Sicurezza e Ambiente

Terremoto: guida completa per sapere esattamente cosa fare a casa, al lavoro o all’aperto

Informazioni e indicazioni per prepararsi e proteggersi con comportamenti da adottare prima, durante e dopo un evento sismico
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Terremoto: guida completa per sapere esattamente cosa fare a casa, al lavoro o all’aperto

È d’attualità il fenomeno bradisismico che interessa l’area dei Campi Flegrei. In questo articolo si vuole fornire una guida per illustrare i comportamenti e cosa è giusto fare in caso di terremoto. Prima però, vediamo qual è il contesto specifico del territorio italiano.

Sommario

I terremoti

Le rocce che formano la crosta e il mantello superiore subiscono continuamente gigantesche sollecitazioni dovute ai lenti movimenti, soprattutto vicino ai confini, tra le grandi placche in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra. Questi attriti provocano un terremoto.

L’Italia è situata al margine di convergenza tra due grandi placche, quella africana e quella euroasiatica. Dal 1900 ad oggi si sono verificati 30 terremoti molto forti (Magnitudo 5.8), alcuni dei quali catastrofici, come quello che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria (Magnitudo 7.1), quello che stravolse la Marsica nel 1915 (Magnitudo 7.0), quello che colpì severamente il Friuli nel 1976 (Magnitudo 6.5) e i due che devastarono l’Irpinia nel 1930 e nel 1980 (rispettivamente Magnitudo 6.7 e 6.9). In anni più recenti non si possono non menzionare L’Aquila (2009, Magnitudo 6.3) e Amatrice (2016, Magnitudo 6.0).

La classificazione sismica dell’Italia

I criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, emanati nel 2003, suddividono il Paese in quattro zone a pericolosità decrescente:

  • Zona 1 – È la zona più pericolosa. La probabilità che capiti un forte terremoto è alta. Comprende 708 Comuni.
  • Zona 2 – In questa zona forti terremoti sono possibili. Comprende 2.345 Comuni.
  • Zona 3 – In questa zona i forti terremoti sono meno probabili rispetto alla zona 1 e 2. Comprende 1.560 Comuni.
  • Zona 4 – È la zona meno pericolosa: la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa. Comprende 3.488 Comuni.

La scossa sismica

Un sisma è preceduto, qualche giorno prima, da piccole scosse premonitrici. Gli animali si fanno più irrequieti, ci possono essere deformazioni del suolo, cambiamento di regime, portata e torbidità delle sorgenti e dei pozzi, emissioni di radon, diminuzione della resistività elettrica delle rocce, variazione della frequenza dei microsismi, mutamenti anomali del campo elettrico e magnetico.

L’effetto diretto evidente di un terremoto è lo scuotimento del suolo, accompagnato da boati e variazioni del campo magnetico terrestre, con formazione di crepacci, dislivelli più o meno profondi, voragini, comparsa e scomparsa di sorgenti, frane, liquefazione del terreno, incendi, maremoti.

Un terremoto si può manifestare in quattro differenti modalità:

  • nelle aree con rocce compatte, con una violenta scossa principale, seguita da scosse di assestamento o repliche di minore intensità ma che possono provocare gravi danni agli edifici già lesionati dalla scossa principale. La durata delle scosse è sempre di pochi secondi;
  • in zone con terreno fratturato e poco omogeneo, qualche minuto o qualche ora prima si hanno deboli scosse premonitrici seguite dalla scossa principale con repliche di debole intensità;
  • in terreni fortemente eterogenei, si ha una successione di scosse, detta sciame sismico, non di grande intensità, dove difficilmente si distingue quella principale;
  • possono verificarsi più scosse principali seguite da sciami di intensità inferiore ma che possono protrarsi per diversi mesi.

Il panico

La scossa di terremoto non sempre procura danno a cose e persone, ma instaura paura, spesso vero e proprio panico, che si manifesta con diversi tipi di reazioni emotive:

  • a livello individuale si manifesta con: timore e paura, oppressione, ansia fino ad emozioni convulse e manifestazioni isteriche, accelerazioni del battito cardiaco, tremore alle gambe, difficoltà di respirazione, aumento o caduta della pressione arteriosa, giramenti di testa e vertigini.
  • a livello collettivo si manifesta con: tensione emotiva e perdita dell’autocontrollo, suggestionabilità, credulità, aggressività, propensione verso soluzioni estreme.

I comportamenti da crisi di panico possono essere modificati e ricondotti alla normalità più facilmente se:

  • si è preparati a una situazione di pericolo;
  • si stimola la fiducia in se stessi;
  • si controlla la propria emozione e si reagisce all’eccitazione collettiva.

Prevenzione antisismica

  • conformità: l’unica vera ed efficace prevenzione è costruire edifici con criteri antisismici, tenendo conto della zona specifica, della tipologia costruttiva e della destinazione d’uso;
  • monitoraggio: è importante effettuare verifiche statiche e antisismiche per conoscere lo stato di sicurezza di un immobile e la semplice segnalazione di crepe, infiltrazioni, piccoli cedimenti strutturali o arredi non sicuri in condizioni normali;
  • formazione: è importante conoscere il rischio sismico e addestrarsi alle procedure di emergenza.

Regole di comportamento

Prima del terremoto

In casa

I terremoti non possono essere previsti, ma è possibile prepararsi per l’emergenza in funzione del grado di pericolo indicato dalla classificazione sismica. In particolare:

  • informarsi sulla classificazione sismica del proprio Comune e le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate localmente: regolamenti di condominio, norme tecniche per le costruzioni, certificazione anti-sismica degli edifici, piani di emergenza comunali e indicazioni su percorsi da seguire e punti di raccolta da raggiungere, recapiti della Protezione Civile;
  • dotarsi di una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore e informare sulla loro ubicazione gli altri membri della famiglia;
  • tenere a mente dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce;
  • evitare di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti;
  • fissare alle pareti scaffali, librerie e altri mobili ingombranti;
  • utilizzare fermi per evitare l’apertura di sportelli di mobili dove sono contenuti oggetti fragili.

Nel luogo di lavoro

  • memorizzare il piano di emergenza aziendale, in particolare: l’identità e i compiti degli addetti a cui fare riferimento, la segnaletica delle vie di fuga e i percorsi verso i luoghi sicuri interni e il punto di raccolta esterno;
  • richiedere e partecipare all’addestramento per l’evacuazione;
  • mantenere agibili le vie di fuga indicate nel piano di emergenza.

Durante il terremoto

In casa

Il rischio principale è rappresentato dal crollo della struttura e, contemporaneamente, dalla caduta al suo interno di mobili e suppellettili, quindi:

  • non precipitarsi fuori, ma attendere la fine della scossa;
  • allontanarsi dal centro della stanza e dalle suppellettili che potrebbero cadere e da finestre che potrebbero rompersi;
  • rifugiarsi nei punti più solidi della struttura: a ridosso di una parete portante o sotto una trave, nel vano di una porta inserita in un muro portante, negli angoli in genere, sotto il tavolo o il letto;
  • se ci si trova all’interno di un ascensore, fermarsi al primo piano possibile e uscire immediatamente.

Nel luogo di lavoro

  • mantenere la calma e non precipitarsi fuori;
  • interrompere l’attività in corso, mettere in sicurezza impianti ed attrezzature (interrompere la corrente) e fare riferimento agli addetti per l’emergenza;
  • prestare assistenza alle persone estranee all’attività, ai visitatori occasionali che non conoscono i luoghi e hanno difficoltà ad orientarsi, e ai portatori di handicap;
  • avvicinarsi ai muri perimetrali allontanandosi da lampade a soffitto e armadi;
  • abbassarsi (non rimanere in piedi) e possibilmente proteggersi (almeno la testa) sotto un tavolo o una scrivania;
  • se possibile senza pericolo, seguire le vie di fuga e i percorsi verso i luoghi sicuri interni e il punto di raccolta esterno;
  • evacuare l’edificio senza utilizzare l’ascensore ma solo attraverso la scala di emergenza esterna, raggiungendo il punto di raccolta.

All’aperto

  • non sostare o passare sotto parti di edifici (balconi, cornicioni, grondaie ecc.), alberi, lampioni, linee elettriche, impianti industriali;
  • trovare riparo sotto l’architrave di un portone, o in un’automobile (se non è prossima a edifici, viadotti, cartelloni pubblicitari, alberi o tralicci).

A scuola

  • non precipitarsi fuori, restare in classe;
  • allontanarsi da finestre, porte con vetri, armadi;
  • ripararsi sotto il banco o vicino ai muri portanti;
  • tenere le mani dietro la nuca ed abbassare la testa tra le ginocchia e rimanere nella posizione rannicchiata, magari con gli occhi chiusi, finché non termina la scossa;
  • facendo riferimento al responsabile che ordina l’evacuazione, spostarsi mantenendosi quanto più possibile accostati alle parti strutturali;
  • con calma, senza spingere chi precede, raggiungere il punto di raccolta senza usare l’ascensore;
  • segnalare ai soccorritori eventuali infortunati.

Dopo il terremoto

In casa

I principali pericoli sono: gli incendi, le fughe di gas e il deterioramento delle condizioni igieniche.

  • accertarsi dello stato di salute delle persone presenti;
  • non muovere persone ferite gravemente;
  • assicurarsi di indossare le scarpe;
  • tralasciare il recupero di oggetti personali;
  • lasciare l’abitazione con calma chiudendo acqua, luce e gas;
  • scendere al pianterreno usando le scale (meglio quelle antincendio, se ve ne sono), non usare l’ascensore;
  • controllare dall’odore, senza accendere fiamme libere, se ci sono perdite di gas ed in tal caso aprire porte e finestre e, se possibile, segnalarlo;
  • non usare il telefono o l’auto per mantenere libere le linee e le strade per gli enti preposti al soccorso;
  • portarsi in zone dove possono arrivare facilmente i soccorsi: campi sportivi, giardini pubblici, piazze ampie;
  • non sostare in prossimità di corsi d’acqua;
  • concordare con i familiari un punto di ritrovo e restare il più possibile uniti.

Nel luogo di lavoro

  • non prendere nessuna iniziativa per danni a macchinari o beni aziendali;
  • abbandonare immediatamente e velocemente il fabbricato e portarsi a distanza di sicurezza (almeno 50 metri);
  • rientrare all’interno del fabbricato solo se autorizzati dai Vigili del Fuoco o dalla Protezione Civile.

All’aperto

  • raggiungere le aree di attesa individuate dal piano di emergenza della Protezione Civile;
  • rientrare nelle abitazioni danneggiate solo se accompagnati dagli operatori degli enti di soccorso;
  • prestare la massima attenzione alle condizioni igieniche (la rottura di tubazioni o fognature può avere come conseguenza l’inquinamento dell’acqua potabile);
  • non avvicinarsi ad animali spaventati.

Al mare o al lago

In seguito alla scossa sismica, si possono produrre onde di notevole altezza che si spostano molto velocemente, quindi è opportuno tenersi lontani dalle spiagge e dai bordi per diverse ore.

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