Immobiliare
Superbonus, Bankitalia: crescono gli interventi ma anche i costi per i conti pubblici
Audizione presso la Commissione V della Camera dei Deputati. Importante anche l’impatto da un punto di vista ambientale
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I provvedimenti di incentivazione all’edilizia residenziale come il Superbonus adottati nel 2020 hanno accresciuto la domanda di lavori nel breve periodo. Gli interventi di riqualificazione edilizia agevolati contribuiscono anche, in parte, alla transizione ecologica. Tuttavia, i bonus hanno un costo rilevante per i conti pubblici. Ma non solo: detrazioni con aliquote pari o superiori al 100% possono accrescere i costi, dato che il contribuente – non partecipando in alcun modo alla spesa o partecipando in modo limitato – non ha interesse a contenerli. Sono questi alcuni dei passaggi più interessanti dell’audizione della Banca d’Italia presso la Commissione V (Bilancio, Tesoro e Programmazione) della Camera dei Deputati. Il tema è stato: “Audizione sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia”. Ecco gli elementi emersi.
L’analisi di Bankitalia sul Superbonus
Pietro Tommasino, dirigente del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, ha spiegato che a fine 2022 – rispetto al livello medio del 2018-19 – gli investimenti in costruzioni residenziali sono risultati più elevati di quasi il 40%. Quelli in altre costruzioni sono stati più alti di poco più del 30%; quelli totali di oltre il 20 e quelli in impianti e macchinari e in prodotti della proprietà intellettuale rispettivamente di poco più e di circa il 10%. Bankitalia riferisce che nel biennio 2021-22 la spesa aggiuntiva dovuta al potenziamento dei bonus è stata pari a poco meno della metà del valore degli investimenti che hanno goduto delle agevolazioni. Accanto alla spesa addizionale, vi è infatti una quota di spesa che le famiglie avrebbero effettuato anche in assenza di agevolazioni.Il business delle imprese
I numeri di Bankitalia sono precisi. Il 70% delle imprese operanti nell’edilizia residenziale con almeno 10 addetti ha dichiarato di avere svolto lavori che hanno usufruito del Superbonus nei primi nove mesi del 2022. Nell’Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, condotta trimestralmente dalla Banca d’Italia, la quota di imprese attive nell’edilizia con almeno 50 addetti i cui lavori hanno beneficiato, almeno in parte, del Superbonus si è collocata intorno al 55% alla fine dello scorso anno e al 50% nel primo trimestre del 2023. Percentuali analoghe si riscontrano nelle attese formulate per il 2023. Certo, le continue modifiche normative che hanno alterato ripetutamente la durata, il perimetro di fruizione e le caratteristiche di cedibilità della detrazione, hanno inciso sulle decisioni di investimento, basate su logiche e considerazioni di carattere pluriennale.La transizione ecologica
In generale, la Banca d’Italia ricorda che gli interventi di riqualificazione edilizia agevolati con il Superbonus contribuiscono anche, in parte, alla transizione ecologica. Stando alle prime stime, i benefici ambientali del Superbonus ripagherebbero i costi finanziari in circa 40 anni. Ma non è tutto oro quel che luccica. Le agevolazioni hanno un costo rilevante per i conti pubblici, con interventi il cui prezzo finale si è rivelato molto superiore alle stime iniziali. Una conferma degli “inconvenienti in termini di trasparenza delle somme effettivamente stanziate e di controllo dei conti connessi con l’utilizzo dei crediti di imposta come strumento di politica di bilancio”, sostiene Tommasino. Ecco perché l’obiettivo deve essere “disegnare incentivi in materia di efficienza energetica che siano stabili nel lungo periodo e sostenibili per le finanze pubbliche”.Politiche pubbliche
In audizione Pietro Tommasino ha ricordato, infine, che andranno messi a fuoco gli obiettivi delle politiche pubbliche in ambito abitativo. L’obiettivo è non limitarle alla sostenibilità ambientale e al sostegno congiunturale al settore edilizio. E’ necessario prevedere:- l’efficienza dei mercati (delle nuove abitazioni, di quelle preesistenti e degli affitti);
- la disponibilità di abitazioni di qualità a prezzo accessibile (in primo luogo per le famiglie con redditi più bassi);
- il rispetto dell’estetica e della qualità delle architetture e dell’urbanistica.