Immobiliare

Superbonus, fine dei giochi: stop sconto in fattura e cessione credito, nuove sanzioni

Il Governo, su iniziativa del Ministro dell’Economia e delle Finanze, interviene in maniera radicale in seguita a una severissima revisione del deficit per l'anno 2023
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Superbonus, fine dei giochi: stop sconto in fattura e cessione credito, nuove sanzioni

Il recente provvedimento legislativo introdotto dal Governo, su iniziativa del Ministro dell’Economia e delle Finanze, segna una svolta significativa nel panorama delle agevolazioni fiscali legate al settore edilizio e dell’efficienza energetica. In particolare per quanto riguarda il Superbonus, arrivo l’addio definitivo alle opzioni per lo sconto in fattura o per la cessione del credito. In compenso saranno introdotte nuove sanzioni (qui il decreto pubblicato in GUnumero 75 del 29 marzo 2024) .

Le misure introdotte rappresentano una risposta alle necessità di tutela della finanza pubblica, evidenziate da una revisione del deficit per l’anno 2023 che ha portato alla nuova stima del 7,2%. Tale correzione segue le precedenti riviste al rialzo per gli anni 2021 e 2022, basate su dati ISTAT, e pone l’accento sulla sostenibilità delle agevolazioni fiscali in un contesto di crescente attenzione verso la salute economica nazionale.

L’escalation della spesa legata al Superbonus

L’incremento registrato in febbraio, con una spesa che ha toccato i 114 miliardi di euro, evidenzia come le correzioni introdotte non siano ancora riuscite a contenere l’impatto di questa misura sull’economia nazionale. Il balzo di 7 miliardi in un solo mese riflette una accelerazione motivata probabilmente dal tentativo di anticipare i termini per beneficiare dell’aliquota maggiorata del 110% prima della sua riduzione al 70%.

Questa situazione ha portato a una nuova azione correttiva da parte del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, il quale ha espresso preoccupazione per l’effetto della “emorragia dell’irresponsabile stagione del Superbonus” sui conti pubblici. I dati ISTAT mostrano un deficit per il 2023 arrivato al 7,2% del PIL, nettamente superiore alla previsione del 5,3% fatta dal governo a settembre.

La preoccupazione espressa da Giorgetti non è soltanto legata alla sostenibilità immediata delle finanze pubbliche. Si estende infatti anche alle prospettive a medio e lungo termine dell’economia italiana. La corsa agli incentivi, infatti, potrebbe nascondere il rischio di un riallineamento brusco una volta esaurito il periodo di validità del Superbonus, con possibili ripercussioni negative sull’occupazione nel settore edilizio, sulla dinamica dei prezzi nel mercato immobiliare e sulla capacità delle finanze pubbliche di sostenere altri interventi di stimolo economico o sociale.

Le norme previste dal nuovo provvedimento

Il nuovo decreto-legge dal titolo provvisorio “Misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali” promosso dal Ministro dell’economia in ottica Superbonus e non solo, prevede una serie di nuove disposizioni che riguardano l’eliminazione di alcune opzioni di detrazione fiscale, cessione del credito, l’introduzione di sanzioni per l’omessa comunicazione di dati sugli interventi agevolabili, e la sospensione dell’utilizzo dei crediti di imposta in presenza di debiti erariali.

In questa tabella riassumiamo le principali novità.

Misure previste dal decreto Descrizione
Eliminazione delle opzioni per lo sconto in fattura o per la cessione del credito Si elimineranno gli esercizi delle opzioni per lo sconto in fattura o per la cessione del credito in luogo delle detrazioni limitatamente alle fattispecie residue per le quali era ancora vigente tale esercizio, secondo le disposizioni sulla cessione dei crediti bonus fiscali.
Esclusione della remissione in bonis per comunicazioni in scadenza il 04/04/2024 Si escluderà la possibilità di fare ricorso alla remissione in bonis per le comunicazioni aventi scadenza il 04/04/2024. Questo meccanismo di regolarizzazione non sarà dunque applicabile per dette comunicazioni.
Introduzione di misure per acquisire informazioni sugli interventi agevolabili Saranno introdotte misure per raccogliere maggiori informazioni relative agli interventi agevolabili, con sanzioni per chi omette di trasmettere tali dati. Se l’omissione riguarda interventi già avviati, si applicherà una sanzione amministrativa di 10.000 euro. Per i nuovi interventi, invece, è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale. L’obiettivo è assicurare una conoscenza adeguata e tempestiva delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative.
Sospensione dell’utilizzabilità dei crediti di imposta per i bonus edilizi In presenza di iscrizioni a ruolo o carichi affidati agli agenti della riscossione relativi a imposte erariali, nonché ad atti emessi dall’Agenzia delle entrate per importi superiori a 10.000 euro e scaduti i termini di pagamento (a meno che non vi siano provvedimenti di sospensione o piani di rateazione senza decadenza), sarà sospesa l’utilizzabilità dei crediti di imposta riguardanti i bonus edilizi. Questa misura mira a prevenire la fruizione dei bonus da parte di soggetti con debiti verso l’erario.

Superbonus, le eccezioni allo stop alla cessione del credito

Va comunque precisato che le nuove disposizioni non avranno effetti retroattivi. In questo modo si salvaguardano i diritti e le aspettative di coloro che hanno già intrapreso azioni legittime basate sul quadro normativo precedente.

Nello specifico, il decreto mira a colpire principalmente due aree:

  • il terzo settore, inclusi gli Istituti Autonomi per le Case Popolari (IACP);
  • gli interventi nell’ambito del superbonus per le aree colpite da terremoti.

La restrizione sulla possibilità di cedere i crediti e di beneficiare degli sconti in fattura per queste categorie rappresenta una stretta significativa, sebbene siano previste importanti eccezioni.  Non subiranno nessuna restrizione i lavori già iniziati. Sorte analoga, nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati, per quelli nei quali sia già in atto un accordo vincolante tra le partiper la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo“. Ma nella bozza del testo si precisa solo “se gli interventi sono diversi da quelli agevolati ai sensi dell’articolo 119 del citato decreto-legge n. 34 del 2020 e per i medesimi non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo”.

Si precisa, inoltre, che continueranno ad applicarsi le vecchie regole alle spese sostenute in relazione agli interventi per i quali prima dell’entrata in vigore del decreto:

  • sia stata presentata una Cilas per i lavori non condominiali di superbonus
  • sia stata presentata una Cilas e sia stata approvata una delibera per i lavori condominiali di superbonus
  • sia stato richiesto un titolo abilitativo in caso di demolizioni con ricostruzione
  • sia stato richiesto un titolo per i lavori diversi da quelli agevolati con il superbonus.

Superbonus e cessione credito: le prime reazioni

Il CNI, il CNAPPC e la Fondazione Inarcassa hanno commentato negativamente la scelta presa ieri sera dal Consiglio dei Ministri. Infatti tale decisione sta mettendo in subbuglio, in particolare, i professionisti e le imprese che agiscono nelle zone del cratere del terremoto del 2016 in Italia centrale. Il motivo è che “immaginare di completare la ricostruzione delle aree terremotate in tempi rapidi e senza l’utilizzo di fondi pubblici è puramente utopistico. Questa decisione del Governo, inusitatamente drastica, rischia di rendere impossibile l’opera di ricostruzione”.

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