L’evoluzione dell’intersezione a rotatoria
Si narra che la prima rotatoria fu realizzata nel 1819 in Gran Bretagna a Piccadilly Circus: si trattava di un semplice incrocio circolare, da cui proprio il nome “circus”, nel quale era permessa la circolazione a doppio senso attorno all’isola centrale. Tale rotatoria collegava Regent Street a Piccadilly. Fu realizzata con l’intento di decongestionare l’intenso traffico della zona, in realtà la sua costruzione non fece altro che favorire ancor di più l’interscambio tra le strade attigue.
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La prima vera rotatoria a senso unico di circolazione fu proposta nel 1903 da William Phelps Eno (considerato il “padre della sicurezza stradale”) per il Columbus Circle di New York City.

Figura 1 – Columbus Circle di New York – anno 1903
Le origini della rotatoria
Nello stesso periodo e in particolare nel 1907 l’urbanista e architetto francesce Eugene Henard realizzò la prima rotatoria francese ed europea a Parigi nella Place de l’Etoile.
Nel 1926 in Gran Bretagna nacque ufficialmente il termine “rotatoria” (in inglese “roundabout”), che sostituì definitvamente il precedente termine “giratoria” (in inglese “gyratory”).
Per le prime rotatorie venne adottata la regola della precedenza a destra, ovvero i veicoli circolanti sulla corsia anulare dovevano dare la precedenza ai veicoli entranti dai rami di ingresso. Solamente a partire dal 1966, al fine di incrementare le prestazioni in termini di capacità e di migliorare la sicurezza stradale, sempre in Gran Bretagna venne introdotta la priorità off-side, ovvero la precedenza venne concessa ai veicoli in circolo sull’anello centrale.

Figura 2 – Place de l’Etoile di Parigi – anno 1907
L’adozione della rotatoria in Italia
In Italia le rotatorie sono state adottate con un certo ritardo rispetto agli altri paesi europei nostri competitor. A conferma di ciò, la prima rotatoria italiana fu realizzata solamente nel 1989 nel comune di Lecco. Successivamente tra gli anni 1995-2000 si è manifestata una vera e propria diffusione di questa tipologia d’intersezione ed attualmente in Italia si contano migliaia di rotatorie.
Da un punto di vista normativo, l’Italia si è allineata a questa nuova tipologia progettuale solo nell’anno 2006 con l’emanazione del Decreto Ministeriale 19 aprile 2006 – “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”, che fissa questa soluzione progettuale su aspetti quali capacità, classificazione, visibilità e percezione, deflessione, pendenze, geometria degli elementi.
Come definire la rotatoria?
L’intersezione a rotatoria, nel gergo comune chiamata ‘rotonda’, è un’intersezione stradale a raso composta da un’isola centrale, solitamente di forma circolare, attorno alla quale si sviluppa una carreggiata a senso unico percorribile in senso antiorario, sulla quale si innestano differenti rami stradali.
Esistono varie tipologie di rotatoria, distinte in funzione di:
- tipo di isola centrale (sormontabile, parzialmente sormontabile, insormontabile);
- dimensioni del diametro esterno De;
- collocazione nella rete stradale.
È pertanto possibile suddividere ed identificare le rotatorie nelle seguenti tipologie:
• minirotatorie (14,00 m ≤ De < 25,00 m);
• rotatorie compatte (25,00 m ≤ De < 40,00 m);
• rotatorie convenzionali (40,00 m ≤ De < 50,00 m);
• rotatorie “eccezionali” (De ≥ 50,00 m).

Non basta la rotatoria nelle nostre città
Al giorno d’oggi, si pensa che per risolvere i problemi di congestione di un’intersezione, basti realizzare una rotatoria. In realtà la condizione ottimale per la realizzazione di una rotatoria è la presenza di flussi il più possibile uniformi in tutti i bracci d’ingresso, di strade della medesima gerarchia funzionale e/o di un numero elevato di veicoli in svolta a sinistra.
Le rotatorie, infatti, contribuiscono a penalizzare in maniera notevole il deflusso veicolare sulle direttrici principali in quanto, di fatto, ogni braccio d’entrata possiede la stessa priorità/penalità per l’ingresso nell’anello: essa è la peculiarità fondamentale delle rotatorie.
Nel caso in cui si voglia privilegiare una corrente di traffico rispetto ad un’altra, ad esempio se si volesse favorire il rapido deflusso dei mezzi di trasporto pubblico locale o dei mezzi di soccorso, la soluzione potrebbe essere l’inserimento di un’intersezione a precedenza o di un incrocio semaforizzato, tramite un’adeguato ciclo semaforico con relativi tempi di rosso-giallo-verde.
Pertanto, prima di decidere di realizzare un’intersezione a rotatoria, è auspicabile redigere uno studio viabilistico, partendo dai flussi di traffico, rilevati direttamente in loco.