tre esperti, nella loro relazione, hanno analizzato i reperti. Ma anche effettuato carotaggi e analisi sia sulle parti crollate (quelle della pila nove) che quelle rimaste in piedi (non solo la 10, ma anche le altre).
La posizione di Autostrade per l’Italia
“Per quanto riguarda la situazione dello strallo della pila 9 la relazione dei periti riporta soltanto la classificazione degli stati di corrosione dei fili di acciaio componenti i trefoli, classificazione determinata in modo sommario e quindi utilizzabile soltanto ai soli fini descrittivi. Tale classificazione consente comunque di escludere che sia stato lo strallo la causa primaria del cedimento”. Lo afferma Aspi in una nota. “Le percentuali di corrosione riportate nella tabella della perizia depositata confermano che la capacità portante degli stralli era ampiamente garantita, come hanno dimostrato anche i risultati delle analisi compiute dal laboratorio Empa di Zurigo e dall’Università di Pisa. Quindi, l’eventuale presenza di una percentuale ridottissima di trefoli corrosi fino al 100% non può in alcun modo aver avuto effetti sulla tenuta complessiva del Ponte”.
Ponte Morandi, Giovanni Toti commissario delegato
Sul fronte politico-istituzionale intanto il Consiglio dei Ministri ha prorogato per un anno lo stato di emergenza per il crollo del Ponte Morandi. Inoltre ha nominato il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti commissario delegato.
“Siamo soddisfatti per la rapidità con cui il Governo ha accolto le nostre richieste, come ci avevano garantito nell’incontro a Palazzo Chigi di due giorni fa”, ha dichiarato Toti. “Questo passaggio era fondamentale per proseguire il grande lavoro fatto fino ad oggi e dare al territorio tutte le risposte di cui ha bisogno, fino alla ricostruzione del nuovo ponte“. Sono state tutte abbattute le palazzine intorno al ponte. Manca solo il piano basso del civico 9 poi saranno tutte abbattute . In attesa della decisione sui detriti intanto prosegue l’attività dei demolitori che tra pochi giorni ‘attaccheranno’ l’ultima pila, la 2, quella più vicina alla collina di Coronata. A quel punto, la demolizione dell’ex viadotto Morandi potrà dirsi conclusa”.