Per la rigenerazione urbana si rende accessibile un fondo di 80 milioni in due anni
Nel decreto economico approvato dal Consiglio dei ministri del 20 giugno 2025, per il finanziamento di attività economiche e imprese, e interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali, è inserita una disposizione che permette di utilizzare un fondo per l’avvio di opere indifferibili agli interventi che, su indicazione delle amministrazioni titolari, non sono più finanziati a valere sulle risorse del Pnrr, a condizione che alla data del 31 dicembre 2025 siano stati aggiudicati gli appalti per l’esecuzione dei lavori. In particolare, il fondo destina 80 milioni di euro in due anni alla rigenerazione urbana.
Confcommercio ha accolto con favore l’introduzione del fondo per la rigenerazione urbana, sottolineando che si tratta di un “segnale importante che riconosce la necessità di intervenire nei centri urbani italiani, sempre più colpiti dal degrado e dalla desertificazione commerciale. Tuttavia, la dotazione finanziaria è ancora troppo limitata rispetto alle reali esigenze del territorio”.
Fondo per la rigenerazione urbana, perché è importante: le cifre
Secondo l’annuale analisi sulla “Demografia d’impresa nelle città italiane” realizzata dal Centro Studi Confcommercio, a Potenza in dodici anni (2012-2024) il centro storico ha perso 115 esercizi (nel 2024 sono 322 contro i 437 del 2012) e l’area non centro storico ne ha persi 79 (nel 2024 sono 400 contro i 479 del 2012). In controtendenza solo alberghi-bar-ristoranti nel centro storico diventati 123 (nel 2012 erano 120) e nell’area non centro storico, dove adesso sono 215 (nel 2012 erano 148).
Ora si tratta di capire come queste risorse si integreranno con gli strumenti già attivi, come il Pnrr e i fondi europei. Occorre, secondo Confcommercio, istituire un’Agenda Urbana Nazionale con visione di lungo termine e risorse stabili, capace di affrontare in modo strutturale le priorità delle città: i Distretti Urbani per lo Sviluppo Economico, l’innovazione nella logistica e mobilità, la rivitalizzazione degli spazi pubblici e la riapertura dei negozi sfitti.
Secondo Paolo Testa, responsabile Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio, “la desertificazione commerciale continua, dunque, a rappresentare un elemento di depauperamento economico e sociale dei centri urbani che, tenendo conto anche della contestuale riduzione del numero di sportelli bancari, rischia di trasformarsi in un vero e proprio declino delle città. È un fenomeno che va contrastato con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività e in questa direzione va il progetto Cities di Confcommercio che ha elaborato le prime proposte per la rigenerazione delle città”.