Ingegneria

La manutenzione mancata del Ponte Morandi: tra dati e verità incompleta

La causa del crollo individuata nella scarsa manutenzione: la tesi nelle 476 pagine nella relazione dei periti incaricati dal Gip Angela Nutini
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La manutenzione mancata del Ponte Morandi: tra dati e verità incompleta
Manutenzione e ancora manutenzione. Con il senno di poi, la manutenzione appare la causa più probabile del crollo del ponte progettato dall’ingegnere Morandi nel lontano, ma nemmeno troppo, 1967. Qui il nostro primo articolo completo sul Ponte: genesi e storia dell’opera, scheda tecnica e analisi strutturale La corrosione è il principale artefice del degrado, ma se da una parte la causa è individuata, dall’altro i controllori del degrado sembra abbiano latitato negli interventi di riparazione e monitoraggio. L’amaro dato di fatto è che 43 persone hanno perso la vita a causa di quel crollo. Molte famiglie che hanno convissuto con quel “vicino di casa” ingombrante hanno lasciato le proprie abitazioni, perché quella convivenza non era ammissibile.

12 dicembre 2020: la perizia dei consulenti tecnici del Gip

Ponte Morandi è crollato per la corrosione dei cavi di uno strallo lato sud della pila 9, che hanno determinato il veloce cedimento dell’intera struttura” (fonte Genova Primo Canale). Nella perizia di 476 pagine, composta da 14 capitoli, redatta dai quattro periti nominati dal giudice Angela Nutini, emergono in evidenza alcune delle tappe fondamentali nella vita dell’opera:
  1. già l’ingegnere Morandi, artefice dell’avveniristica infrastruttura, individuava nella corrosione il principale “nemico” del viadotto. Un rischio tangibile da non sottovalutare.
  2. 1981 è avanzata, dallo stesso progettista, “la necessità urgente di un intervento di restauro, per non compromettere la consistenza statica dell’opera” proponendo anche “un piano generale di restauro che riguardava, in particolare, il reintegro delle armature nelle nervature degli impalcati tampone, il ripristino delle superfici di calcestruzzo degradate” (fonte Genova Primo Canale).
  3. 1993 intervento di rinforzo sulla pila n. 11.
  4. 2009 ispezione Sea: richieste indagini sugli stralli lato mare.

Perché richiedere manutenzione se poi non viene svolta?

In questo 2020, molto strano, sembra che citando la sola parola ‘manutenzione’ si possa avere la soluzione in tasca. Ma qualcosa non torna. Una riflessione a caldo, un po’ provocatoria e anche retorica: perché se il professionista asserisce che occorre manutenere un’opera, poi il responsabile dell’opera non la esegue? Si avvia alla chiusura quest’anno costellato di emergenza sanitaria e Superbonus. Quest’ultimo, uno strumento dove la credibilità del professionista è tutto, ma è a tempo. La manutenzione non è a tempo, forse questo aspetto sfugge a molti committenti, non è una moda e neanche un trend. Qui il Decreto Genova, Decreto-legge recante “Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze”. Leggi anche questo approfondimento sul degrado del calcestruzzo.
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