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La Sardegna frena il Salva Casa: stop alle mini case

Il recepimento selettivo del Salva Casa da parte della Sardegna può aprire un precedente rilevante anche per altre Regioni
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La Sardegna frena il Salva Casa: stop alle mini case

La Regione Sardegna recepisce il Salva Casa con un approccio selettivo, salvaguardando gli standard minimi di abitabilità e scegliendo di non allinearsi alle disposizioni più controverse del decreto. La scelta operata dalla Regione potrebbe rappresentare un precedente rilevante per altre Regioni intenzionate a modulare localmente le politiche edilizie.

Salva casa: la scelta autonoma della Sardegna

Lo scorso 12 giugno, il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato il Disegno di legge n. 83/A, dando forma a un recepimento del Salva Casa (D.L. 69/2024, convertito nella L. 105/2024) che si distingue radicalmente da quello adottato in altre Regioni. Non si tratta di una mera trasposizione normativa, bensì di una rielaborazione critica e ponderata, finalizzata a coniugare le esigenze di semplificazione con la salvaguardia della qualità edilizia e del tessuto urbano isolano.

Mini case? No grazie

A differenza di quanto auspicato dal Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha sollecitato le Regioni ad adottare integralmente le novità nazionali in nome dell’unitarietà della disciplina edilizia, la Sardegna ha detto no alla possibilità di ridurre la superficie minima abitabile da 28 a 20 metri quadrati e all’abbassamento dei limiti di altezza interna da 2,70 a 2,40 metri.

Abitazioni da 20 mq sono poco più grandi di un posto auto“, ha dichiarato l’assessore regionale all’Urbanistica, Francesco Spanedda, ritenendo inaccettabile la standardizzazione di soluzioni ritenute insostenibili nel contesto sardo.

Sì alla semplificazione, ma nel rispetto della realtà isolana

La Regione ha invece accolto tutte le disposizioni in grado di aiutare i cittadini a regolarizzare difformità edilizie pregresse, soprattutto per quegli immobili costruiti prima del 1980, spesso soggetti a difformità non sostanziali. Il recepimento include il nuovo art. 36-bis sull’accertamento di conformità per parziali difformità e variazioni essenziali, prevedendo sanzioni definite:

  • 500 euro per singola unità immobiliare in caso di difformità parziali
  • 1.000 euro per variazioni essenziali.

Tra le parti escluse dal recepimento spiccano le disposizioni sull’agibilità semplificata e i cambi di destinazione d’uso. La Regione ha motivato tale scelta affermando che la normativa edilizia sarda è già più avanzata di quella nazionale. Il rischio, secondo Spanedda, è favorire fenomeni speculativi o introdurre deroghe incompatibili con l’identità territoriale.

Tutte le novità introdotte

Il recepimento del Salva Casa si è concretizzato in un’importante riforma della legge regionale n. 23/1985, che viene completamente riscritta nei suoi snodi fondamentali. Le novità più rilevanti introdotte dal DdL approvato includono:

  • Art. 1: inserisce un nuovo comma all’art. 2 della legge 23/1985, stabilendo che le disposizioni regionali prevalgono su eventuali difformità presenti negli strumenti urbanistici vigenti.
  • Art. 2: introduce quattro nuovi articoli: definisce gli interventi edilizi, disciplina lo stato legittimo dell’immobile, regolamenta l’attività edilizia in assenza di pianificazione urbanistica, recependo l’art. 9 del D.P.R. 380/2001; specifica le caratteristiche dei titoli abilitativi.
  • Articoli 3-7: riscrivono le norme su opere soggette a permesso, totale difformità, variazioni essenziali e difformità parziali, con riferimenti aggiornati alla normativa statale.
  • Art. 8-11: modificano le regole in materia di sanatoria, agibilità e tolleranze costruttive, allineandole agli articoli 31, 34, 34-bis del D.P.R. 380/2001.
  • Art. 12-14: aggiornano la disciplina su SCIA, mutamenti di destinazione d’uso ed edilizia libera, introducendo nuovi commi e chiarimenti applicativi.
  • Art. 15-20: riformano le disposizioni in materia di rilascio titoli edilizi, parcheggi privati, lottizzazioni abusive, sanzioni e oneri concessori.
  • Art. 21-23: intervengono su vigilanza edilizia, certificati di agibilità e controlli, semplificando le procedure e i riferimenti normativi.

Recepimento Salva Casa in Sardegna: la possibile impugnazione del Governo

Il recepimento selettivo della Sardegna ha già sollevato le critiche del MIT. Salvini ha ribadito che le misure introdotte a livello nazionale mirano a garantire diritti civili e sociali uniformi su tutto il territorio, anche in tema di abitazione. Il contrasto istituzionale si inserisce in un contesto già segnato da tensioni tra Governo centrale e Regioni sul tema delle competenze concorrenti in materia urbanistica.

Ma la Regione Sardegna, rivendicando la propria autonomia legislativa, sembra pronta ad affrontare il rischio di un’impugnazione da parte del Governo, nel nome di un equilibrio normativo più adatto alla sua realtà.

Il rischio di uno scontro giuridico è alto, ma potrebbe anche aprire un precedente rilevante per altre Regioni intenzionate a modulare localmente le politiche edilizie.

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