L’idea di una
proroga triennale del
Superbonus 110% aleggiava nell’aria a fine agosto. Ad annunciare questa ipotesi era stato il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, nel corso di un lungo intervento sulle misure economiche inerenti il piano di rilancio post Covid-19. Una decisione, però, strettamente legata alla possibilità di rendicontare il
bonus nel
Recovery Fund.
Che fine hanno fatto queste intenzioni? A riportarle in auge sono i professionisti tecnici e le associazioni di categoria, che chiedono a gran voce di prorogare la misura o di farla diventare
strutturale. Una richiesta accompagnata da motivazioni fondate e anche da alcuni suggerimenti per migliorare la misura agevolante.
Associazioni involucro edilizio: prorogare il Superbonus 110% al 2024
“Le attuali scadenze temporali rischiano di vanificare un processo virtuoso avviato dal Governo che necessita di un periodo adeguato per affermarsi e per produrre i risultati auspicati”. A
ribadirlo sono le
associazioni italiane che rappresentano il comparto italiano dell’involucro edilizio (serramenti, facciate continue e schermature solari). Chiedendo di fatto una proroga del Superbonus 110% a dicembre 2024.
“A causa dell’emergenza Covid-19 – spiegano le associazioni –
il superbonus rischia un avvio lento e tormentato, mentre ecobonus, bonus facciate e bonus casa rischiano una rapida frenata. Basti pensare come l’emergenza sanitaria stia rallentando e frenando i processi decisionali dei condomini e delle famiglie.”
Programmare da subito un arco temporale ampio per la fruibilità dei bonus edilizi, supportato da una quota di risorse del Recovery Fund, significherebbe invece fornire certezze e
programmazione strategica a tutte le attività. E la concreta affermazione degli intenti del Governo in termini di green economy.
Le proposte di RTP per migliorare gli incentivi
Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia anche la
Rete Professioni Tecniche.
RTP ha elaborato un documento riassuntivo, presentato in audizione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sul percorso di attuazione dei cosiddetti Superbonus e sugli interventi necessari per accelerarne l’applicazione.
Vista la comprovata ricettività da parte dei cittadini a questo tipo di incentivi, RTP insiste sull’importanza di continuare su questa strada. Migliorando però quegli aspetti che ne ostacolano il potenziale effetto espansivo.
Superbonus, proroga al 2025
Il primo problema è quello del limite temporale delle misure che riguarda interventi realizzati tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021. Si tratta di un
termine troppo breve per consentire la realizzazione di interventi che richiedono, specialmente in condomini di grandi dimensioni, un tempo congruo solo per comprendere quali interventi effettuare. Per questi motivi, la RPT ha proposto di stabilire un arco temporale che arrivi
almeno fino alla fine del 2025.
Criteri di accesso agli incentivi più flessibili
Una seconda difficoltà è rappresentata dai limiti per l’accesso agli incentivi fiscali che rischiano di ridurre drasticamente la platea dei proprietari interessati. In particolare, il
salto di due classi energetiche da conseguire attraverso gli interventi incentivati non è sempre facile da raggiungere. Secondo la RPT su questo punto occorrerebbe rendere più flessibili i criteri di accesso agli incentivi.
Semplificare le procedure di accesso al Superbonus
Un ulteriore problema, come lamentato da tanti, è l’eccessivo carico di documentazione che famiglie e professionisti sono chiamati a presentare. Soltanto le
asseverazioni legate ai requisiti tecnici sono almeno una trentina. La RPT ritiene che sia necessario rivedere le procedure di accesso alle misure all’insegna della
semplificazione e della
riduzione dei documenti da presentare.
Interventi combinati di efficientamento energetico e verifica di vulnerabilità sismica
Tra le ulteriori proposte avanzate dalla Rete c’è quella di prevedere interventi combinati di efficientamento energetico e di verifica di vulnerabilità sismica. Con l’obiettivo di progettare interventi maggiormente adatti alle caratteristiche dei singoli edifici.
In questa direzione va anche la proposta di inserire gli interventi incentivati attraverso il
Sismabonus in un più organico
Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico che consenta di mettere in sicurezza le aree più esposte ad aventi catastrofici. Tra gli elementi qualificanti del Piano dovrà esserci l’introduzione del fascicolo del fabbricato redatto da un professionista tecnico iscritto ad un ordine o collegio professionale. Compilato sulla base di uno schema-tipo definito da apposito Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Andrebbe inoltre introdotta, tra le
attività detraibili, una
azione di monitoraggio sulle strutture verticali e orizzontali propedeutica alla progettazione degli interventi di risparmio energetico. Questo al fine di evidenziare il grado di rischio sismico e di danneggiamento di ciascuna struttura su cui si interviene, tenuto conto del livello di vetustà di gran parte del patrimonio edilizio esistente.
Meccanismo di sanatoria
C’è poi il nodo della
conformità urbanistica dell’edificio. Considerando la grande confusione che caratterizza, sul tema, gran parte del patrimonio edilizio italiano, al fine favorire la realizzazione degli interventi, la Rete ha proposto di introdurre un meccanismo di sanatoria per cui, in caso di parziale difformità dal titolo edilizio, l’accesso agli incentivi possa essere comunque consentito. A patto che l’intervento sia conforme alla disciplina urbanistica in vigore al 31 agosto 2020.
Proteggere i professionisti tecnici in caso di imprecisioni
Inoltre, considerando la complessità dell’attività che ricade sui professionisti tecnici coinvolti, la Rete ha proposto di prevedere un sistema di
ravvedimento operoso per le attività di progettazione, di certificazione e di attestazione nel caso che si verifichino piccole imprecisioni o errori di compilazione.
Eliminare la copertura assicurativa
Com’è noto, il Superbonus prevede l’obbligo per i professionisti interessati di disporre di adeguata
copertura assicurativa per un massimale non inferiore ai 500mila euro. Considerando che i liberi professionisti già dispongono di una polizza per danni da responsabilità civile professionale, la RPT ritiene che questo sia un onere supplementare iniquo a loro carico. E ha chiesto quindi l’esonero per chi è già coperto.
Lavori Superbonus: rispetto del principio dell’equo compenso
La Rete, poi, ha chiesto che vengano stabiliti dei
criteri di qualificazione delle imprese esecutrici dei lavori. Oltre a una forma di regolamentazione dei rapporti tra general contractor e professionisti tecnici, al fine di garantire il rispetto del principio dell’equo compenso.
Testo Unico degli incentivi
Infine, la RPT ha sottolineato la necessità di un riordino della materia attraverso un
Testo Unico degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico, per gli interventi di mitigazione del rischio sismico e per il rifacimento delle facciate. E l’istituzione di un
Comitato di Coordinamento, anche con funzioni di supporto al legislatore, in grado di predisporre pareri, linee guida e risposte, in ambito tecnico, in materia di Ecobonus e Sismabonus. Portando quindi ad unità le attività informative attualmente svolte da soggetti differenti (Agenzia delle Entrate, Enea e Mise e ulteriori attori).