Ponti in esercizio, l’allarme dell’Oice sulla valutazione
Forte preoccupazione da parte dell’associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria (Oice). Oggetto del contendere è la prossima emanazione, da parte del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, delle linee guida per la valutazione dei ponti in esercizio.
I ponti in esercizio sono naturalmente infrastrutture esistenti che hanno necessità di manutenzione, non solo straordinaria ma anche ordinaria. Il patrimonio infrastrutturale ha, come nel caso del ponte sul Polcevera o del viadotto dell’A6, 50 anni almeno. Molteplici le cause che comportano la fragilità e il deterioramento di queste opere. Non necessariamente devono essere mandate in pensione ma esigono un piano terapeutico assennato e metodico. Da qui le preoccupazione, di avere delle linee guida redatte sulla base emotiva dettate dall’esigenza di dare una risposta rapida ed incisiva. Si potrebbe trattare di un effetto boomerang? Per l’Oice probabilmente sì.
Le preoccupazioni sui ponti in esercizio avanzate dall’Oice
La preoccupazione dell’Oice è che si arrivi ad un documento che, nella fretta di dare risposte, definisca regole non ponderate. E che potrebbero mettere in crisi l’esercizio dell’intera rete.
L’Oice avanza pertanto le seguenti proposte. In primis bisogna colmare le lacune lasciate dall’ultimo aggiornamento della normativa tecnica. Questo perché non si differenziarono le indicazioni per la verifica sismica degli edifici esistenti (soggetti ad azioni sismiche, quindi dinamiche e orizzontali) da quelle sui ponti esistenti (soggetti prevalentemente ad azioni da traffico, quindi quasi statiche e verticali). “La mancata differenziazione ha portato alla situazione attuale – ricorda Giorgio Lupoi, Consigliere OICE incaricato della normativa tecnica e sismica – dove ancora oggi non sono chiare le metodologie da applicare per le verifiche di sicurezza per i carichi quasi statici delle costruzioni esistenti, con la conseguenza di interpretazioni non omogenee e di richieste che, talvolta, hanno poco a che fare con la sicurezza”.
La richiesta di intervento del Cslp e manutenzioni
Al Consiglio Superiore la richiesta che pone l’Oice è precisa. Serve un rapido confronto con gli operatori che da anni affrontano in sede pratica questi aspetti. Le Società di ingegneria, hanno un’esperienza specifica tecnica in questo ambito. Potrebbero mettere a disposizione di tutti i tecnici che andranno sul campo ad effettuare le verifiche, indicazioni ben ponderate ed efficaci, a tutela dell’incolumità dell’utenza.
“Occorre valutare anche l’impatto delle nuove linee guida in relazione alla definizione di un adeguato programma di manutenzione straordinaria per evitare di mettere in difficoltà, non tanto i concessionari autostradali che hanno risorse economiche adeguate, ma tutti gli enti che devono gestire le manutenzioni ed effettuare le verifiche su oltre 60.000 ponti e viadotti in Italia, dall’ANAS, alle provincie e ai comuni. Enti generalmente privi di risorse adeguate per intervenire nell’immediato su tutte le opere di loro proprietà”, afferma il Presidente Gabriele Scicolone. In conclusione le linee guida devono essere il primo passo di un piano di azione di ampio respiro. Con un arco temporale di almeno cinque anni, di manutenzione straordinaria sul nostro costruito, come dichiarato più volte anche dal Ministro per le Infrastrutture Paola De Micheli.
I ponti in esercizio nella circolare esplicativa delle Ntc18: paragrafo C8.8
La circolare, per quanto documento esplicativo delle Ntc18, è un testo non avente un carattere cogente bensì di indirizzo. Proprio all’interno della circolare, ed in particolare al §C8.8 “Indicazioni aggiuntive relative ai ponti esistenti“, sono appunto richiamati gli interventi sulle infrastrutture esistenti. In particolare l’introduzione al tema si apre con la seguente frase: “I paragrafi che seguono non hanno corrispondenza nelle Ntc, essi comunque forniscono utili indicazioni per la valutazione della sicurezza e la progettazione degli interventi sui ponti esistenti.”
- Criteri Generali: “Le disposizioni di carattere generale richiamate nel § 8.2 delle NTC nel caso dei ponti sono contenute nei: § 7.2; § 7.9.2; § 7.10.2. Qualora non sia possibile rispettare le indicazioni inerenti la “distanza tra costruzioni contigue” e gli “spostamenti relativi in appoggi mobili” occorre porre in essere idonei accorgimenti finalizzati a minimizzarne le conseguenze. Con riferimento ai ponti gli esiti delle verifiche devono permettere di stabilire quali provvedimenti adottare affinché l’uso della struttura possa essere conforme ai criteri di sicurezza”. Si ha quindi una riconduzione all’infrastruttura di nuova progettazione, ha senso? Le linee guida dovrebbero chiarirlo
- Modello strutturale: “Valgono le indicazioni al capitolo 7 delle NTC, con particolare riferimento alla corretta rappresentazione della rigidezza. I valori delle caratteristiche dei materiali da utilizzare nel modello sono i valori medi derivanti dalla documentazione disponibile e dalle ulteriori indagini effettuate”, nuovamente un riferimento alla progettazione sismica dei ponti di nuova progettazione. Da qui il dubbio lecito di Oice, “e le condizioni statiche?”
- Verifiche: “La valutazione della sicurezza può essere limitata alle sole strutture di elevazione solo nel caso in cui non sussistano le condizioni“….. “Nel caso in cui l’inadeguatezza di un’opera si manifesti nei confronti delle azioni non sismiche, quali carichi permanenti e altre azioni di servizio combinate per gli stati limite ultimi secondo i criteri esposti nel § 2.5.3 delle NTC (eventualmente ridotte in accordo con quanto specificato al § 8.5.5), è necessario adottare gli opportuni provvedimenti, quali ad esempio limitazione dei carichi consentiti, restrizioni all’uso e/o esecuzione di interventi volti ad aumentare la sicurezza, che consentano l’uso della costruzione con i livelli di sicurezza richiesti dalle NTC. Gli interventi da effettuare per eliminare le vulnerabilità più importanti possono anche essere parziali e/o temporanei, in attesa di essere completati nel corso di successivi interventi più ampi, atti migliorare/adeguare complessivamente la costruzione e/o parti di essa”.
- Per le verifiche di pile e spalle si rimanda nuovamente al capitolo 7, ovvero la progettazione sismica per ponti e viadotti di nuova progettazione
- Per gli interventi questi ricalcano le tipologia previste per le costruzioni esistenti: adeguamento, miglioramento ed intervento locale nei confronti di meccanismi duttili e fragili.
Il problema di fondo è che il progettista che segue le Ntc18, ha effettivamente tutti gli strumenti normativi a disposizione che ne tutelino l’operato in attesa delle linee guida?
Tutto ciò però non prescinde dal fatto che la manutenzione delle opere debba essere eseguita. Ed il monitoraggio seguire un percorso logistico ed appoggiato dalla Committenza anche nel lungo termine e non sulla scia emotiva degli eventi recenti.