Sicurezza stradale e sperimentazione idrogeno nel Tpl: pioggia di milioni grazie al PNRR
Oltre 530 milioni per la sperimentazione dell’uso dell’idrogeno nel Tpl – Trasporto pubblico locale e oltre 300 milioni per migliorare l’accessibilità e la sicurezza stradale.
Pioggia di milioni grazie al PNRR per il mondo dei trasporti. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha adottato due decreti che prevedono investimenti per un totale di 530 milioni per realizzare la sperimentazione dell’uso dell’idrogeno nel trasporto ferroviario.
Ma non è tutto: sempre il Mims ha approvato i piani di intervento presentati dalle 72 Aree Interne del territorio nazionale per migliorare l’accessibilità e la sicurezza stradale. In questo caso, ecco lo stanziamento di 300 milioni di euro del Piano Nazionale Complementare (Pnc) e del PNRR. Vediamo, nello specifico, i progetti approvati e gli ambiti di intervento.
PNRR e sperimentazione a idrogeno
Capitolo idrogeno: la sperimentazione avverrà in ambito locale e regionale, e nel trasporto stradale, con particolare riferimento a quello pesante. I due decreti firmati dal Ministro, Enrico Giovannini, individuano le modalità per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno nel trasporto ferroviario. Prevista la realizzazione di 40 stazioni di rifornimento dei mezzi di trasporto a idrogeno sulla rete stradale. Una quota pari ad almeno il 40% delle risorse stanziate è destinata a progetti da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Le risorse previste per la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario, pari a 300 milioni di euro, trasformeranno i servizi regionali o locali. Attualmente effettuati con treni a gasolio o altri idrocarburi di origine fossile altamente inquinanti.
Coinvolta tutta la filiera
Il passaggio all’idrogeno interessa tutta la filiera: produzione dell’idrogeno green, trasporto, stoccaggio, realizzazione delle stazioni di servizio, acquisto dei treni. Le stazioni di rifornimento di idrogeno dovranno essere ultimate entro il 30 giugno 2026 e l’assegnazione delle risorse per la loro realizzazione dovrà avvenire entro il 31 marzo 2023. Tra le aree prescelte per l’implementazione dell’idrogeno, ecco la Valcamonica e il Salento, la ferrovia Circumetnea e quella Adriatico Sangritana. E ancora: le linee ferroviarie regionali Cosenza-Catanzaro, il collegamento ferroviario tra Alghero e l’aeroporto, la tratta Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona. I beneficiari delle risorse sono le Regioni e le Province Autonome che svolgono il servizio ferroviario oggetto degli interventi innovativi.
Idrogeno e trasporto locale
Il secondo decreto del Mims concerne la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale. Il provvedimento individua le modalità per attuare gli investimenti, che ammontano a 230 milioni di euro. Le 40 stazioni di rifornimento per veicoli leggeri e pesanti dovranno essere realizzate entro il 30 giugno 2026, prevedendo la notifica dell’aggiudicazione degli appalti entro il 31 marzo 2023.
Per la localizzazione delle stazioni di rifornimento si considerano come prioritarie le aree strategiche per i trasporti stradali pesanti. In particolare, le stazioni di rifornimento dovranno soprattutto rispondere alle esigenze dell’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste, dei corridoi delle reti europee Ten-T. Anche per i progetti delle stazioni di servizio sulla rete stradale, le proposte progettuali dovranno presentare un’analisi quantitativa integrata delle filiere industriale e operativa.
Sperimentazione idrogeno: accessibilità e sicurezza stradale
Sempre il Mims ha approvato i piani di intervento presentati dalle 72 Aree Interne del territorio nazionale per migliorare l’accessibilità e la sicurezza stradale. Lo stanziamento è di 300 milioni di euro del Piano Nazionale Complementare (Pnc) e del PNRR. Firmati anche i protocolli di approvazione dei piani operativi predisposti dai concessionari autostradali e il decreto predisposto da Anas relativi all’implementazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo da remoto di ponti, viadotti e tunnel nella rete viaria principale. L’investimento totale è di 450 milioni di euro finanziato dal Pnc.
Il programma per le 72 Aree Interne (che comprendono 1.077 Comuni, per un totale di 2 milioni di abitanti) prevede il miglioramento della sicurezza della mobilità e dell’accessibilità. Programmati interventi sulla rete viaria secondaria (strade provinciale e comunali). Recuperando anche il deficit di manutenzione registrato negli anni passati.
Monitoraggio dinamico
L’obiettivo è riqualificare circa 2.000 chilometri di strade, ponti, viadotti e infrastrutture collegate. La ripartizione delle risorse tra le Aree Interne ha visto prevalere criteri che tengono conto della popolazione residente, della lunghezza delle strade. E anche dei rischi sismici, del dissesto idrogeologico e della disponibilità di servizi del tpl. Per quanto riguarda il monitoraggio dinamico di ponti, viadotti e tunnel sulla rete stradale e autostradale nazionale, i 26 concessionari autostradali e l’Anas hanno presentato i relativi piani operativi, ora approvati dal Ministero.
Oltre 6.500 opere della rete viaria principale saranno dotate di strumentazione per il controllo a distanza. In tal modo, saranno sottoposte a procedure di gestione della sicurezza che prevedono l’analisi della rete, l’effettuazione di sopralluoghi, la gestione del sistema digitalizzato. Senza dimenticare la classificazione delle priorità e l’attuazione degli interventi.

