Immobiliare

Superbonus, cambia tutto: stop alla cessione dei crediti

La decisione del Governo provoca una serie di reazioni. Ance e CNA: “Imprese a rischio fallimento e cantieri bloccati”
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Superbonus, cambia tutto: stop alla cessione dei crediti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi ( il decreto 16 febbraio 2023, anche detto PNRR 3). Il Governo ha deciso di bloccare le cessioni dei crediti di tutti i bonus fiscali. Il testo interviene, in particolare, per modificare la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e Superbonus 110%. E ancora: misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche. Nel comunicato del CdM si legge: “Dall’entrata in vigore del decreto, non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per lo sconto in fattura né per la cessione del credito d’imposta. Inoltre, non sarà più consentita la prima cessione dei crediti d’imposta relativi a specifiche categorie di spese; resta invece inalterata la possibilità della detrazione degli importi corrispondenti”.

Superbonus e cessione dei crediti: le norme abrogate

Abrogate le norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti relativi a:

  • spese per interventi di riqualificazione energetica e di interventi di ristrutturazione importante di primo livello (prestazione energetica) per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro;
  • spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.

Introdotto anche il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento.

Responsabilità solidale

Il testo chiarisce il regime della responsabilità solidale nei casi di accertata mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto ai benefici fiscali. Con le nuove norme, ferme restando le ipotesi di dolo, si esclude il concorso nella violazione, e quindi la responsabilità in solido, per il fornitore che ha applicato lo sconto. Anche per i cessionari che hanno acquisito il credito e che siano in possesso della documentazione utile dimostrare l’effettività delle opere realizzate. L’esclusione vale anche per i soggetti, diversi dai consumatori, che acquistano i crediti di imposta da una banca, con la quale abbiano stipulato un contratto di conto corrente, facendosi rilasciare un’attestazione di possesso, da parte della banca o della diversa società del gruppo cedente, di tutta la documentazione. Resta, peraltro, fermo che il solo mancato possesso della documentazione non costituisce causa di responsabilità solidale per dolo o colpa grave del cessionario.

Stop a superbonus e cessione dei crediti, la reazione di Ance

Il blocco della cessione dei crediti ha scatenato le reazioni delle associazioni di categoria. Su tutte Ance. Se davvero sarà confermato il blocco della cessione dei crediti, “migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”, spiega la presidente Ance, Federica Brancaccio. Che poi rincara la dose: “Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione. Come Ance ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un’efficace via d’uscita. Compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat. Dobbiamo intervenire: non c’è più tempo”.

La rabbia di CNA

Dario Costantini, presidente di CNA, in una intervista al quotidiano “La Repubblica” è addirittura tranchant: “Tantissime imprese non usciranno con i furgoni a lavorare”. Il presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato rivela poi che “non avevamo sentore” di una decisione del genere. “Anche se certo ci aspettavamo delle risposte dal Governo. Avevamo posto queste tematiche, l’allarme sulle 40 mila imprese della filiera in enorme sofferenza a causa di tutte le difficoltà legate alla cessione dei crediti”. Si tratta di “imprese che hanno lavorato in osservanza di una legge dello Stato. Facendo lo sconto in fattura perché era una possibilità prevista dalla normativa vigente. Si sono messe in gioco, hanno pagato i materiali, eseguito i lavori con tutte le difficoltà legate alle norme che in corso d’opera sono cambiate in continuazione, non sono state pagate. Ora rischiano la chiusura”.

Superbonus e cessione dei crediti, le ripercussioni sul Sismabonus

Il coro di no alle modifiche apportate dal governo sulla cessione dei crediti Superbonus include anche ISI – Ingegneria Sismica Italiana. L’associazione che riunisce aziende e progettisti specializzati nell’ingegneria sismica ritiene si tratti di un provvedimento iniquo e non democratico a vantaggio di pochi e a svantaggio di tanti. Un provvedimento che si allontana completamente dal concetto di prevenzione sismica sulla quale si sta lavorando.

“Oltre all’allarme economico lanciato da Ance, il Decreto legge appena approvato permetterà interventi di adeguamento sismico esclusivamente a coloro che hanno capienza economica” commenta Andrea Barocci Presidente di ISI – che prosegue “La cancellazione dell’art. 121 del D.L. 34/2020, infatti, vede coinvolte anche le pratiche inerenti al Sismabonus. Pratiche che auspichiamo tutti siano in grado di espletare per mettere in sicurezza le proprie abitazioni e per far si che anche lo Stato riduca il proprio intervento economico dopo ogni terremoto. La cessione del credito e lo sconto in fattura erano dunque un ottimo strumento per dare la possibilità anche ai meno capienti di intervenire strutturalmente. Consideriamo, infatti, che l’80% del nostro patrimonio edilizio è costituito da edifici dei centri storici e da condomini che ospitano situazioni di disomogeneità economica. A questo punto potrà adeguare il proprio edificio solo chi avrà i soldi per farlo. Vogliamo ricordare che quando il terremoto accade colpisce tutti, quindi lo Stato dovrà nuovamente intervenire per coloro che non hanno la capienza economica per potere usufruire dei bonus. Un cane che si morde la coda. Per intenderci, a grandi linee, a meno che non si abbiano tasse da pagare per circa 20 mila euro annui, le detrazioni fiscali non saranno più vantaggiose”.

Chi dovrà intervenire in caso di terremoto – conclude l’ISI in una nota –  sarà nuovamente lo Stato. Tanto valeva quindi lasciare quei soldi a disposizione di tutti e proseguire con lo strumento della cessione del credito.

Superbonus e cessione dei crediti, giudizio negativo dal Cnappc

“Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito per gli interventi legati ai bonus edilizi rappresentano un  colpo inatteso ed una decisione grave che mette a rischio gli impegni  assunti da tante famiglie per il miglioramento della loro casa oltre che  il lavoro di decine di migliaia di professionisti e imprese”.

Così Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli  Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC)  all’indomani della approvazione del Decreto Legge che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti di imposta relativi ai bonus edilizi.

“Serve adottare decisioni in grado di consentire  l’avvio di una fase di transizione che non penalizzi famiglie, professionisti ed imprese insieme ad una strategia, da perseguire nel lungo tempo, che garantisca l’efficienza  energetica  degli edifici in coerenza  con la Direttiva sulle “case green” varata pochi giorni fa dal Parlamento europeo  e verso la quale la decisione del Governo sembra essere in decisa  contraddizione”.

“Il CNAPPC ha più volte sottolineato – continua – la necessità di  migliorare e di semplificare il sistema della cessione del credito e di  trasformare la misura del Superbonus in una strategia strutturale anche con meccanismi di premialità in base agli  obiettivi da raggiungere sia con interventi di efficienza energetica sia in tema di adeguamento sismico del patrimonio edilizio nell’ambito di politiche per la rigenerazione urbana”.

“Constatiamo, invece – conclude Miceli – che le soluzioni indicate non affrontano, anzi acuiscono,  la grave situazione in cui si trovano professionisti ed imprese”.

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