Crisi abitativa in Europa, la risposta della BEI: 10 miliardi per case sostenibili e affitti calmierati

Mentre in tutta Europa si aggrava la crisi dell’abitare, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e il Parlamento UE lanciano un ambizioso piano per rispondere all’emergenza abitativa con investimenti su larga scala e politiche abitative coordinate. Il progetto mira a costruire e ristrutturare un milione di unità abitative entro il 2030, con un plafond da 10 miliardi di euro e l’obiettivo di calmierare i canoni, migliorare l’efficienza energetica e garantire maggiore equità abitativa in tutti gli Stati membri.
Emergenza abitativa in Europa: un piano per l’edilizia sociale
Il piano straordinario annunciato dalla Banca Europea per gli Investimenti si fonda su tre pilastri operativi: la promozione della collaborazione pubblico-privato per ampliare l’offerta abitativa, il sostegno diretto al settore delle costruzioni per incentivare una filiera edilizia più efficiente e sostenibile, e un vasto programma di ristrutturazioni del patrimonio esistente in chiave energetica.
L’intervento mira ad accompagnare gli Stati membri nel superamento di uno dei nodi più critici delle politiche urbane: l’accesso alla casa per fasce sempre più ampie di popolazione. “Intendiamo offrire ancora un milione di unità abbordabili e sostenibili entro il 2030 – ha dichiarato Ioannis Tsakiris, vicepresidente della BEI – grazie a piani di ristrutturazione e nuovi edifici, cercando di fare tutto il possibile per costruire alloggi a canoni accessibili. Questo è il piano”.
Non si tratta solo di finanziare edilizia popolare, ma di rendere sistemica una visione integrata dell’housing sociale a livello europeo, coinvolgendo anche soggetti privati, operatori del terzo settore e pubbliche amministrazioni locali.
In quest’ottica, la BEI metterà a disposizione 10 miliardi di euro in prestiti a tasso agevolato, prevedendo anche un supporto tecnico per gli enti territoriali meno attrezzati. “Stiamo ampliando in modo significativo il nostro sostegno al settore abitativo in termini di dimensione, scala e impatto – ha proseguito Tsakiris –. Solo quest’anno abbiamo aumentato il nostro supporto del 40% rispetto all’anno precedente”.
Un’attenzione particolare sarà dedicata ai contesti urbani e semi-urbani dove più si avverte la tensione tra domanda e offerta abitativa, attraverso strumenti che combinano finanza agevolata, partenariati e monitoraggio costante dell’impatto sociale.
Un’urgenza condivisa da tutte le città europee
La crisi abitativa non è più una questione nazionale o locale, ma si configura ormai come una vera emergenza europea. A sottolinearlo è anche Irene Tinagli, eurodeputata e presidente della commissione speciale del Parlamento europeo dedicata all’housing: “L’accesso a case a prezzi abbordabili oggi è un problema in quasi tutte le grandi città europee. Bisogna assolutamente intervenire il prima possibile”.
A crescere non è solo la difficoltà di accesso per le famiglie a basso reddito, ma anche quella per i giovani, i lavoratori precari, i migranti e i single, che spesso vengono esclusi dal mercato per mancanza di strumenti di sostegno o per un’offerta inadeguata rispetto alle nuove esigenze sociali. “Sappiamo che le risorse, l’accesso ai finanziamenti e agli strumenti finanziari rappresentano un aspetto critico per molte amministrazioni locali e nazionali – ha aggiunto Tinagli –. In molti casi i sindaci hanno progetti già pronti e ben strutturati, ma incontrano enormi difficoltà nell’ottenere i fondi necessari per realizzarli”.
Il nuovo piano abitativo europeo, dunque, nasce anche per colmare quel divario sistemico tra programmazione e capacità attuativa, affiancando i territori in un percorso di rafforzamento amministrativo e tecnico. “Riteniamo che la BEI possa e debba diventare un attore strategico, un partner essenziale per sostenere gli sforzi che la Commissione europea e le altre istituzioni stanno portando avanti per garantire alloggi dignitosi e sostenibili”, ha ribadito Tinagli.
La nuova agenda urbana europea – incentrata sull’inclusione sociale, la sostenibilità e l’efficienza energetica – trova così nell’housing una delle sue sfide più emblematiche: quella di tradurre la crescita economica in coesione territoriale. La casa, insomma, torna ad essere un diritto da garantire e non un privilegio da conquistare.