Ingegneria

Come si spostano gli italiani?

I dati sulla mobilità della popolazione mostrano una ripresa degli spostamenti, soprattutto di natura locale, e un aumento della domanda nel trasporto ferroviario, pubblico locale e aereo
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Come si spostano gli italiani?

L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha pubblicato un Report sulla mobilità della popolazione, che comprende i trasferimenti e tendenze allo spostamento da parte degli italiani nel 2024: dal luogo di vita abituale, interni o da/per l’estero, gli spostamenti quotidiani per esigenze di studio o di lavoro, i flussi dovuti a ragioni di svago, turismo, familiari o di salute, i trasferimenti di residenza e il pendolarismo abituale, spesso connessi alle dinamiche del mercato del lavoro e di quello immobiliare.

Trasferimenti interni, con l’estero e mobilità residenziale

Nel 2021, i trasferimenti interni ammontano a un milione e 423 mila, le immigrazioni dall’estero a 318 mila e le emigrazioni a 158 mila. I trasferimenti interni di cittadini italiani coprono un’incidenza pari al 61,4%, quelli di stranieri al 13,5%. I movimenti con l’estero riguardano principalmente le immigrazioni di stranieri (12,8%) e le emigrazioni di italiani (5,0%).

Nel 2021 si assiste ad una ripresa della mobilità residenziale nelle varie componenti, con l’eccezione delle emigrazioni di italiani (espatri), scese al livello minimo dell’intero periodo. Viceversa, le immigrazioni di italiani (rimpatri) e le emigrazioni di stranieri raggiungono il valore più alto, mentre i trasferimenti interni si collocano su un livello inferiore soltanto a quello del 2019, sia per gli italiani che per gli stranieri.

Presenta un profilo abbastanza stabile nel tempo per quanto riguarda la composizione dei trasferimenti di breve e di lungo raggio. Il primo caso riguarda i movimenti all’interno della stessa provincia (pari al 60,0 % del totale nel 2020) e quelli tra diverse province della stessa Regione (15,8%); il secondo, quelli tra Regioni diverse (24,2% del totale nel 2020).

I tassi migratori

I tassi migratori totali nel 2021 presentano un valore positivo a livello nazionale pari a 2,7 per mille, in corrispondenza ad un numero di iscrizioni anagrafiche nei Comuni che supera quello delle cancellazioni di 160.054 unità.

Le province con un tasso migratorio totale di segno positivo sono 83, quelli con un valore negativo 24. Nel Nord e nel Centro quasi tutte le province evidenziano un valore superiore a zero, a cui contribuiscono le immigrazioni sia dal Mezzogiorno sia dall’estero.

I territori di origine dell’emigrazione interna di lungo raggio

I trasferimenti di residenza verso Comuni di Regioni diverse da quella di origine ammontano nel 2021 a 344.298, pari a 5,8 casi ogni mille abitanti. Un quinto (20,2%) di questi movimenti riguarda cittadini stranieri, che pertanto mostrano una maggiore propensione alla mobilità interna di lungo raggio, con un tasso pari a 13,9 per mille.

I territori di origine dei movimenti extra-regionali con valori superiori alla media si collocano principalmente nelle Regioni del Sud, dove le cancellazioni anagrafiche verso altre regioni risultano pari a 7,2 per mille abitanti.

Le destinazioni dell’immigrazione interna di lungo raggio

Nel 2021 i territori di destinazione della mobilità interna di lungo raggio mostrano i valori più elevati soprattutto nell’Italia settentrionale, dove le iscrizioni anagrafiche da altre Regioni risultano pari a 7,2 per mille abitanti nel Nord-est e 6,7 nel Nord-ovest.

La mobilità degli italiani verso l’estero: gli espatri

Le emigrazioni verso l’estero certificate dalla cancellazione anagrafica ammontano nel 2021 a 158.312, pari a 2,7 per mille abitanti. Esse riguardano in maggior misura la popolazione italiana, con 94.129 espatri, di cui 24.889 di laureati, con un tasso pari a 1,7 per mille abitanti (3,1 per i laureati).

Gli espatri dei cittadini italiani incidono maggiormente nelle ripartizioni settentrionali (2,1 per mille nel Nord-est, 2,0 nel Nord-ovest), seguite dalle Isole (1,7), dal Centro e dal Sud (rispettivamente, 1,5 e 1,4 per mille).

L’immigrazione dall’estero

I flussi di immigrazione dall’estero costituiti dalle iscrizioni anagrafiche ammontano nel 2021 a 318.366, pari a 5,4 eventi ogni mille residenti. La componente straniera è largamente maggioritaria con oltre tre quarti dei casi, ma il dato relativo ai rimpatri di cittadini italiani (pari a 74.759) rappresenta un picco negli anni più recenti.

I valori massimi riguardano le province di confine Imperia e Gorizia (rispettivamente 11,1 e 10,4), ma spicca anche il dato di Milano tra le Città Metropolitane (7,3 per mille) e nel Mezzogiorno quello di Ragusa legato all’approdo dei migranti (8,5 per mille).

I trasferimenti di residenza all’interno della stessa provincia

Nel 2021 sono 854.526, pari a 14,5 ogni mille residenti, principalmente nelle province settentrionali, con un tasso ripartizionale pari a 19,2 per mille nel Nord-ovest e 17,6 nel Nord-est. Nell’Italia centrale e meridionale si riscontra una mobilità intra-provinciale generalmente inferiore alla media nazionale (11,9 per mille nel Centro, 10,4 nel Sud e 10,6 nelle Isole).

Trasferirsi nel capoluogo o negli altri Comuni?

La prevalenza dei trasferimenti dai Comuni capoluogo verso gli altri Comuni della provincia, rispetto a quelli in direzione opposta (cioè dagli altri Comuni al capoluogo), si manifesta a livello nazionale anche nel 2021, con valori superiori agli anni precedenti.

Tale saldo ammonta a 29.421 unità, pari a 0,5 per mille residenti. La maggiore capacità attrattiva dei comuni non capoluogo interessa in primo luogo Nord-ovest e Nord-est (rispettivamente, 0,9 e 0,7 per mille), ma anche Centro (0,5) e Isole (0,4), mentre per il Sud il saldo complessivo è nullo. La forte connotazione metropolitana del fenomeno si evidenzia con i valori massimi raggiunti a Bologna, Milano e Torino (2,4 per mille le prime due, 2,1 la terza).

Gli spostamenti quotidiani fuori del Comune di dimora abituale

Gli spostamenti abituali per studio o lavoro nel 2019 riguardano 30,2 milioni di persone: 20,5 milioni di lavoratori e 9,7 di studenti. Il pendolarismo lavorativo si dirige al di fuori del Comune di dimora abituale nel 48,7% dei casi. Tale percentuale si riduce al 29,3% per gli spostamenti degli studenti. Il tasso di pendolarismo lavorativo extra-comunale per 100 abitanti, pari a 16,8 nel 2019 a livello nazionale.

Il pendolarismo extra-comunale per motivi di studio è pari a 4,8 per 100 abitanti nel 2019, con un valore massimo a livello provinciale di 8,4 a Lecco e uno minimo di 1,5 a Trieste. In questo caso non si riscontra una forte polarizzazione territoriale come per il pendolarismo lavorativo.

Le tendenze degli italiani alla mobilità nel 2024

Il rapporto dell’Osservatorio sulle tendenze della mobilità di passeggeri e merci del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) integra i dati Istat e li aggiorna al primo trimestre 2024, rilevando una ripresa della mobilità nel comparto trasporti, con una rilevante crescita della domanda di mobilità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il campione statisticamente significativo della popolazione italiana compresa fra 14 e 84 anni che si sposta ogni giorno è pari a circa 40,3 milioni (80,8% della popolazione di riferimento). Ogni viaggiatore effettua mediamente 2,40 spostamenti al giorno, per una distanza complessiva percorsa di quasi 26 km/giorno (circa 11 km per ciascuno spostamento). Sulla base di questi numeri si può quindi desumere che gli spostamenti complessivi degli italiani siano mediamente 96,5 milioni al giorno, corrispondenti a oltre un miliardo di spostamenti*km/giorno.

Sostanzialmente invariato il settore del trasporto stradale di veicoli leggeri sulla rete Anas, a fronte di un lieve aumento nella rete autostrade (+2%). Andamento opposto per i veicoli pesanti cresciuti del 1% sulla rete Anas e ridotti del 2% sul resto delle autostrade.

Sensibili variazioni in positivo della domanda per i passeggeri ferroviari, sia dell’alta velocità (+6%) che del servizio Intercity (+8%) a fronte di un aumento del servizio rispettivamente del 2% e del 1%. In aumento anche i passeggeri del trasporto aereo (+12%) a fronte di un’offerta servizi aumentata del 8%, così come quello della domanda passeggeri per le crociere (+50%) in ambito di trasporto marittimo, dove tuttavia si rileva un calo sulla domanda passeggeri per i traghetti (-7%).

Mobilità italiani nel 2024: i tempi e i mezzi

La mobilità degli italiani nel 2024 varia anche nel tempo e, in particolare, tra i giorni della settimana. A fronte di un numero di spostamenti/giorno che arriva quasi a 98 milioni durante i giorni feriali, tale valore scende a quasi 90 milioni al sabato e alla domenica (circa -8,5%). Nei giorni festivi e prefestivi sono più bassi anche gli spostamenti medi pro-capite (2,51 contro i 2,56) e più contenute le distanze percorse.

La maggior parte degli spostamenti è di natura locale. A marzo 2024, la percentuale di utenti medi/giorno che si spostano entro i 25 km è oltre il 40% del totale, percentuale che cresce sino a circa il 66% per gli spostamenti su una distanza entro i 50 km.

Nel primo trimestre 2024 emergono le seguenti tendenze sulla mobilità degli italiani:

  • trasporto stradale: i traffici dei veicoli leggeri e degli autobus sulla rete Anas sono in linea rispetto a quelli osservati nello stesso trimestre del 2023, mentre quelli registrati sulla rete delle autostrade in concessione sono superiori del 2% rispetto ai livelli di domanda del primo trimestre 2023. I traffici dei veicoli pesanti sulla rete Anas sono superiori dell’1% rispetto a quelli dello stesso periodo dello scorso anno, mentre sulla rete autostradale sono inferiori del 2%;
  • trasporto ferroviario: a fronte di un’offerta di servizi di Alta Velocità (AV) superiore del 2% a quella del primo trimestre 2023, il traffico passeggeri risulta superiore del 6%. I servizi IC/ICN erogati nel primo trimestre 2024 si collocano su livelli superiori dell’1% a quelli dello stesso periodo del 2023, a cui corrisponde un traffico passeggeri superiore dell’8% a quello del primo trimestre 2023;
  • trasporto pubblico locale: con riferimento al trasporto ferroviario regionale di Trenitalia, a fronte di un aumento dei servizi del 3% rispetto al primo trimestre 2023, i traffici passeggeri risultano superiori del 6% rispetto a quelli rilevati nello stesso periodo del 2023. Con riferimento al Tpl su gomma, a fronte di un’offerta di servizi superiore del 2% a quella dello stesso periodo del 2023, il traffico passeggeri risulta in linea ai valori registrati nel primo trimestre dello scorso;
  • trasporto aereo: a fronte di un’offerta di voli aerei nazionali e internazionali superiore dell’8% rispetto al primo trimestre 2023, i traffici passeggeri e merci risultano superiori rispettivamente del 12% e del 16% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2023;
  • trasporto marittimo: i traffici passeggeri su traghetti si collocano su livelli superiori del 50% a quelli del primo trimestre 2023, mentre i traffici passeggeri su crociere sono inferiori del 7% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2023.
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