Ingegneria

Addio al prof. Franco Bontempi, una delle menti più brillanti dell’ingegneria italiana

Il canale YouTube di Franco Bontempi è un preziosissimo raccoglitore di nozioni, ragionamenti e discussioni sulla tecnica delle costruzioni, utili a studenti e professionisti tecnici
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Addio al prof. Franco Bontempi, una delle menti più brillanti dell’ingegneria italiana

Franco Bontempi ha formato generazioni intere di strutturisti. Dai suoi corsi in aula alla condivisione del sapere su YouTube e su altri social come LinkedIn passano migliaia di esami e storie di professionisti tecnici, che a lui devono molto. In questo articolo, l’autore Massimiliano Russo ne traccia un breve profilo da cui si percepisce chiaramente l’impatto del Prof. Bontempi sul mondo dell’ingegneria italiana.

Nella notte dell’11 luglio è venuto a mancare prematuramente il prof. Franco Bontempi, ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università La Sapienza di Roma. Classe 1963 nato a Bolzano, laureato in Ingegneria Civile al Politecnico di Milano nel 1988 e dottorato in Ingegneria delle Strutture nel 1993, il prof. Bontempi negli ultimi 30 anni ha portato avanti una lunga e profonda attività di ricerca fino a diventare un punto di riferimento enorme nell’ingegneria strutturale italiana. Una mente brillante, una personalità forte e sincera, un professionista all’avanguardia, negli anni ha contribuito a oltre 250 pubblicazioni su una vastissima quantità di temi: ottimizzazione strutturale, meccanica computazionale, dinamica strutturale, sicurezza e affidabilità, robustezza strutturale ed eventi estremi. Era anche membro di svariate associazioni scientifiche e chairman di sessioni in numerosi congressi internazionali e nazionali.

I social come strumento di conoscenza dell’ingegneria strutturale

Era facile imbattersi nella sua figura sui social, specialmente Linkedin, ed era impossibile non rimanerne affascinato. Si percepiva da subito la sua grande passione non solo per le strutture, ma per il sapere in toto. Sono iconiche le foto dei suoi libri sottolineati con veemenza e fame, letti e riletti negli anni, con accanto il suo famoso orologio. Le lezioni dei suoi corsi universitari e di dottorato che rendeva disponibili sul suo canale YouTube sono un preziosissimo raccoglitore di nozioni, ragionamenti e discussioni sulla tecnica delle costruzioni e sulla teoria e pratica della progettazione di ponti. Il prof. Bontempi riusciva ad unire nelle sue lezioni concetti e argomenti utili sia ad un novello studente di ingegneria che al professionista esperto. Le sue parole non erano mai banali, i suoi ragionamenti sempre azzeccati e illuminanti.

Non ho mai personalmente conosciuto il prof. Bontempi, ma attraverso lo schermo o un post social si percepiva subito la sua personalità ed entravi in contatto con la sua passione in maniera diretta. Chi ha trascorso anni accanto a lui come studente o collega lo ricorda proprio così, come una persona dotata di un’intelligenza straordinaria, un professore in missione che dava il possibile per far capire ai suoi studenti ogni sfumatura di una professione complessa. Il prof. era anche una persona franca e diretta, con cui scontrarsi e confrontarsi, ma sincera e leale.

Chi era Franco Bontempi? Gli studi a Milano e la cattedra a Roma

Allievo di Antonio Migliacci ai tempi del Politecnico di Milano e di Remo Calzona poi a Roma, il prof. Bontempi era professore ordinario alla Sapienza dal 2003, uno dei più giovani ordinari di Tecnica delle Costruzioni. Ha formato diverse generazioni di ingegneri che oggi ricordano con assoluto affetto il suo voto scritto in maniera cubitale su un foglio di carta e cerchiato dopo l’esame orale. Negli anni ha dato un enorme contributo alla risoluzione di complessi problemi di analisi strutturale di edifici alti ed è stato consulente professionista per procedimenti di ingegneria forense connessi a collassi strutturali e procedimenti di giustizia amministrativa. Era uno dei massimi esperti per quanto riguarda la progettazione del ponte sullo Stretto di Messina. Forse nessuno come lui in Italia ha studiato più a lungo questo ponte e ha condotto le analisi più dettagliate sui particolari costruttivi e realizzativi. Ha risolto problemi strutturali di tantissime opere realizzate in Italia, collaborando con figure famose del panorama internazionale.

La capacità di Franco Bontempi di spiegare, far capire, appassionare

Uno dei concetti che mi è rimasto più impresso delle sue lezioni del corso di Ottimizzazione Strutturale era quella del “salto evolutivo”. Ogni struttura ha dei limiti, geometrici, di forma o di tecnologia, oltre i quali non si può andare, oltre il quale la prestazione raggiunge un asintoto orizzontale. Questo era particolarmente evidente nel caso del Ponte sullo Stretto di Messina. Una delle più grandi difficoltà di questa infrastruttura è sempre stata la differenza troppo elevata tra la luce ipotetica della campata principale rispetto a quella dei più grandi ponti sospesi ad oggi realizzati. Servirebbe un salto evolutivo troppo grande ad oggi forse non facilmente realizzabile, almeno con le moderne tecnologie o con la concezione strutturale moderna. Ma il prof. Franco Bontempi, con le sue spiegazioni che trascendevano l’ingegneria per sfociare nella filosofia, insegnava che il salto evolutivo nelle strutture è possibile, come dimostra l’esempio del Burj Khalifa. Perché le strutture sono oggetti artificiali, non legati all’evoluzione naturale ma all’ingegno, alla mente dell’ingegnere che troverà il modo di risolvere un problema, anche il più complesso. Non c’è limite per chi riesce a trovare il modo di superarlo. Un concetto universale che lascia trasparire la sconfinata conoscenza e la profonda persona che era il prof. Bontempi. Una di quelle persone che lasciano un segno indelebile sulla strada di chi ha la fortuna di incrociarla e che lascia un vuoto incolmabile nel settore dell’ingegneria.

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