Immobiliare

Superbonus, Ance invoca la proroga al 2023 e procedure semplificate

I costruttori in audizione tornano a chiedere garanzie sull’estensione dell’agevolazione e stilano una lista delle semplificazioni prioritarie
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Superbonus, Ance invoca la proroga al 2023 e procedure semplificate

“Senza un’azione decisa sulla proroga immediata del Superbonus al 2023 e sulla semplificazione dello strumento si spegnerà uno dei grandi motori della ripresa del Paese.” Con questa affermazione il Presidente dell’Ance Gabriele Buia ha iniziato l’audizione informale tenutasi lo scorso 13 maggio presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera sull’applicazione del Superbonus 110%.

Di settimana in settimana, i dati forniti dall’Enea confermano la continua crescita del numero dei cantieri, in tutta Italia. Anche se in realtà lo strumento è operativo da pochissimi mesi, i dati sono molto incoraggianti. Parlano di circa 13.000 interventi, con una prevalenza delle case unifamiliari, per un totale di 1,6 miliardi di euro, con un importante impatto anche in termini di posti di lavoro.

Rispetto a tali auspici, però, il PNRR non ha indicato chiaramente quale sarà il futuro di questa misura. Al riguardo, pur avendo il Presidente Draghi sottolineato la volontà di prorogarlo a tutto il 2023, per sostenere pienamente la “rivoluzione verde” alla base del Piano, ad oggi non c’è alcuna garanzia che questo avvenga. Se non un impegno a rivedere il tutto con la prossima Legge di Bilancio.

In questo clima di incertezza, ha evidenziato Buia è impensabile si possano programmare attività, investimenti, assunzioni. E con tempi così brevi la scarsità di offerta spinge in alto i prezzi dei materiali.

Superbonus in condominio: servono almeno 18 mesi

Punto centrale resta la questione dei condomini. In un condominio, riferisce Ance, il tempo complessivo richiesto dall’inizio delle procedure alla fine dei lavori è mediamente di 18 mesi.

Per il Superbonus occorrono 36 procedure complesse, suddivise in 8 fasi. Nonché:

  • almeno cinque assemblee prima di avviare i lavori
  • attese anche di 6 mesi per accedere ai documenti di alcuni Comuni per la verifica della conformità edilizia
  • circa 40 documenti da caricare nelle piattaforme per la cessione del credito
  • incidenza del fattore climatico che allunga i tempi di realizzazione
  • i progetti di demolizione e ricostruzione, che sono la vera rigenerazione urbana, hanno bisogno di tempi più lunghi, connessi a tutta la fase di acquisizione del vecchio immobile, della sua demolizione, della ricostruzione e della successiva vendita che deve comunque avvenire entro la scadenza dell’agevolazione, oggi fissata al 30 giugno 2022. Con questi progetti, è possibile ottenere il top dell’efficientamento energetico e della messa in sicurezza sismica delle abitazioni delle famiglie italiane. Ma con tempi così stretti (è rimasto poco più di un anno), si bloccano le operazioni.

Le priorità per la semplificazione

Il Presidente ha quindi individuato le priorità in materia di semplificazione che riguardano la necessità di:

  • semplificare l’accertamento dello stato legittimo degli edifici. Secondo un’indagine Ance, per circa il 37% delle imprese la principale difficoltà nell’attuazione del Superbonus riguarda la verifica della conformità edilizia, legata per lo più all’inerzia della P.A. di rilasciare, in maniera preventiva, i titoli edilizi. In alcuni casi ci vogliono 6 mesi. La proposta è di prevedere sempre la CILA  (con esclusione solo degli interventi di demolizione e ricostruzione). E, come già previsto nella modulistica per la presentazione della pratica, non richiedere le verifiche di conformità ma indicare esclusivamente gli estremi del solo titolo che ha autorizzato la costruzione dell’immobile superando così anche il problema della decadenza dal beneficio fiscale.
  • semplificare le procedure di rilascio dell’autorizzazione per gli immobili ricadenti in zona paesaggistica. La proposta Ance è di stabilire una procedura speciale che riduca fortemente i termini (30 giorni) demandando alla sola Sovrintendenza il rilascio dell’autorizzazione ordinaria e al Comune quella semplificata.
  • estendere l’agevolazione agli immobili delle imprese;
  • intervenire sulla demolizione-ricostruzione in caso di piani di recupero. È necessario rendere fruibile l’agevolazione anche per le demolizioni ricostruzioni realizzate nell’ambito di piani urbanistici di recupero approvati prima del 1 gennaio 2017 anche se la demolizione è stata eseguita prima di questa data.

Le altre modifiche necessarie

A queste misure di semplificazioni si aggiungono alcune necessità di carattere interpretativo in materia di:

  • requisiti di miglioramento energetico per immobili vincolati,
  • possibilità di cessione o sconto per gli acconti relativi agli interventi di demolizione e ricostruzione,
  • possibilità di correzione delle asseverazioni per il tecnico abilitato/professionista,
  • semplificazione per l’occupazione del suolo pubblico nell’ambito di realizzazione dei cappotti termici
  • possibilità per il tecnico di dimostrare il miglioramento della classe energetica (tramite APE) senza considerare tutte le unità immobiliari presenti ma almeno la metà di queste se rappresentano almeno il 50% della superficie utile complessiva dell’edificio.

Occorre, in conclusione, fare in modo che questo strumento- conclude Ance- possa dispiegare fino in fondo i propri effetti positivi, altrimenti si rischia l’arresto incomprensibile di un processo di crescita e di riqualificazione edilizia che a parole invece tutti invocano.

Il testo dell’Audizione di Ance.
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