Ingegneria
Morandi e Nervi, storie tecniche da salvaguardare
Intervista all'ingegner Nunziata fondatore del “Comitato Nervi e Morandi per la Salvezza e Salvaguardia delle strutture” per la tutela del costruito
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Il prossimo 9 novembre a Roma, i tecnici, gli amanti dell’architettura e la cittadinanza si incontreranno nel nome anche di Riccardo Morandi nel palazzetto dello sport progettato da Pier Luigi Nervi. Un’opera in calcestruzzo armato in stato di abbandono.
A questo proposito abbiamo raggiunto l’ingegnere Vincenzo Nunziata, promotore dell’evento e fondatore del gruppo Facebook “Comitato Nervi e Morandi per la Salvezza e Salvaguardia delle strutture” il cui obiettivo è proprio quello di salvare e salvaguardare le opere strutturali e le costruzioni di valore attraverso un’azione di sensibilizzazione che può essere espletata attraverso ad esempio eventi, manifestazioni e denunce.
Salvaguardia e salvezza, due concetti cardine che costituiscono il mantra per i tecnici che si approcciano all’esistente.
Partiamo dalla citazione autorevole, nel nome del gruppo, a due grandi ingegneri: Nervi e Morandi. Nomi autorevoli messi sotto la lente di ingrandimento, il ponte Morandi e la struttura a cavalletto. Opera avveniristica per i tempi: dove si è sbagliato? Da qui forse uno degli obiettivi: salvaguardia, oggi cosa significa?
“Sulla scia, forse, dell’emozione, della delusione ma soprattutto dalla rabbia che mi assale ogni volta che si propone una calamità naturale come il terremoto, che porta morte e distruzione del nostro immenso patrimonio artistico-architettonico, era da un po’ tempo che meditavo di dar vita ad un’associazione o a un gruppo di professionisti amanti dell’arte e delle strutture per cercare di dare un contributo per la salvezza e salvaguardia di tutte le costruzioni e opere d’arte che tanto lustro hanno dato nei secoli a questo nostro paese che è l’Italia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il crollo del ponte Morandi, seguito dall’abbandono delle opere del Maestro Pier Luigi Nervi. Per questo motivo ho deciso di scendere in campo e cercare di lottare insieme ad altri colleghi o semplici cittadini contro questo degrado, incuria e menefreghismo delle istituzioni.
Il gruppo è stato intitolato proprio a questi due grandi strutturisti Nervi e Morandi conosciuti e apprezzati in tutto il mondo ma non sufficientemente valorizzati nel loro Paese.
Morandi è stato un pioniere delle strutture in cemento armato precompresso (c.a.p.), ha costruito ponti e strutture in tutto il mondo. Le sue strutture a cavalletto (tra cui il ponte sul Polcevera, il ponte General Rafael Urdaneta, il ponte sul Wadi al-Kuf) sono un connubio tra scienza, statica ed arte. Morandi non ha sbagliato in niente. È il materiale calcestruzzo armato che ha bisogno di una attenta manutenzione dopo un certo numero di anni (in genere dopo 40-50 anni), azione, secondo me, non eseguita sul ponte sul fiume Polcevera.
Obiettivi e finalità del gruppo, come i social network possono essere utili alla sensibilizzazione alla tutela dell’esistente?
“Negli ultimi anni i social network si stanno sempre di più dimostrando come una fonte di informazione “libera” a cui molti utenti, di tutte le età, si avvicinano sempre di più e con maggiore interesse. Per questo motivo ritengo che la rete possa dare un notevole contributo alla diffusione di informazioni riguardanti il degrado di opere strutturali di valore, nonché dei potenziali responsabili, degli esecutori nonché dei progettisti, e al contempo “spingere” le istituzioni ad intraprendere le opportune misure per potere salvaguardare dal logorio e dalla decadenza questo nostro immenso patrimonio artistico.
Interessante la possibilità di segnalazione ed esposto: a chi è rivolto/a e quali sono le finalità?
“È stato preparato, con la consulenza di un avvocato amministrativista, un modello di “esposto” per la segnalazione del pericolo o del particolare stato di degrado delle opere tale da comprometterne la stabilità strutturale.
Questi esposti, sottoscritti dai componenti del gruppo che lo riterranno opportuno con firma digitale, saranno inviati ai proprietari e/o amministratori dell’opera ed alla Procura delle Repubblica competente sul territorio.
La finalità degli esposti è quella innanzitutto di rendere consapevoli gli enti preposti dello stato di degrado o pericolo dell’opera e nello stesso tempo di denunciare l’eventuale inerzia nel prendere iniziative per la risoluzione delle problematiche segnalate.
Si riporta in calce all’articolo il modulo di esposto elaborato.
Sono già in calendario, eventi di sensibilizzazione?
“A Roma il prossimo 9 Novembre 2019 alle ore 11 è stato organizzato un incontro, di tutti i componenti del gruppo, esteso anche ai privati cittadini amanti dell’arte e delle strutture.
La scelta della location non è lasciata al caso, infatti, l’incontro si terrà presso il Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi in Roma, che versa in uno stato di abbandono e degrado, insieme all’altra sua opera, lo Stadio Flaminio, posto nelle vicinanze. L’intento è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di degrado di un’opera (o meglio due opere) del Maestro Pier Luigi Nervi che tutto il mondo ci invidia mentre in Italia sono abbandonate, lasciate all’incuria e vandalizzate. Non serve andare troppo indietro nel tempo, basta ricordare l’incendio dello scorso agosto che vide coinvolto il palazzetto.
Per maggiori informazioni vi invito a consultare ed a visitare la pagina facebook “Comitato Nervi e Morandi per la Salvezza e Salvaguardia delle strutture”.
Il ponte Morandi a Genova ha evidenziato le carenze manutentorie delle infrastrutture o forse i difetti di una tecnologia costruttiva, il calcestruzzo armato, destinata ad essere abbandonata? Quali secondo lei i motivi del crollo?
“Innanzitutto, non sono d’accordo che la tecnologia del calcestruzzo armato (c.a.) sia “destinata ad essere abbandonata”, semmai ad essere migliorata, magari con l’utilizzo delle armature zincate in luogo delle armature non protette dalla ruggine che si è dimostrata la principale causa di deterioramento del c.a. e che può condurre in ultima istanza al crollo della struttura stessa.
Il mio Maestro Pier Luigi Nervi aveva una estrema considerazione per il c.a.. Se adeguatamente progettato, eseguito e manutenuto può durare secoli (ci sono strutture in c.a. che hanno oltre un secolo di vita, perfettamente idonee).
In merito al collasso del ponte sul fiume Polcevera è utile riprendere ciò che espressi lo scorso 3 luglio in occasione della pubblicazione del video diramato da Ferrometal, in cui è chiara la dinamica del crollo nonché le cause ed individua, secondo il mio parere, i responsabili.
Vincenzo Nunziata – Laureato in Ingegneria civile, inizia la sua carriera in qualità di strutturista presso uno studio tecnico di ingegneria, collaborando al consolidamento e alla ricostruzione di numerosi edifici in muratura e in c.a. danneggiati dal sisma in Irpinia del 1980.
Dal 1989 si occupa principalmente della progettazione strutturale e direzione dei lavori di edifici in c.a. e di strutture in acciaio. Partecipa in qualità di relatore a numerosi seminari di specializzazione sulla progettazione di strutture in zona sismica.
Cultore della materia e Autore di numerose pubblicazioni e libri sulle strutture in c.a., acciaio e storia delle strutture.
Ponte Morandi e le colpevolizzazioni del cemento armato
Il Ponte Morandi è, suo malgrado, il simbolo del fallimento o della non adeguata manutenzione del calcestruzzo armato ma al contempo, sempre più spesso, si sta assistendo ad una colpevolizzazione e ad un progressivo abbandono di questa tecnologia costruttiva a fronte di una giustificazione, molto spesso abusata, di una manutenzione antieconomica. È effettivamente così? Il calcestruzzo armato, materiale pioneristico dei primi del ‘900, è destinato a scomparire? Molti autorevoli ingegneri del passato ne sono stati artifici ed utilizzatori, tra cui Riccardo Morandi e Pier Luigi Nervi. Come la muratura anche il calcestruzzo armato si presta a diventare una tecnologia storica che deve essere salvaguardata.
Partiamo dalla citazione autorevole, nel nome del gruppo, a due grandi ingegneri: Nervi e Morandi. Nomi autorevoli messi sotto la lente di ingrandimento, il ponte Morandi e la struttura a cavalletto. Opera avveniristica per i tempi: dove si è sbagliato? Da qui forse uno degli obiettivi: salvaguardia, oggi cosa significa?
“Sulla scia, forse, dell’emozione, della delusione ma soprattutto dalla rabbia che mi assale ogni volta che si propone una calamità naturale come il terremoto, che porta morte e distruzione del nostro immenso patrimonio artistico-architettonico, era da un po’ tempo che meditavo di dar vita ad un’associazione o a un gruppo di professionisti amanti dell’arte e delle strutture per cercare di dare un contributo per la salvezza e salvaguardia di tutte le costruzioni e opere d’arte che tanto lustro hanno dato nei secoli a questo nostro paese che è l’Italia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il crollo del ponte Morandi, seguito dall’abbandono delle opere del Maestro Pier Luigi Nervi. Per questo motivo ho deciso di scendere in campo e cercare di lottare insieme ad altri colleghi o semplici cittadini contro questo degrado, incuria e menefreghismo delle istituzioni.
Il gruppo è stato intitolato proprio a questi due grandi strutturisti Nervi e Morandi conosciuti e apprezzati in tutto il mondo ma non sufficientemente valorizzati nel loro Paese.
Morandi è stato un pioniere delle strutture in cemento armato precompresso (c.a.p.), ha costruito ponti e strutture in tutto il mondo. Le sue strutture a cavalletto (tra cui il ponte sul Polcevera, il ponte General Rafael Urdaneta, il ponte sul Wadi al-Kuf) sono un connubio tra scienza, statica ed arte. Morandi non ha sbagliato in niente. È il materiale calcestruzzo armato che ha bisogno di una attenta manutenzione dopo un certo numero di anni (in genere dopo 40-50 anni), azione, secondo me, non eseguita sul ponte sul fiume Polcevera.
Obiettivi e finalità del gruppo, come i social network possono essere utili alla sensibilizzazione alla tutela dell’esistente?
“Negli ultimi anni i social network si stanno sempre di più dimostrando come una fonte di informazione “libera” a cui molti utenti, di tutte le età, si avvicinano sempre di più e con maggiore interesse. Per questo motivo ritengo che la rete possa dare un notevole contributo alla diffusione di informazioni riguardanti il degrado di opere strutturali di valore, nonché dei potenziali responsabili, degli esecutori nonché dei progettisti, e al contempo “spingere” le istituzioni ad intraprendere le opportune misure per potere salvaguardare dal logorio e dalla decadenza questo nostro immenso patrimonio artistico.
Interessante la possibilità di segnalazione ed esposto: a chi è rivolto/a e quali sono le finalità?
“È stato preparato, con la consulenza di un avvocato amministrativista, un modello di “esposto” per la segnalazione del pericolo o del particolare stato di degrado delle opere tale da comprometterne la stabilità strutturale.
Questi esposti, sottoscritti dai componenti del gruppo che lo riterranno opportuno con firma digitale, saranno inviati ai proprietari e/o amministratori dell’opera ed alla Procura delle Repubblica competente sul territorio.
La finalità degli esposti è quella innanzitutto di rendere consapevoli gli enti preposti dello stato di degrado o pericolo dell’opera e nello stesso tempo di denunciare l’eventuale inerzia nel prendere iniziative per la risoluzione delle problematiche segnalate.
Si riporta in calce all’articolo il modulo di esposto elaborato.
Sono già in calendario, eventi di sensibilizzazione?
“A Roma il prossimo 9 Novembre 2019 alle ore 11 è stato organizzato un incontro, di tutti i componenti del gruppo, esteso anche ai privati cittadini amanti dell’arte e delle strutture.
La scelta della location non è lasciata al caso, infatti, l’incontro si terrà presso il Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi in Roma, che versa in uno stato di abbandono e degrado, insieme all’altra sua opera, lo Stadio Flaminio, posto nelle vicinanze. L’intento è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato di degrado di un’opera (o meglio due opere) del Maestro Pier Luigi Nervi che tutto il mondo ci invidia mentre in Italia sono abbandonate, lasciate all’incuria e vandalizzate. Non serve andare troppo indietro nel tempo, basta ricordare l’incendio dello scorso agosto che vide coinvolto il palazzetto.
Per maggiori informazioni vi invito a consultare ed a visitare la pagina facebook “Comitato Nervi e Morandi per la Salvezza e Salvaguardia delle strutture”.
Il ponte Morandi a Genova ha evidenziato le carenze manutentorie delle infrastrutture o forse i difetti di una tecnologia costruttiva, il calcestruzzo armato, destinata ad essere abbandonata? Quali secondo lei i motivi del crollo?
“Innanzitutto, non sono d’accordo che la tecnologia del calcestruzzo armato (c.a.) sia “destinata ad essere abbandonata”, semmai ad essere migliorata, magari con l’utilizzo delle armature zincate in luogo delle armature non protette dalla ruggine che si è dimostrata la principale causa di deterioramento del c.a. e che può condurre in ultima istanza al crollo della struttura stessa.
Il mio Maestro Pier Luigi Nervi aveva una estrema considerazione per il c.a.. Se adeguatamente progettato, eseguito e manutenuto può durare secoli (ci sono strutture in c.a. che hanno oltre un secolo di vita, perfettamente idonee).
In merito al collasso del ponte sul fiume Polcevera è utile riprendere ciò che espressi lo scorso 3 luglio in occasione della pubblicazione del video diramato da Ferrometal, in cui è chiara la dinamica del crollo nonché le cause ed individua, secondo il mio parere, i responsabili.
- Premesse al crollo
- Il ponte è rimasto in “vita” dal 1967 al 2018 (iniziato nel 1963), quindi aveva 51-55 anni, pertanto aveva raggiunto una vita utile di una costruzione ordinaria.
- Il progettista, ing. Riccardo Morandi, è stato un pioniere delle strutture in c.a. e c.a.p. Uno dei maggiori strutturisti a livello nazionale ed internazionale che non ha nessuna colpa del crollo altrimenti la sua opera sarebbe crollata appena costruita e non dopo 55 anni.
- L’ammaloramento delle strutture del ponte, calcestruzzo e acciaio, era in avanzato stato di degrado, come segnalato da varie indagini e perizie nel corso degli anni.
- Dopo 40-50 anni le strutture in c.a. non protette, sottoposte agli agenti atmosferici e inquinanti (pioggia, gelo, smog) e a carichi ciclici, vanno consolidate e adeguate alle nuove condizioni non previste e non prevedibili.
- Il crollo e la goccia che fa traboccare il vaso
- Le colpe
Chi è Vincenzo Nunziata?
Vincenzo Nunziata – Laureato in Ingegneria civile, inizia la sua carriera in qualità di strutturista presso uno studio tecnico di ingegneria, collaborando al consolidamento e alla ricostruzione di numerosi edifici in muratura e in c.a. danneggiati dal sisma in Irpinia del 1980.
Dal 1989 si occupa principalmente della progettazione strutturale e direzione dei lavori di edifici in c.a. e di strutture in acciaio. Partecipa in qualità di relatore a numerosi seminari di specializzazione sulla progettazione di strutture in zona sismica.
Cultore della materia e Autore di numerose pubblicazioni e libri sulle strutture in c.a., acciaio e storia delle strutture.