L’ingegnere ambientale: la rivoluzione operata dal D.P.R. 328/2001 e le prospettive future

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Quella dell’ingegnere ambientale è una figura professionale per certi versi anomala nel mondo delle professioni green, poiché si tratta di una fra le poche professioni green regolamentata, anche a causa della complessità e del peso delle materie di cui un ingegnere ambientale deve occuparsi ( come si spiegherà qui di seguito, il D.P.R. n. 328/2001 ha riformato l’ordine degli Ingegneri, e introdotto molteplici novità).
Oggi esiste un percorso di studi ben definito per arrivare al titolo magistrale, cui tuttavia devono seguire spesso master di secondo livello, perché l’elevato grado di specializzazione ed il possesso di competenze multidisciplinari costituiscono un titolo preferenziale per accedere al mondo del lavoro.
Tuttavia, accanto ad una professione regolamentata come questa, esistono numerose nuove figure professionali green, per lo più caratterizzate da alta specializzazione, multidisciplinarietà, ma soprattutto interessanti prospettive lavorative.
Alcune sono così recenti che si fa fatica ad indicare un percorso formativo univoco a chi voglia avviare la propria carriera professionale in qualcuno di questi ambiti.
Mercato del lavoro e nuove figure professionali green
Ciò che è certo è che occorre comprendere come si sta evolvendo il mercato di lavoro, quali sono le figure professionali green più richieste alla luce del fatto che il settore green (così come il settore digitale) è fra i pochissimi a non essere stati colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia. E’ dunque importante riuscire a orientarsi nel mare magnum di sigle, di offerte formative, di promesse di prospettive per capire cosa è meglio per sé e per il proprio futuro professionale.
A questo proposito, consigliamo il nuovo e book di Andrea Quaranta “Professioni verdi: guida ai green jobs. Vademecum per orientarsi nelle professioni del futuro (che è adesso)”. Collana “TecnicaMente” – Ambiente e energia di WKI.
L’ingegnere per l’ambiente
L’ingegneria ambientale fornisce metodi e strumenti per:
- l’analisi e la gestione dei grandi rischi connessa alla salvaguardia dell’ambiente costruito, dell’ambiente naturale e delle sue componenti;
- valutazioni di impatto ambientale delle opere derivanti dall’ingegnerizzazione del territorio;
- per il monitoraggio ambientale delle risorse naturali.
L’ingegnere per l’ambiente è un laureato – preferibilmente in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio o in Ingegneria Civile e Ambientale – specializzato nel campo della progettazione e programmazione urbanistica con lo scopo di prevenire, gestire e monitorare gli effetti ambientali di opere e/o politiche di edilizia.
La rivoluzione operata dal D.P.R. n. 328/2001
Il D.P.R. n. 328/2001 ha rivoluzionato numerosi Ordini professionali, ed in particolare quello degli ingegneri.
Il decreto ha determinato la suddivisione degli ingegneri in due sezioni:
- la sezione A, relativa agli ingegneri con laurea quinquennale del vecchio ordinamento o specialistica;
- la sezione B, relativa, invece, agli ingegneri juniores, i laureati con laurea triennale e i diplomati universitari del vecchio ordinamento.
Ogni sezione è stata suddivisa in 3 settori:
- ingegneria civile e ambientale;
- ingegneria industriale;
- ingegneria dell’informazione.
Le attività professionali che formano oggetto della professione di ingegnere per il settore “ingegneria civile e ambientale” sono:
- la pianificazione;
- lo sviluppo;
- la direzione lavori;
- la stima;
- il collaudo;
- la gestione;
- la valutazione di impatto ambientale di opere edili e di strutture, infrastrutture, territoriali e di trasporto, di opere per la difesa del suolo e per il disinquinamento e la depurazione, di opere geotecniche, di sistemi e impianti civili e per l’ambiente e il territorio.
Il campo di azione di un ingegnere ambientale è davvero molto vasto.
Si spazia:
- dalla difesa del territorio alla gestione delle risorse ambientali;
- dalla gestione e controllo delle risorse idriche alla difesa del suolo;
- dalla gestione delle risorse energetiche allo smaltimento dei rifiuti;
- dalla costruzione di soluzioni urbanistiche alla scelta di quelle più adatte a un determinato territorio e contesto sociale.
E così, solo per fare qualche esempio:
- l’ingegnere per il territorio opera per la salvaguardia e la pianificazione del territorio, occupandosi dell’analisi, dei progetti e della gestione degli interventi per il controllo dei rischi naturali e la protezione idrogeologica;
- l’ingegnere chimico si occupa del controllo della qualità industriale, della produzione di energia e del riciclaggio di rifiuti industriali;
- l’ingegnere civile progetta ed esegue opere tecniche e strutture portanti per i trasporti, le strutture urbane e territoriali, i sistemi di gestione delle acque;
- l’ingegnere dei materiali è competente nell’uso corretto delle materie prime disponibili, nello sfruttamento razionale delle risorse energetiche nei processi di trasformazione e lavorazione, nell’attenta valutazione degli effetti della produzione sull’ambiente, nel funzionamento e nello smaltimento dei materiali;
- l’ingegnere elettrico compie studi e ricerche sulle nuove fonti energetiche.
In particolare, per il settore “ingegneria civile e ambientale”, gli ambiti di operatività riguardano:
- opere edili e strutture, infrastrutture territoriali e di trasporto;
- opere per la difesa del suolo e per il disinquinamento e la depurazione;
- opere geotecniche;
- sistemi e impianti civili e per l’ambiente e il territorio.
Competenze necessarie e percorsi formativi dell’ingegnere ambientale
Ogni indirizzo della facoltà di ingegneria può trovare applicazione nella gestione e nella tutela dell’ambiente; tuttavia, la specializzazione è consigliata, così come il perseguimento di corsi e master postuniversitari.
L’Ingegneria Ambientale si colloca all’interno della laurea di primo livello Ingegneria civile e ambientale (L-7) con possibilità di continuare il precorso con la laurea magistrale in Ingegneria per l’ambiente e il territorio (LM-35).
Per poter operare come ingegneri occorre, naturalmente, l’iscrizione all’ordine, che avviene dopo aver sostenuto un esame di Stato.
Nell’esercizio della professione saranno sempre richieste capacità gestionali, di problem solving e di relazioni pubbliche.
Mercato del lavoro e prospettive future per l’ingegnere ambientale
Il corso di laurea in ingegneria ambientale è molto impegnativo, ma le soddisfazioni non mancheranno proprio perché si tratta di una laurea molto versatile: a seconda delle specializzazioni, che abbiamo visto essere molteplici, l’ingegnere ambientale può lavorare per imprese, enti pubblici e privati, studi professionali di consulenza ambientale o anche come libero professionista.
Secondo i dati forniti dall’Università di Bologna, gli attuali laureati in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio hanno trovato occupazione in:
- Uffici ambiente di Province e Comuni;
- Aziende Sanitarie Locali;
- Aziende Regionali di Protezione dell’Ambiente;
- Enti pubblici di gestione delle reti di distribuzione acque potabili e smaltimento acque reflue;
- Imprese produttive nei settori energetico (idrocarburi, geotermia, energia rinnovabile), minerario e manifatturiero;
- Enea;
- Protezione Civile;
- Cantieri;
- Consorzi di Bonifica;
- Autorità di Bacino;
- Studi professionali.
Link utili
Consiglio nazionale degli ingegneri