Immobiliare

Superbonus e deficit. Ecco il verdetto dell’Istat e dell’Eurostat

L’Istituto di statistica ha pubblicato i dati aggiornati dopo che l’Eurostat ha varato le nuove linee guida sul calcolo del deficit e del debito
Condividi
Superbonus e deficit. Ecco il verdetto dell’Istat e dell’Eurostat

Dopo il blocco repentino della cedibilità dei crediti sul Superbonus, deciso il 16 febbraio dal Governo Meloni, si attendeva con molta ansia i due pareri di Istat ed Eurostat. Il verdetto è arrivato in mattinata e ora sembra di assistere al gioco del cubo di Rubik dove, senza utilizzare un metodo preciso, si continuano a modificare le regole senza mai far combaciare le richieste avanzate delle associazioni di categorie. In sostanza, i due istituti propenderebbero per un via libera allo sblocco della cessione del credito e a un loro utilizzo a lungo termine.

Istat ed Eurostat sull’impatto del Superbonus sui conti dello Stato

Secondo i dati congiunti, pubblicati da Istat ed Eurostat, i bonus edilizi pesano come spesa pubblica direttamente nel primo anno di avvio, senza essere invece spalmati nell’arco degli anni previsti dalla detrazione.

La cessione dei crediti fiscali dei bonus edilizi, fa lievitare il deficit nel 2022, ricalcolato sulla base delle nuove regole dell’Eurostat. Più precisamente, lo scorso anno, secondo l’Istat, l’indebitamento si è attestato all’8% del Pil, mentre si è registrato un miglioramento rispetto al 9% registrato nel 2021. Ma nel 2023 e negli anni a seguire, considerando lo stop alle cessioni e la nuova classificazione statistica, il peso sull’indebitamento dovrebbe invece essere decisamente inferiore, lasciando più spazio di manovra per eventuali altri interventi di politica economica.

La diversa classificazione del credito secondo Istat ed Eurostat

L’Istat ha quindi chiarito l’effetto Superbonus sui conti, prendendo lo spunto dalle nuove regole Eurostat e dei rilievi introdotti con la pubblicazione del Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico.

Secondo l’istituto di statistica, è mutato il trattamento contabile del Superbonus e del Bonus facciate a partire dall’anno di stima 2020. La differenza sta nella classificazione del credito, se sia cioè da considerare “pagabile” o “non pagabile”. Ovvero:

  • nel caso in cui vi siano limiti alla fruibilità del credito, il credito è definito come “non pagabile”, quindi nei conti pubblici si traduce come una minore entrata nel momento del suo utilizzo;
  • nel caso in cui, invece, esista una ragionevole certezza che, nel corso del tempo, il credito sarà utilizzato nella sua interezza, il credito fiscale è da ritenersi “pagabile” e quindi deve essere registrato come spesa delle amministrazioni pubbliche, per un ammontare pari all’intero importo maturato, nell’anno di sostenimento della spesa agevolata.
In buona sostanza, fuori da tecnicismi contabili: la circolazione dei crediti è il “rubinetto” che regola l’impatto sulle casse statali. Utilizzando le parole ripetute da Eurostat il credito “più circola e più diventa pagabile.

Le reazioni

Alla luce dei recenti dati pubblicati il MEF, prendendo atto delle decisioni degli istituti di statistica, scrive in una nota: “il Governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un’uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme. La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l’indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’Istat”. Parimenti il governo è al lavoro con tutti i soggetti interessati per risolvere il grave problema di liquidità finanziaria delle imprese ereditato da imprudenti misure di cessione del credito non adeguatamente valutate nei loro impatti al momento della loro introduzione”.

Molto soddisfatta l’Ance dalla lettura effettuata da Istat e Eurostat, che ha dato di fatto il “via libera sblocco crediti incagliati” perché “i pareri di Istat e Eurostat hanno chiarito una volta per tutte che i crediti derivanti dai bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e quindi, come sosteniamo da tempo, possono e devono essere pagati subito alle famiglie e alle imprese dell’edilizia”. È il commento della Presidente Ance, Federica Brancaccio, che spiega: “Quelle stesse imprese che, come certifica l’Istat, hanno trainato il Pil del 2021 e del 2022 (+20,7% e +10,2% il valore aggiunto delle costruzioni nei due anni) e che se messe in condizioni di operare possono fornire un apporto determinante anche alla crescita del 2023”.

Francesca Mariotti, di Confindustria, nel corso dell’audizione sul dl Superbonus convocata dalla commissione Finanze della Camera. ha espresso un giudizio molto secco: “eliminare una norma in poche ore non è buona prassi. Le considerazioni di Eurostat e Istat cha hanno portato alla nuova classificazione contabile dei bonus edilizi ‘sono imprescindibili, ma non possono validare le modalità con cui è stato attuato il repentino blocco delle operazioni di sconto in fattura e cessione”.

“Preso atto che i più recenti dati di contabilità nazionale – secondo Angelo Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri –sarebbe auspicabile mettere da parte ogni polemica, condividere le preoccupazioni del Governo e chiedere, però nel contempo, di avviare un programma che chiarisca a quali condizioni il Paese è disposto a ristrutturare e rigenerare il patrimonio edilizio anche rispondendo alle richieste avanzate in sede Europea”.

Giuseppe Maria Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI afferma che “i dati, mostrano che a fronte di una spesa consistente vi è stato un incremento consistente del gettito fiscale che a nostro avviso ha almeno in parte mitigato l’impatto bonus per l’edilizia, la cui efficacia dovrebbe essere misurata non solo in termini di indebitamento netto, ma in termini di risparmio energetico prodotto, di rivalutazione degli immobili, di minore impatto sull’ambiente, di effetti moltiplicativi prodotti sull’economia nazionale, di impatto positivo sull’occupazione”.

Condividi

Potrebbero interessarti

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...

Nuovo Codice appalti

Un vero e proprio cambio di paradigma, mirato a ristabilire un equilibrio tra la necessità di velocizzare le procedure di appalto e...