Sicurezza e Ambiente

Quali sono i rischi da intossicazione da vernici e quali rimedi per la sicurezza?

Le correlazioni tra formulazioni chimiche nelle varie tipologie delle vernici e i rischi per la salute dei lavoratori che vengono in contatto con esse
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Quali sono i rischi da intossicazione da vernici e quali rimedi per la sicurezza?

Quando ci riferiamo alle vernici, stiamo considerando un ambito molto ampio di formulazioni chimiche: ciò significa un ambito molto ampio di potenziali effetti dannosi.

Cosa bisogna sapere sulle vernici?

In generale, all’interno di una formulazione verniciante si possono riconoscere due macrocomponenti:

  • la parte secca, che resta adesa alla superficie che si sta verniciando: questa è costituita dai pigmenti e dalle sostanze leganti e plastificanti che formano un film, che spesso sono polimeri;
  • la parte volatile, che ha il solo compito di veicolare la parte secca, facilitando la stesura e l’adesione della vernice al substrato; questa e’ costituita da solventi di varia natura.

Dentro queste due grandi categorie si trovano molti componenti con funzioni specifiche, come ad esempio biocidi antimuffa, additivi antischiuma, surfattanti e disperdenti, eccetera.

Vernici e verniciatori: quali rischi?

In termini di esposizione complessiva, la professione di verniciatore è stata valutata dalla International Agency for Research on Cancer (IARC, agenzia dell’OMS) come condizione cancerogena accertata per i tumori del polmone e delle vescica, e questa valutazione tiene conto di una contemporaneità di esposizioni chimiche.

In genere la componente volatile è quella che più spesso origina problematiche, in quanto evaporando può essere inalata in dosi più o meno rilevanti a seconda della quantità di prodotto in uso, della durata dell’applicazione, delle dimensioni dell’ambiente e della ventilazione disponibile.

A seconda della tipologia di componente veicolante, si possono distinguere vernici a base acqua e non: le prime dunque hanno come solvente principale l’acqua, mentre le altre vernici utilizzano solventi organici diversi. Le vernici a base acqua sono dunque certamente meno pericolose delle altre tipologie, tuttavia va ricordato che piccole dosi di solventi organici sono in genere necessarie per agevolare il compito dell’acqua.

Solventi organici e vernici

Tra i solventi organici in uso si possono richiamare quelli indicati nel seguente prospetto.

alcoli
  • generalmente molto infiammabili; hanno caratteristiche sgrassanti la cute e provocano grave irritazione oculare; possono causare sonnolenza o vertigini; a causa della bassa viscosità possono essere letali in caso di ingestione accidentale con conseguente penetrazione nelle vie respiratorie, dove provocano polmonite chimica
acetone (CAS 67-64-1)
  • altamente infiammabile, ha caratteristiche sgrassanti la cute e provoca grave irritazione oculare; può causare sonnolenza o vertigini, ad alte dosi incoscienza
metiletilchetone (MEK) (CAS 78-93-3)
  • altamente infiammabile, ha caratteristiche sgrassanti la cute e provoca grave irritazione oculare; può causare sonnolenza o vertigini, ad alte dosi incoscienza; test su animali indicano la possibilità che possa causare tossicità per la riproduzione o lo sviluppo umano
metilbutilchetone (MBK; CAS 108-10-1)
  • altamente infiammabile, ha caratteristiche sgrassanti la cute e provoca grave irritazione oculare; può causare sonnolenza o vertigini, ad alte dosi incoscienza; effetti cronici: polineuropatia periferica motoria/sensoriale
toluene (CAS 108-88-3)

 

  • altamente infiammabile; è sospettato di nuocere alla fertilità e al feto e può provocare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta; è sospettato di provocare alterazioni genetiche e di aumentare la probabilità di tumore; a causa della bassa viscosità può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie e provoca polmonite chimica; provoca irritazione della pelle e degli occhi e può causare sonnolenza o vertigini
xilene (CAS 1330-20-7)
  • altamente infiammabile; a causa della bassa viscosità può essere letale in caso di ingestione e di penetrazione nelle vie respiratorie e provoca polmonite chimica; provoca irritazione della pelle e degli occhi e può causare sonnolenza o vertigini; aumenta l’effetto lesivo del rumore sulla capacità uditiva
nafte e altre miscele complesse derivate del petrolio
  • probabili o sospetti cancerogeni, in base al contenuto in sostanze aromatiche; a causa della bassa viscosità possono essere letali in caso di ingestione accidentale con conseguente penetrazione nelle vie respiratorie, dove provocano polmonite chimica; nocivo per inalazione, esposizioni ripetute possono condurre a danni cronici su sistema nervoso centrale, apparato respiratorio, sistema ematopoietico, apparato uditivo; irritanti per la cute e le mucose
idrocarburi alifatici (es. n-esano) e loro miscele
  • sospetti reprotossici; a causa della bassa viscosità possono essere letali in caso di ingestione accidentale con conseguente penetrazione nelle vie respiratorie, dove provocano polmonite chimica; nocivi per inalazione, esposizioni ripetute possono condurre a danni cronici su sistema nervoso centrale e apparato uditivo; irritante per la cute e le mucose
solventi alogenati
  • l’intossicazione acuta per via inalatoria conduce alla riduzione dello stato di coscienza, con fenomeni di ebbrezza seguiti da depressione e narcosi fino al coma profondo; l’intossicazione acuta per ingestione, dopo un intervallo apparentemente asintomatico, si manifesta con sintomi neurologici (simili a quelli dell’inalazione), digestivi (vomito e diarrea anche di origine caustica), aritmie cardiache e problemi respiratori (pneumopatia da aspirazione)
  • per esposizione cronica sono segnalati disturbi neuropsichici aspecifici: una sindrome psicosomatica con astenia, cefalea, inappetenza, disturbi della memoria, dell’umore e del sonno e una sindrome neurovegetativa con sudorazione profusa, vertigini e disturbi digestivi; gravi lesioni epatiche e renali a carattere acuto possono verificarsi in caso di intossicazione massiva, così come forti irritazioni dell’apparato gastrointestinale; per esposizione protratta nel tempo si osservano solitamente tipiche manifestazioni croniche quali epatopatia e nefropatia, ed alterazioni del sistema nervoso periferico (polineuropatia tossica con lesioni simmetriche di tipo sensoriale e motorio, localizza-te specialmente a braccia e gambe) e centrale (disturbi cognitivi e della memoria, demenza; encefalopatia associata a tricloroetilene)
  • l’uso anche non contemporaneo di bevande alcoliche amplifica l’effetto dannoso

I solventi sono utilizzati anche per la pulizia degli strumenti e delle attrezzature usate nella verniciatura; essi inoltre entrano anche a far parte della composizione di prodotti svernicianti, utilizzati per agevolare la rimozione di vecchi strati di vernice.

Quali rischi sul lavoro comporta l’esposizione a solventi?

Complessivamente, l’esposizione a solventi può essere rilevante durante le operazioni di verniciatura o sverniciatura; a livello occupazionale essa rappresenta una circostanza di rischio accertato per la comparsa di demenza cerebrale anche in età precoce. Per la prevenzione occorre ricordare l’importanza di ventilare abbondantemente l’ambiente in cui si effettua la verniciatura, ma spesso sarà opportuno l’uso di una maschera (ad esempio un facciale filtrante o una semimaschera) con filtri adatti alla tipologia di solventi (sezione 8 della scheda di sicurezza).

Anche i pigmenti possono presentare rischi, pertinenti specialmente per contatto cutaneo diretto. In passato molti metalli pesanti bioaccumulanti sono stati utilizzati come pigmenti: tra questi si può citare il piombo, neurotossico e tossico verso il feto, o il cadmio e il cromo, cancerogeni. Oggi questi pigmenti sono vietati, ma l’esposizione alle polveri è pertinente in caso di rimozione di vecchi strati di vernice. Molti pigmenti attualmente in uso possono tuttavia possedere effetti tossici specifici o essere sensibilizzanti per la pelle: durante tutte le operazioni di preparazione, applicazione e rimozione di vernici, occorre utilizzare dei guanti protettivi, che andranno scelti in base al solvente veicolante e verificando la sezione 8 della scheda di sicurezza.

Tra i plastificanti che agevolano la formazione di un film che consente l’adesione della vernice al substrato troviamo spesso gli ftalati: si tratta di composti tossici verso la funzione riproduttiva, spesso bioaccumulanti e perturbatori endocrini.

Le vernici possono anche essere formulate in modo da reagire all’atto dell’applicazione: è il caso di vernici epossidiche o poliuretaniche. La reazione sviluppa sempre vapori dei componenti e prosegue fino al completo essiccamento del prodotto: è dunque fondamentale utilizzare tutte le protezioni individuali prescritte dalla sezione 8 della scheda di sicurezza. I vapori delle formulazioni citate sono estremamente pericolosi anche a basse dosi ed hanno grande potere sensibilizzante per la pelle e i polmoni.

 

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