Ingegneria

Manutenzione stradale, principi normativi e esempi

Le pianificazioni di cantiere: l'Anas sul tema ha dato il via nel 2015 ad un piano dedicato, perché la manutenzione stradale non è solo un obbligo di legge
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Manutenzione stradale, principi normativi e esempi

Su cosa si basa la manutenzione stradale in Italia? Per provare a rispondere a questa domanda partiamo da un provvedimento degli anni ’90. Al fine di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, gli enti proprietari delle strade, ai sensi dell’articolo 14 del D.Lgs. n. 285 del 30 aprile 1992, devono provvedere a:

  • manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi;
  • controllo tecnico dell’efficienza delle strade e delle relative pertinenze;
  • apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta.

Manutenzione stradale, le responsabilità

Pertanto, spetta all’ente proprietario della strada dimostrare di aver assolto all’attività di sorveglianza per garantire la sicurezza dell’uso della strada (comprese le opportune indicazioni di attenzione nel caso di dislivelli accentuati della pavimentazione) e dell’attività di manutenzione della stessa, onde eliminare le anomalie più pericolose e prevedibili, potenziando di conseguenza diligentemente anche l’illuminazione notturna e la pulizia della strada onde consentirne la visibilità.

Oltre ad aumentare la vita utile dell’infrastruttura, la manutenzione stradale garantisce la capacità trasportistica dell’infrastruttura stessa. Questo avviene nel rispetto di standard qualitativi in continuo aggiornamento, senza consumare territorio e con basso impatto ambientale.
Partendo da queste considerazioni, in controtendenza con il passato, si è passati da una semplice manutenzione straordinaria ad una manutenzione programmata, che tiene conto delle reali condizioni delle infrastrutture così come rilevate, dell’importanza delle direttrici e dell’analisi del rischio. L’obiettivo è quindi quello di abbandonare la logica dell’intervento saltuario, a favore di interventi programmati.

Anas al lavoro sulla manutenzione stradale

A questo proposito, dal 2015 l’ANAS ha impresso un cambiamento radicale nella strategia di investimento per lo sviluppo della mobilità del Paese, ponendo al centro dell’attenzione la manutenzione e il potenziamento della rete stradale al fine di garantire una sempre maggiore sicurezza e confort di viaggio.
Il piano di investimenti in manutenzione della rete si accompagna ad una rinnovata visione di gestione della strada, orientata alla programmazione degli interventi secondo obiettivi prestazionali e scenari di rischio standardizzati sulla rete.
Attraverso la manutenzione stradale programmata, ANAS intende superare la logica dell’intervento episodico o emergenziale grazie ad una lettura complessiva dei caratteri dell’infrastruttura e degli eventi che su questa o al suo intorno si verificano, per intervenire prevenendo le criticità di sicurezza, funzionalità o confort della rete.

Questa visione programmatica comporta concreti benefici:

  • diretti per gli utenti della strada, in termini di maggior continuità e qualità dei servizi;
  • diretti per la collettività, in termini di contenimento dei costi complessivi di intervento;
  • indiretti per il Paese, in termini di valorizzazione e riqualificazione di un patrimonio stradale imponente, oggi mediamente in fase avanzata del suo ciclo di vita utile.

I numeri della messa in sicurezza

Questa svolta è concretamente ravvisabile nei numeri. Basti pensare che per il quinquennio 2016-2020, su 23 miliardi di euro di finanziamenti previsti, quasi 11 miliardi (circa il 46%) sono destinati alla manutenzione, adeguamento e messa in sicurezza della rete stradale. L’attenzione parte dal corpo stradale passando alle opere d’arte, dalle barriere guard-rail alla segnaletica orizzontale e verticale, dall’illuminazione agli impianti tecnologici.

È diventato quindi possibile programmare su scala pluriennale interventi di manutenzione. E questo può essere utile non solo per risolvere le criticità esistenti connesse al rilevante gap nella manutenzione accumulato nel tempo, ma anche per prevenirne la formazione di nuove.
Ad esempio, per quanto riguarda le opere d’arte ovvero ponti, viadotti e cavalcavia lungo la rete ANAS, sono state inserite procedure standardizzate di controllo. Queste prevedono ispezioni trimestrali da parte del personale di esercizio e un’ispezione tecnica più approfondita una volta all’anno. Sulla base di questo processo continuo di ispezioni e controlli viene programmato il piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, che, secondo il Contratto di Programma ANAS 2016-2020, prevede uno stanziamento di circa 350 milioni l’anno per interventi su ponti e viadotti.

La pianificazione dei lavori

La programmazione su scala pluriennale degli interventi di manutenzione si basa oggi su un modello sequenziale articolato in tre fasi:

  • Identificazione dei fabbisogni della rete stradale in termini di interventi preventivi o correttivi;
    Definizione degli interventi da realizzare con i fondi disponibili nelle diverse annualità, sulla base di valutazioni di costi, benefici, opportunità e rischi;
  • Realizzazione degli interventi curando l’efficienza del processo, ma anche garantendo standard tecnici omogenei sulla rete.

I criteri di definizione delle priorità sono guidati da tre obiettivi generali:

  • recuperare il rilevante deficit manutentivo accumulato negli anni dalla rete;
  • migliorare la sicurezza della rete;
  • massimizzare il ritorno degli investimenti per gli utenti della strada, in termini di benefici diretti.

Per la cura delle strade e la valorizzazione del patrimonio infrastrutturale del Paese, a partire dall’anno 2015 ANAS ha lanciato due importanti operazioni di manutenzione e ripristino delle condizioni di viabilità sulla nostra rete:

  • #Bastabuche;
  • #Bastastradeabbandonate.

Operazione #Bastabuche

L’operazione #Bastabuche è stata avviata tra fine 2015 e metà 2016 ed è proseguita anche nel 2019. Sono stati affidati tramite gara pubblica accordi quadro per i lavori di manutenzione delle pavimentazioni e della segnaletica orizzontale. Grazie a questi accordi quadro, è possibile intervenire sulla rete stradale in modo rapido ed efficace. E senza dover ogni volta attendere i tempi di espletamento di nuove gare. In questo modo è possibile programmare gli interventi di manutenzione, superando la logica passata del “rappezzo”, oltre a poter intervenire tempestivamente in caso di urgenza.

L’operazione #Bastastradeabbandonate è il grande piano ANAS per riaprire tutte le strade chiuse da anni sulla rete stradale italiana. Il piano prevede una serie di interventi puntuali che consentiranno di riaprire ben 20 strade chiuse in tutto il territorio nazionale, alcune delle quali interrotte in più punti. Ad esempio nel maggio 2018 è stata riaperta al traffico la Strada Statale 120 “Dell’Etna e delle Madonie” compresa tra il km 10,500 e il km 20,200, tra Cerda e Caltavuturo, in provincia di Palermo, chiusa dall’aprile 2015 per eventi franosi.

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