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La mobilità urbana viaggia (sempre più) su due ruote

Nell'ultimo Osservatorio Focus2R di ANCMA e Legambiente emerge il sempre maggiore interesse degli italiani a biciclette e motocicli ma non sempre le politiche comunali sono adeguate
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La mobilità urbana viaggia (sempre più) su due ruote

La mobilità urbana sta cambiando e con molta probabilità la pandemia inciderà un ulteriormente in questo scenario in evoluzione. Un primo elemento emerge dal quinto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente ed elaborata dalla società di consulenza Ambiente Italia. Lo studio, unico nel suo genere, si dedica esclusivamente alla mobilità su due ruote, ovvero biciclette e moto. Fornendo ogni anno una panoramica aggiornata delle politiche messe in campo dai comuni capoluogo di provincia italiani e dedicate a ciclisti urbani e motociclisti.

I cittadini preferiscono le due ruote ma non sempre le politiche dei comuni stanno al passo

Il macro dato che emerge dalle rilevazioni di quest’anno è dicotomico. Da un lato si evidenzia la crescita, da parte degli italiani, dell’interesse nei confronti di questi mezzi. Dall’altro lato però l’attenzione delle amministrazioni non segue sufficientemente il passo.

I risultati del monitoraggio sono il frutto di un questionario rivolto a 104 municipi, a cui quest’anno hanno risposto 79 amministrazioni. Il report, che non rappresenta i cambiamenti dettati dall’emergenza Covid19 attenendosi a dati relativi al solo 2019, rende disponibile un ingente patrimonio di informazioni su piste ciclabili, sharing mobility, parcheggi dedicati e tanti altri aspetti legati alla mobilità su due ruote nei centri urbani fornito direttamente dalle amministrazioni locali.

Biciclette, più piste ciclabili ma scarsa sicurezza

Per quanto riguarda la mobilità su due ruote, salgono la disponibilità media di piste ciclabili, ciclopedonali, zone 20 e 30 km/h (+6% rispetto al 2018 e +20% dal 2015), la possibilità di accesso delle biciclette alle corsie riservate ai mezzi pubblici e il numero di Comuni con postazioni di interscambio bici nelle stazioni ferroviarie. Mentre sono in calo le città in cui è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici e quelle dotate di un servizio di bike sharing, che passano dal 57% del 2018 al 53% del 2019. Una leggera diminuzione quest’ultima, che incide anche sul numero degli abbonati (-10%) e su quello dei mezzi (-14%).

Troppe vittime fra i ciclisti

Sono tuttavia i dati sulla sicurezza dei ciclisti a destare preoccupazione: 253 delle 3.173 vittime della strada del 2019 sono stati infatti ciclisti (in aumento del 15% rispetto al 2018). Un tema che, secondo il rapporto Focus2R, sta progressivamente entrando nei programmi dei municipi. Il 48% dei Comuni intervistati considera infatti il miglioramento della sicurezza stradale una priorità molto alta o alta.

Motocicli, bene lo sharing male la viabilità dedicata

Sul fronte della mobilità su moto, scooter e ciclomotori l’accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici scende al 12% delle città intervistate. Ad oggi l’accesso è consentito in tutte o nella maggior parte delle corsie soltanto in 6 Comuni (Benevento, Imperia, Milano, Parma, Taranto, Venezia). Mentre solo in alcune di esse a Bergamo, Como, Genova e Pescara.

Positivo invece l’andamento delle opportunità di sharing (soprattutto a trazione elettrica), che si consolidano in città importanti come Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino. Sebbene limitato a queste cinque città, il numero complessivo di veicoli inizia ad avere una certa consistenza con 2.360 unità a Milano (il 57% del totale), 1.000 a Rimini, 560 a Roma e circa 150 a Genova e Torino.

La sicurezza dei motociclisti non è ancora una priorità

Luci e ombre, infine, sulla sicurezza. A fronte di una lieve diminuzione del numero di decessi di motociclisti e scooteristi sulle strade italiane, preoccupa la percezione dei Comuni sul tema. Nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) non è infatti considerata una priorità dal 59% dei Comuni. A cui si aggiunge un 12% che la indica addirittura come priorità bassa. Fanno ben sperare invece i Comuni che dichiarano di avere installato i guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, che passano dal 17% (2015) al 32% nel 2019.

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