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Per gli affitti brevi ora sono vietati le key box e il self check in

Una circolare del Ministero dell'Interno ribadisce l'obbligo, per i gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipo, anche per soggiorni brevi, di identificazione personale dell'ospite de visu
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Per gli affitti brevi ora sono vietati le key box e il self check in

Divieto di utilizzare pulsantiere o sistemi da remoto, le cosiddette key box, per l’accoglienza degli ospiti in strutture ricettive e locazioni brevi, quello che si definisce self check in. Lo ha stabilito il Ministero dell’Interno, con la circolare n. 38138 del 18 novembre 2024, di immediata applicazione, anche in vista di eventi come il G7 Turismo e il Giubileo 2025 e nel quadro di una situazione internazionale “caratterizzata da eventi che a vario modo impongono un elevato livello di allerta“.

La motivazione del provvedimento fa riferimento all’obbligo sancito all’art. 109 TULPS di identificare l’ospite di persona al momento dell’arrivo, verificando che i documenti presentati corrispondano alla sua identità reale, e di comunicare i dati alla Questura secondo le modalità indicate nel decreto del Ministero dell’Interno del 7 gennaio 2023 (modificato dal dm 16 settembre 2021).

Gli obblighi di identificazione degli ospiti di strutture ricettive di ogni genere e tipo

Tale norma è stata ritenuta legittima dalla Corte costituzionale nell’ordinanza n. 262 del 2005, giacché “l’obbligo di comunicazione delle generalità delle persone alloggiate imposto dall’art. 109, terzo comma, è volto a consentire all’autorità di polizia la più rapida cognizione dei nominativi degli ospiti dell’albergo al fine di garantire, appunto, la sicurezza pubblica nell’ambito dei compiti d’istituto individuati dall’art. 1 TULPS.” Il Ministero conferma che l’obbligo di identificazione e comunicazione dell’identità degli ospiti riguarda anche i gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipologia, anche per soggiorni di durata inferiore ai 30 giorni, e per chi effettua lo scambio reciproco di abitazioni e appartamenti per un determinato periodo di tempo, tramite la piattaforma HomeExchange. Si ricordi a tale proposito le ultime disposizioni in merito al CIN, ad esempio.

Key box e self check in e i precedenti di Firenze e altre città italiane

Il divieto di accoglienza da remoto arriva dopo una serie di azioni dimostrative a Firenze, Roma, Napoli e Milano contro il turismo di massa alimentato anche dalla pratica sempre più diffusa degli affitti brevi, che svuotano di residenti i centri storici delle città italiane e permettono, tramite appunto l’uso di key box, il soggiorno presso la struttura ricettiva senza controllo da parte dell’autorità di pubblica sicurezza.  Un sistema che certamente alleggerisce gli oneri a carico di chi fa ospitalità e consente flessibilità di orari per i soggiornanti ma confligge con le esigenze di pubblica sicurezza, dato che l’ospitante non è in grado di verificare la corrispondenza tra documenti presentati on line e l’identità effettiva degli ospiti, e persino il loro numero.

Gli affitti brevi in Italia tra business e normative

Il business degli affitti brevi in Italia ha assunto dimensioni ragguardevoli. Secondo i dati dell’Aigab (Associazione italiana gestori affitti brevi), interessa 640mila immobili per 2,5 milioni di posti letto. Il 96% appartiene a singoli proprietari, mentre il 25% è gestito da operatori professionali, per un totale di circa 30mila gestori specializzati.

In base alla circolare, l’ospitante dovrà verificare de visu l’identità dell’ospite, rifiutando quello privo di documento o con documento non suo, mentre dovrà segnalare i casi dubbi alle autorità di p.s. La rimozione delle key box sarà presumibilmente a cura delle amministrazioni comunali e delle soprintendenze. L’obbligo di accogliere gli ospiti in persona è già stato disposto dal Comune di Venezia nell’art. 5 del “Regolamento per lo svolgimento di attività di locazione esclusivamente per finalità turistiche per un periodo superiore a 120 giorni anche non consecutivi ad anno solare”, mentre a Roma si sta studiando un sistema di quote massime di locazioni brevi per quartiere.

Anche il Comune di Firenze  si è attivato nel porre al bando le keybox per motivi di decoro urbano e sicurezza pubblica, con una delibera retroattiva che impone la rimozione dei dispositivi per il check in da remoto dalle facciate dei palazzi all’interno del centro storico riconosciuto come patrimonio Unesco. Per rendere effettiva la delibera, si dovrà modificare il regolamento Unesco, con il consenso della Regione Toscana e della Soprintendenza. L’iter sarà completato entro il 2025, ma la retroattività del provvedimento comunale implica che anche le keybox già installate dovranno essere rimosse.

Come si procede adesso per il check in degli affitti brevi?

A supporto della circolare del Ministero dell’Interno, il portale Alloggiati Web ha pubblicato un avviso urgente che ribadisce:

  • identificazione personale obbligatoria: l’ospite deve essere riconosciuto di persona;
  • stop al check-in da remoto: non sono consentiti strumenti telematici o digitali per l’identificazione;
  • comunicazione obbligatoria: i dati verificati in presenza devono essere trasmessi tramite il portale Alloggiati Web.
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