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Approvata la Nadef 2023: il peso del Superbonus sul deficit

Il conto, in aumento, di 80 miliardi da pagare per il Superbonus incide sulla Nadef 2023: il deficit per quest'anno è previsto al 5,3% 
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Approvata la Nadef 2023: il peso del Superbonus sul deficit

Il Consiglio dei Ministri n. 52 del 27 settembre 2023 ha approvato la Nadef 2023, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanze. E il Superbonus continua ad essere, suo malgrado, protagonista nella voce debiti, in vista della definizione della Legge di Bilancio.

Deficit e Superbonus: cosa significa per la Nadef 2023

Per quanto riguarda il profilo del debito i bonus edilizi comportano un sostanziale incremento del fabbisogno pubblico nel corso della legislatura. Il deficit 2023 previsto per quest’anno 4,5% sarà invece al 5,3%  per l’effetto (pari allo 0,9%) del Superbonus, come spiegato a margine del Consiglio dei Ministri dal Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. Per il 2024 invece l’asticella del deficit viene alzata sia sul quadro tendenziale (a legislazione vigente) che su quello programmatico, rispettivamente fissati al 3,6 e al 4,3% (da rispettivamente 3,5 e 3,7): il risultato è che la dote per la manovra ricavata in deficit passa da 4,5 a 14 miliardi. Il debito pubblico è “sostanzialmente stabilizzato”, assicura Giorgetti. Il percorso di riduzione è confermato, dal 140,2% del 2023 al 139,6% nel 2026. Ma anche qui il Superbonus incide pesantemente.

“Non diminuisce come auspicato perché il conto da pagare dei bonus edilizi, in particolare il Superbonus: sono i famosi 80 miliardi, ahimé in aumento, in 4 comode rate”, spiega Giorgetti. Senza questo effetto, “il debito sarebbe più basso di un punto percentuale ogni anno”.  La previsione sull’ammontare complessivo della Legge di Bilancio si aggira sui 20 miliardi di euro. A livello di tempistiche invece è importante ricordare che entro il 15 ottobre deve essere inviato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, mentre entro il 20 ottobre la legge di bilancio deve arrivare alle Camere per la discussione.

Superbonus: bocciati tutti gli emendamenti

Durante l’iter di conversione del decreto Asset (entrato in vigore il 10 ottobre 2023 la legge 9 ottobre 2023, n. 136 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 10 agosto2023, n. 104,) gli emendamenti presentati in sede di conversione, con le proposte di proroga per la Super agevolazione, non sono stati approvati. Quindi, come già anticipato dal Ministro Giorgetti, il Governo non intende derogare ulteriormente l’agevolazione fiscale nel 2024. L’unica proroga Superbonus operativa contenuta nel decreto Asset è quella che interessa le unifamiliari a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo.

Gli obiettivi del Governo con la Nadef 2023

La NADEF predisposta dal Governo tiene in considerazione la complessa situazione economica internazionale, l’impatto della politica monetaria restrittiva, con l’aumento dei tassi d’interesse, e le conseguenze della guerra in Ucraina. Il quadro di finanza pubblica riflette un’impostazione prudente, con una revisione delle stime di crescita per il 2023-2024 a causa del rallentamento dell’economia in corso. Tale rallentamento e l’andamento dell’inflazione richiedono tuttavia una politica di sostegno ai redditi reali delle famiglie, in particolare quelle con redditi più bassi. Anche grazie alla conferma del taglio del cuneo fiscale sul lavoro, la pressione fiscale per il 2024 è prevista in riduzione. Resta in ogni caso confermato l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale in maniera più decisa nel corso della legislatura.

Gli interventi previsti dal disegno di legge di bilancio che il Governo intende presentare riflettono tale impostazione:

  • conferma del taglio al cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024;
  • prima fase della riforma fiscale;
  • sostegno alle famiglie e alla genitorialità;
  • prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, anche con particolare riferimento alla sanità;
  • conferma degli investimenti pubblici, con priorità a quelli del PNRR;
  • rifinanziamento delle politiche invariate.

Sebbene l’indebitamento netto in rapporto al PIL venga rivisto al rialzo in particolare nel 2024, l’aggiustamento strutturale prefigurato e l’andamento dell’aggregato di spesa di riferimento sono in linea con la Raccomandazione del Consiglio europeo e con quello che si ritiene sarà il futuro assetto delle regole di bilancio dell’Unione Europea. Inoltre, incisive saranno le misure adottate per il contenimento della spesa pubblica.

L’orizzonte delle privatizzazioni

La programmazione dei saldi di bilancio e gli sforzi di valorizzazione e successiva parziale privatizzazione di alcuni asset pubblici consentiranno di conseguire un profilo moderatamente discendente del rapporto debito/PIL lungo l’arco temporale della NADEF 2023.

Successivamente, il saldo di finanza pubblica conseguito a fine periodo e il venire meno degli effetti negativi sul saldo di cassa dovuti al Superbonus consentiranno di ottenere una discesa molto più rapida del rapporto debito/PIL, con l’obiettivo di tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del decennio.

Il saldo di bilancio sconta l’incremento dello stock di debito pubblico conseguente agli interventi di scostamento adottati nel periodo pandemico.

Articolo aggiornato il 10 ottobre 2023

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