Legge di Bilancio 2024: Superbonus, Ponte sullo Stretto, caro materiali, polizze anti-calamità,

Il disegno di legge di Bilancio 2024 è stato inviato al Parlamento. Ecco alcuni temi di interesse per i professionisti tecnici.
Superbonus (art. 18)
La Legge di Bilancio 2024 modifica gli articoli 67 e 68 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir, dpr n. 917 22 dicembre 1986), nel senso di evitare speculazioni nella vendita di immobili rivalutati grazie a interventi agevolati con il Superbonus. A tale fine, nel calcolo della tassazione del 26% delle plusvalenze – costituite dalla differenza tra i corrispettivi percepiti nel periodo di imposta e il prezzo di acquisto o il costo di costruzione del bene ceduto, aumentato di ogni altro costo inerente al bene medesimo – inerenti a immobili comprati, riqualificati e rivenduti, vengono inclusi i costi relativi agli interventi agevolati con il Superbonus 110%, se il bene immobile sarà rivenduto prima di dieci anni dalla fine dei lavori agevolati, e il cedente abbia optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito.
Sono esclusi dal calcolo delle plusvalenze i costi sostenuti per interventi agevolati con il Superbonus 110% in “immobili acquisiti per successione e quelli che siano stati adibiti ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari per la maggior parte dei dieci anni antecedenti alla cessione o, qualora tra la data di acquisto o di costruzione e la cessione sia decorso un periodo inferiore a dieci anni, per la maggior parte di tale periodo”.
Nella determinazione della base imponibile, non si terrà conto delle spese relative agli interventi agevolati conclusi da non più di cinque anni all’atto della cessione, qualora si sia fruito dell’incentivo nella misura del 110 per cento e siano state esercitate le opzioni dello sconto in fattura o della cessione del credito. Nel caso in cui gli interventi agevolati si siano conclusi da più di cinque anni all’atto della cessione, nella determinazione dei costi inerenti al bene si terrà conto del 50 per cento di tali spese, qualora si sia fruito dell’incentivo nella misura del 110% e siano state esercitate le suddette opzioni.
Ricordiamo che il Superbonus sulle spese sostenute dal primo gennaio 2023 al 31 ottobre 2023 per interventi di efficienza energetica, sismabonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, va richiesto entro martedì 31 ottobre dalle persone fisiche con reddito Isee inferiore a 15mila euro proprietarie dell’immobile o che abbiano un diritto reale di godimento, ma l’agevolazione non potrà superare il 10% delle spese complessive ammesse allo sconto, fino a un massimo di 9.600 euro.
La misura del bonus riconosciuto sarà determinata in base al numero di domande presentate e la percentuale di ripartizione sarà comunicata dall’Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre 2023. Il pagamento dei contributi verrà effettuato mediante accredito sul conto corrente che i beneficiari avranno indicato nell’istanza.
Se non dovessero essere sufficienti i 20 milioni di euro che il governo ha stanziato per questa misura, il contributo verrà assegnato in percentuali ridotte, ma mai inferiori al 10%; se le risorse non fossero sufficienti a coprire nemmeno il 10% delle richieste, i beneficiari riceveranno ugualmente il 10% dell’importo richiesto e le domande saranno finanziate in ordine cronologico partendo dal primo bonifico effettuato dai contribuenti una volta che il Fisco determinerà gli importi disponibili.
Polizze anti calamità naturali (art. 24)
Le imprese con sede legale in Italia e le imprese aventi sede legale all’estero con una stabile organizzazione in Italia, tenute all’iscrizione nel Registro delle imprese, dovranno sottoscrivere, entro il 2024, polizze contro i danni da catastrofi naturali, quali i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni.
Le imprese che non assolvono tale obbligo incorreranno in una sanzione amministrativa pecuniaria compresa fra 200mila e un milione di euro; inoltre, “dell’inadempimento si terrà conto nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali.”
Le imprese di assicurazione potranno offrire tale copertura sia assumendo direttamente l’intero rischio sia in coassicurazione sia in forma consortile mediante una pluralità di imprese. In tale ultimo caso il consorzio deve essere registrato presso la CONSAP Spa e approvato dall’IVASS che ne valuta la stabilità. Per l’adempimento dell’obbligo di assicurazione, il contratto deve prevedere un eventuale scoperto o franchigia non superiore al 15 per cento del danno e l’applicazione di premi proporzionali al rischio.
La riassicurazione per queste polizze nei confronti delle compagnie assicurative dovrebbe essere garantita da SACE, il gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che assicurerà la copertura pubblica fino al 50 per cento degli indennizzi, “e comunque non superiore a 5.000 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.”
Secondo Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani. “Invece di obblighi e penalizzazioni a carico delle imprese, andrebbero previsti interventi di incentivazione, ad esempio attraverso un’adeguata detraibilità delle spese sostenute per i premi assicurativi e la promozione di fondi assicurativi con garanzie di natura collettiva.” Occorrono anche “meccanismi e sistemi di monitoraggio atti a verificare che la garanzia pubblica migliori le condizioni dei contratti sottoscritti dalle imprese.”
Plastic e sugar tax nella Manovra finanziaria 2024 (art. 11)
Sesto rinvio, questa volta fino al 1° luglio 2024, dell’entrata in vigore di plastic e sugar tax, le imposte introdotte nel 2019 sul consumo di imballaggi usa e getta in plastica non compostabile e sulle bevande edulcorate. La plastic tax è un’imposta dal valore fisso di 0,45 euro che produttori, importatori e consumatori dovrebbero pagare per ogni chilo di prodotti in plastica, venduti o acquistati. La sugar tax è un’imposta che colpisce il consumo di bevande analcoliche edulcorate nella misura di 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti e 0,25 euro per kg nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione. Il gettito fiscale sarebbe intorno ai 650 milioni ma l’applicazione delle imposte è praticamente impossibile da controllare.
Mitigazione della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici (art. 71)
E’ istituito il nuovo Fondo per il finanziamento di un Programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, da 45 milioni per il 2024 e 60 milioni l’anno dal 2025 al 2028. Una cabina di coordinamento per la mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica, presieduta congiuntamente dal Capo del Dipartimento Casa Italia e dal Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, dovrà approntare il Programma individuando:
- le priorità di intervento,
- il quadro finanziario,
- le modalità di monitoraggio sullo stato di attuazione,
- le modalità di revoca dei finanziamenti.
Il Programma sarà articolato in diverse linee di azione, delle quali saranno responsabili le Amministrazioni di settore.
Come punta la Manovra finanziaria 2024 a contrastare l’evasione fiscale?
L’articolo 23 sulle modalità per contrastare l’evasione fiscale prevede che “al fine di assicurare la massima efficienza dell’attività di riscossione, semplificando e velocizzando la medesima attività, nonché impedendo il pericolo di condotte elusive da parte del debitore, l’agente della riscossione può avvalersi, prima di avviare l’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie al predetto fine, da chiunque detenute”.
Ponte sullo Stretto (art. 56)
La legge di Bilancio 2024 autorizza “la spesa complessiva di 11.630 milioni di euro, in ragione di 780 milioni per l’anno 2024, 1.035 milioni per l’anno 2025, 1.300 milioni per l’anno 2026, 1.780 milioni per l’anno 2027, 1885 milioni per l’anno 2028, 1.700 milioni per l’anno 2029, 1.430 milioni per l’anno 2030, 1.460 milioni per l’anno 2031 e 260 milioni per l’anno 2032″ per consentire l’approvazione da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess) entro l’anno 2024 del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, nelle more dell’individuazione di ulteriori fonti di finanziamento atte a ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato.
Entro il 30 giugno di ogni anno sino all’entrata in esercizio dell’opera, “il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti presenta informativa al Cipess sulle iniziative intraprese ai fini del reperimento di ulteriori risorse a copertura dei costi di realizzazione dell’opera. Con apposite delibere, su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze, il Cipess attesta la sussistenza delle ulteriori risorse di cui al precedente periodo determinando conseguentemente la corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui al primo periodo e la relativa articolazione annuale”.
Il WWF fa notare che le stime dei costi indicati nella legge di Bilancio non corrispondono a quelle contenute nel precedente Documento di Economia e Finanza (Def), in cui il Governo aveva calcolato prudenzialmente un fabbisogno di almeno 14,6 miliardi di euro (compresi i costi dei collegamenti ferroviari ma non di quelli stradali). In realtà, sottolinea il WWF, nessuno sa quanto costerà il ponte, dove e come saranno reperite le risorse e in quanto tempo saranno ammortizzate le spese, dato che ad oggi non esiste un Piano Economico-Finanziario che attesti la redditività dell’intervento, né una Valutazione di Impatto Ambientale che dimostri la sostenibilità degli interventi.
Caro materiali (art. 57)
La dotazione per far fronte al caro-materiali è aumentata di 200 milioni di euro e prorogata fino al 31 dicembre 2024. La legge di bilancio prevede infatti uno stanziamento di 700 milioni per il prossimo anno invece dei 500 precedentemente previsti e altri 100 milioni per il 2025. La norma, in scadenza alla fine del 2023, aveva stanziato 1,1 miliardi di euro per l’anno in corso.
Articolo aggiornato il 31/10/2023