Ingegneria
Abitare lo spazio: vivere sulla Luna e su Marte secondo Marco Peroni Ingegneria
Una ricerca condotta con il Politecnico di Torino sui possibili sistemi costruttivi pensati per una lunga permanenza tra le stelle. Ecco Abitare lo Spazio
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Interessato ad esplorare sempre nuovi ambiti di ricerca, appassionato di astronautica, astronomia e fantascienza, l’ingegnere Marco Peroni illustra, attraverso una mostra dal titolo “Abitare lo spazio”, allestita nel suo studio professionale a Faenza, i possibili scenari di una futura vita sulla Luna e su Marte, con proposte insediative pensate per una lunga permanenza extraterrestre. Già presentata in prestigiosi convegni come l’AIAA Space Forum 2018 di Orlando (American Institute of Aeronautics and Astronautics) e lo IAC 2018 di Brema (International Astronautical Congress), la ricerca dell’ingegnere faentino, condotta con il supporto di alcuni professori del Politenico di Torino, offre soluzioni interessanti e concrete per un approccio traversale alla progettazione architettonica e ingegneristica: ecco quali dovrebbero essere le caratteristiche di una base spaziale realmente vivibile secondo Marco Peroni Ingegneria.
Tra le altre ricerche, leggi anche quella dedicata alle Tensostrutture.
“Abitare lo spazio”
20 luglio 2019 – 30 aprile 2020
Corso Europa 46, Faenza (Ra)
A cura di: Marco Peroni Ingegneria
Progetto grafico: Beatrice Schena
Modelli: Chiara Anconelli
Le premesse per vivere nello spazio
“Lo spazio è un ambiente estremamente ostile alla vita” ci spiega l’ingegnere “la mancanza di ossigeno e di atmosfera, gli enormi sbalzi termici, le radiazioni cosmiche e l’assenza di suono sono tutti fattori che rendono ardua la vita al di fuori dell’atmosfera terreste; oggi è però possibile pensare non più a una semplice sopravvivenza nello spazio ma a una vera e propria vita in grado di far fonte anche alle ripercussioni fisiologiche e psicologiche”. Il progetto nasce infatti dall’idea di immaginare prima di tutto un luogo piacevole dove soggiornare, il più possibile trasparente e reso accogliente dalla luce, a differenza di quanto proposto negli ultimi anni attraverso progetti spesso interrati o rivestiti da metri di regolite lunare o marziale per proteggere la struttura dai raggi cosmici abbastanza dannosi per l’uomo (tra gli altri, anche Foster+Partners ha sperimentato un metodo costruttivo con prototipi a base di regolite).
La mostra è una raccolta di riferimenti, studi e prototipi sulle possibili modalità costruttive per realizzare insediamenti abitativi sulla Luna e su Marte © Marco Peroni Ingegneria
Un campo magnetico artificiale come scudo alle radiazioni
L’alternativa presentata dall’ingegnere Peroni per combattere le radiazioni cosmiche si basa sul campo magnetico: partendo dal presupposto che sulla terra i raggi cosmici sono deviati proprio dalla presenza del campo magnetico, anche sulla Luna o su Marte è possibile crearne uno artificiale. Disponendo una serie di cavi elettrici superconduttori con una conformazione a toroide, si genera all’esterno un campo magnetico atto a respingere le particelle dei raggi cosmici. All’interno del volume racchiuso nel toroide il campo magnetico risulterà invece nullo e quindi luogo idoneo e ideale per ospitare l’insediamento abitato. Costituiti da involucri pressurizzati (data la mancanza di atmosfera), i moduli abitativi sono stati studiati da Peroni secondo diverse varianti, dalla Solenoid Moon Base City all’astronave modulare per Marte.
Modello dell’insediamento lunare © Marco Peroni Ingegneria
Abitare lo Spazio. Luna e la “Solenoid Moon Base” con stampa 3d
L’idea per la futura base lunare, da costruire all’interno del toroide di cavi elettrici, è quella di comporre l’insediamento attraverso una serie di cupole abitative, parzialmente coperte (è necessario proteggersi anche dai micrometeoriti) e parzialmente trasparenti per ammirare il paesaggio all’esterno. Queste cupole potranno essere stampate in situ utilizzando la regolite lunare (o qualsiasi altro materiale reperibile sul posto) e sfruttano il telaio dei cavi elettrici per posizionare un carroponte che fa muovere l’ugello della stampante 3d. In corrispondenza delle pareti vetrate, sono previsti moduli triangolari a configurazione geodetica composti da vetri di grosso spessore a più strati.
Schema di funzionamento di una “centrifuga gravitazionale” per la ginnastica quotidiana dei futuri coloni. Dal momento che la forza di gravità lunare è circa 1/6 di quella terrestre, gli abitanti potranno mantenersi allenati sottoponendosi ad una forza centrifuga di rotazione per circa due ore al giorno all’interno di locali in cui sarà possibile svolgere attività ludiche o lavorative © Marco Peroni Ingegneria