Sicurezza e Ambiente

Il product manager ambientale in 6 punti chiave

Una professione chiave, con nuove competenze e una mission: la sostenibilità
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Il product manager ambientale in 6 punti chiave

Sommario

Chi è il product manager

Fra le sempre più numerose figure professionali emergenti – e definite con nomi inglesi – c’è quella del product manager.
Per poter meglio definire il ruolo del product manager occorre, innanzitutto, specificare di cosa il product manager non si occupa:

  • di pubblicità (la pubblicità è soltanto uno degli strumenti a disposizione del product manager, che si interfaccia con i pubblicitari al fine di fornire loro informazioni strategiche, per indirizzarli verso la scelta adeguata);
  • di progettazione o sviluppo (anche in questo caso, compito del product manager è quello di permettere ai progettisti di sviluppare prodotti di successo fornendo loro una serie di informazioni: le funzionalità richieste dal cliente; le caratteristiche che deve avere il nuovo prodotto; le quantità previste per il nuovo prodotto; il costo obiettivo del nuovo prodotto; i problemi incontrati dal cliente nell’utilizzo del prodotto; le esigenze del cliente che il prodotto non riesce a soddisfare);
  • di vendita (il product management permette alla rete vendite di essere più efficace fornendo alcuni strumenti di supporto, quali la documentazione promozionale e tecnica di prodotto; corsi di formazione sui nuovi prodotti/servizi; confronti tecnici con i prodotti/servizi dei concorrenti; informazioni su vantaggi e svantaggi dei propri prodotti rispetto alla concorrenza; …).

La figura professionale con la quale condivide più affinità è quella del brand manager: entrambe, infatti, sono due figure essenziali nell’ambito del marketing.
In estrema sintesi, la responsabilità principale del Product Manager è quella di integrare, secondo un unico obiettivo strategico, le diverse funzioni aziendali, massimizzando il valore del prodotto in sintonia con le esigenze del mercato.

Cosa fa il product manager?

I product manager operano prevalentemente nel settore dei beni di consumo e il loro compito è quello di:

  • sviluppare idee innovative sui prodotti;
  • esaminare i risultati delle indagini di mercato;
  • scoprire eventuali lacune settoriali;
  • trasformare le idee in prototipi commerciabili, in collaborazione con la divisione di produzione;
  • coordinare persone e risorse per la progettazione, la realizzazione e il controllo di tutte le attività inerenti il marketing (pianificare gli obiettivi, le strategie e le azioni necessarie a realizzare la produzione e la successiva commercializzazione di un prodotto o di una linea di prodotti);
  • decidere su packaging, prezzo, promozione, comunicazione, sponsorizzazione e sulle varie attività di piazzamento e diffusione del marchio sul mercato);
  • eseguire l’analisi quantitativa e qualitativa di mercato sul prodotto;
  • studiare le richieste e le preferenze del consumatore relativamente allo stesso prodotto offerto dalla concorrenza;
  • comparare prodotti affini od equipollenti come utilizzo;
  • misurare l’impatto delle soluzioni ideate (redditività, soddisfazione del cliente, ecc.) e apportare eventuali misure correttive;
  • monitorare il ciclo di vita del prodotto (PLC);
  • studiare la presentazione e la confezione del prodotto;
  • verificare l’esistenza di brevetti legati direttamente o indirettamente al prodotto e occuparsi di eventuali vincoli legali connessi alla produzione del lo stesso;
  • pianificare il revamping delle linee di prodotti o il lancio di nuovi.

In definitiva, il product manager è – per dirla con le parole di un grande studioso di scienze gestionali, Mintzberg – una sorta di mini-direttore generale, responsabile di un certo prodotto o gruppo di prodotti.

E come ogni manager che si rispetti, il product manager deve conoscere le caratteristiche di tutti coloro che partecipano al suo team: in questo modo, nel momento del bisogno, potrà identificare immediatamente la risorsa più adatta alla soluzione del problema.

La capacità di mettere insieme un buon gruppo, infatti, costituisce un elemento essenziale per la buona riuscita di un progetto.

Il product manager ambientale

Il futuro della sostenibilità risiede nell’implementazione e nel rispetto di un sistema di green product management che sia disegnato sul prodotto visto in tutto il suo ciclo di vita: l’attuale – insostenibile – consumo di risorse, unito ai livelli crescenti di inquinamento, obbligano, di fatto, le imprese ad attrezzarsi per trovare nuove strade per stare sul mercato, in modo green oriented.

Il green product management rappresenta un’evoluzione in chiave sostenibile del management di un prodotto, preso in considerazione, oggi, “a tutto tondo”, “dalla culla alla tomba” e anche oltre.

I prodotti, già oggi, e sempre di più in futuro, devono essere concepiti in modo tale da poter essere riutilizzati – in tutto o in parte – il più possibile, al termine del loro ciclo di vita, o comunque in modo da generare il minimo impatto ambientale.

Il product manager ambientale costituisce una evoluzione di questa figura professionale, che nello svolgere la propria attività pone particolare attenzione agli aspetti e alle implicazioni ambientali dei prodotti della propria azienda.

Basti pensare, a mero titolo di esempio:

  • alle decisioni sul packaging, nella sostanza un rifiuto troppo spesso non riutilizzabile.
  • Nel marketing ambientale, infatti, questa fase è ancora più delicata, poiché si tratta di immettere sul mercato prodotti di particolare qualità a costi ambientali contenuti e nel rispetto di disciplinari di qualità ambientale ed efficienza energetica;
  • alla misurazione dell’impatto ambientale (consumo di materia prima e/o riciclata; riutilizzo e riuso di componenti alla fine del ciclo di vita del prodotto; recuperabilità di quanta più materia prima possibile);
  • alla prospettiva del ciclo di vita di un prodotto.

Elementi chiave del Green Product management

I principali elementi sui quali un sistema di Green Product Management può intervenire riguardano:

1. il design sostenibile (dalla progettazione all’utilizzo di materia prime e/o recuperate; dallo sviluppo del prodotto alla facilità di assemblaggio e smontaggio del prodotto allo smaltimento e/o recupero finali, passando per i consumi necessari per fabbricare il prodotto);

2. la gestione della filiera verde (verifica della catena di approvvigionamento dei produttori e dei fornitori per garantire che tutte le parti coinvolte soddisfino i requisiti necessari dello sviluppo sostenibile; collaborazioni volte a sviluppare materiali più rispettosi dell’ambiente);

3. la produzione green (i principali obiettivi consistono nella fabbricazione di prodotti che utilizzino solo quei materiali e processi che presentano l’impatto meno dannoso sull’ambiente; nella conservazione dell’energia utilizzata per la produzione e nel garantire la massima sicurezza per i dipendenti e la società);

4. la logistica sostenibile (carbon footprint);

5. l’uso responsabile e manutenzione (il servizio clienti deve includere metodi per la manutenzione sostenibile e sistemi di assistenza che aiutino nell’interazione con i clienti);

6. la facilità di recupero dei prodotti;

7. la pianificazione del fine vita del prodotto.

Basti pensare all’ideazione di un design modulare o all’implementazione del concetto “6R innovation elements” (Reduce, Reuse, Recycle, Recover, Redesign,, Remanufacturing).

Attitudini del product manager ambientale

Le abilità e qualità per il buon svolgimento di questa attività in azienda consistono nella:

  1. capacità di:
  • pianificare un progetto e di organizzarlo;
  • motivare e di delegare ad un team di lavoro;
  • lavorare a scadenze ravvicinate;
  • gestire tempi e competenze;
  • saper comunicare;
  • adattarsi ai cambiamenti

2. capacità organizzativa e di attenzione per il dettaglio;
3. competenza nell’analisi dei dati e nella definizione del budget;
4. orientamento al cliente e ai risultati;
5. indipendenza e capacità nel lavoro di gruppo;
6. profonda conoscenza del mondo online; con l’avvento di Internet, infatti, il product manager acquista un ruolo sempre più rilevante, anche in quelle aziende nelle quali il marketing, originariamente, non era il focus aziendale principale).

Formazione e prospettive del product manager ambientale

I percorsi formativi per affacciarsi a questa carriera sono i più disparati e si può dire che le competenze per ottenere buone performance lavorative dovranno, nel corso della carriera, essere continuamente aggiornate.

È comunque indispensabile una formazione universitaria di base, che può riguardare anche le materie scientifiche (chimica, ingegneria, architettura, statistica) salvo successivamente aggiungere corsi di formazione e master in ambito marketing e comunicazione, economia aziendale.

Inoltre, la formazione continua è indispensabile per il product manager sostenibile per stare al passo con l’evoluzione dei principali marchi di sostenibilità ambientale, etichette energetiche e d’impronta ecologica, nonché sullo sviluppo di nuovi materiali a impatto ridotto o nullo.

È indispensabile una spiccata padronanza della lingua inglese (non solo per poter collaborare con i vari livelli e divisioni di una multinazionale, ma anche perché i testi di marketing – la cui autorevolezza è maggiormente riconosciuta – sono in inglese), nonché la conoscenza della lingua e della cultura dei mercati nazionali all’interno dei quali viene commercializzato il prodotto.

A fronte di questo bagaglio di competenze così articolato, le prospettive di lavoro possono essere piuttosto vaste (come abbiamo visto, molti sono gli aspetti della catena produttiva all’interno del i quali può intervenire un manager di prodotto) e remunerative, anche se il bacino delle aziende che possono necessitare di un manager di prodotto in ambito green è ristretto alle multinazionali dei beni di consumo o che comunque commercializzino i loro prodotti su vasta scala.

Il legame con il Life Cycle Assessment

Il product manager ambientale, nonché l’eco industrial designer, sono due professioni ambientali che hanno in comune il fatto di essere legate al ciclo di vita dei prodotti (Life Cycle Assessment).

Le fasi del ciclo di vita comprendono l’acquisizione della materia prima, la progettazione, la produzione, il trasporto/consegna, l’utilizzo, il trattamento di fine vita e lo smaltimento finale e si deve alla ISO 14001:2015 l’introduzione della prospettiva del ciclo di vita sia nell’implementazione dei sistemi di gestione ambientale, sia nella gestione ambientale non solo dei prodotti/servizi, ma anche del complesso delle relazioni con i propri interlocutori.

Per un’impresa considerare l’intero ciclo di vita dei propri prodotti consiste nel pensare attentamente alle fasi del ciclo di vita che possono essere controllate o influenzate dall’organizzazione stessa e spesso ciò implica il trascendere i confini geografici del luogo ove si svolge la produzione in senso stretto.

Questa importante novità ha spinto alla nascita di nuove professioni, e alla rivisitazione in chiave green di altre, come illustrato in modo analitico nel nuovo e book dedicato alle professioni ambientali green di Andrea Quaranta “Professioni verdi: guida ai green jobs. Vademecum per orientarsi nelle professioni del futuro (che è adesso)”. Collana “TecnicaMente” – Ambiente e energia di WKI.

Link

Assoconsult – Associazione federativa delle imprese di consulenza direzionale e organizzativa
Associazione italiana direttori commerciali e marketing manager
Aism – Associazione italiana marketing

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