Sicurezza e Ambiente

L’eco brand manager: qualcosa in più rispetto ad un normale brand manager

Cresce la richiesta di professionisti della sostenibilità: tra i più richiesti l'Ecobrand manager ha il compito di monitorare il mercato di riferimento, di organizzare e studiare le strategie di marketing più adatte per lanciare linee di prodotti sostenibili: queste le principali mansioni
Condividi
L’eco brand manager: qualcosa in più rispetto ad un normale brand manager

Sommario

Dal green marketing arriva l’eco brand manager

Nell’ambito della filiera della green economy, sta assumendo un’importanza crescente il green marketing, ossia l’insieme di tutti gli strumenti e le competenze per rapportarsi – generando profitti – a tutti quei consumatori che, nell’ambito del processo d’acquisto, mostrano una spiccata preferenza per ciò che è a basso impatto ambientale/energetico.

Questa nuova tipologia di consumatori – spesso dotata di un elevato livello di istruzione cui si associa una buona/alta capacità di spesa – va innanzitutto studiata e, quindi, intercettata, attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti di marketing e di comunicazione più opportuni.

L’eco-brand manager nasce proprio da questa esigenza: le imprese che realizzano più linee di prodotti con marchi ben distinti, i brand appunto, devono proporre e vendere al meglio quei prodotti che hanno un basso impatto ambientale, realizzati – ad esempio – con ridotti impatti energetici, con minor consumo di materie prime, con minori imballaggi (recuperabili), e via discorrendo, nella logica delle Life Circle Perspective.

Il ruolo del brand manager in generale

Nell’impresa marketing oriented il brand manager esiste già, ed in genere è un alto profilo aziendale che può riferire direttamente alla direzione e lavora in team per sviluppare al meglio la parte commerciale e comunicativa riferita ai prodotti di competenza.

In particolare, il Brand Manager, responsabile dell’ideazione e della promozione di un articolo o di una linea di prodotti dell’impresa in cui lavora:

  • applica le tecniche e le strategie di marketing aziendale per la vendita ottimale di una specifica merce;
  • effettua analisi di mercato;
  • cura l’immagine del prodotto e la sua commercializzazione;
  • coordina il proprio gruppo di lavoro;
  • collabora con il Responsabile Marketing e il Responsabile della Produzione dell’impresa.

Come si diventa brand manager?

Per diventare Brand Manager bisogna maturare esperienza come collaboratore dell’area Marketing; la carriera prosegue, generalmente, con l’acquisizione delle competenze specifiche dell’area Brand sino ad arrivare allo svolgimento delle attività di direzione e di gestione dei lavori, proprie di un Responsabile/Manager.

Tuttavia, il peso economico crescente dei consumi sostenibili ha richiesto un ulteriore livello di specializzazione; costituiscono titolo preferenziale la laurea in Economia o Comunicazione, ma ciò che conta veramente è la multidisciplinarietà: infatti occorre avere competenze che spaziano dalla sociologia dei consumi, dalle relazioni pubbliche alla comunicazione d’impresa, dalle conoscenze specifiche in statistica alle politiche di distribuzione, senza trascurare infine il possesso della padronanza almeno della lingua inglese.

Eco-brand manager e digital eco brand manager: quali sono le specifiche competenze?

Nel caso di un eco-brand manager è fondamentale associare, alle competenze cui si è appena fatto cenno, delle specifiche conoscenze in materia di:

  • marketing ambientale e/o comunicazione ambientale;
  • innovazioni tecnologiche e di processo dell’industria verde;
  • orientamenti di sostenibilità dei consumatori;
  • utilizzo degli strumenti della comunicazione digitale.

Per raggiungere i consumatori orientati al rispetto dell’ambiente nei loro acquisti, infatti, è fondamentale la presenza della comunicazione del prodotto e dell’impresa anche in rete, nell’ambito di una comunicazione strategica che raggiunga questo tipo di consumatore proprio utilizzando i canali attraverso cui raccoglie le informazioni e si crea un’opinione.

Le ultime tendenze del mercato, come si evince dall’analisi sia dell’offerta formativa che degli annunci di lavoro parlano, per questi motivi, di Digital eco brand manager.

Cosa fa l’eco-brand manager?

L’eco brand manager è il responsabile della progettazione e della promozione di una o più linee di prodotti sostenibili:

  • svolge compiti di coordinamento e di programmazione rispetto agli obiettivi da perseguire in un determinato arco temporale;
  • effettua analisi statistiche e quantitative;
  • elabora soluzioni nuove e originali;
  • pianifica strategie nel breve, medio o lungo periodo;
  • elabora il programma di marketing e di comunicazione;
  • cura le relazioni con le agenzie di pubblicità;
  • si occupa del business plan;
  • verifica che i principî della sostenibilità, dell’efficienza energetica e del basso (o nullo) impatto ambientale siano garantiti sia nelle fasi di produzione e packaging sia nei percorsi di distribuzione e vendita.

L’importanza del green marketing

Alla luce delle competenze, sopra elencate, risulta evidente l’importanza strategica dell’eco brand manager, una figura che assume su di sé una grossa responsabilità.
Se si considera che in numerosi settori merceologici (basti pensare a quello dei detersivi, dell’acqua in bottiglia, della prima colazione, per citarne solo alcuni) la diffusa evoluzione tecnologica ha accresciuto il livello generale della qualità dei prodotti il livello qualitativo dei prodotti, risulta del tutto evidente che il green marketing svolge un ruolo essenziale nella riconoscibilità e nella differenziazione rispetto alla concorrenza, per orientare gli acquisiti verso determinati prodotti.

Link utili

Unione nazionale delle imprese di comunicazione
Federazione sindacale operatori della pubblicità

Gli effetti della crescente importanza riservata all’impatto ambientale dei prodotti

Nel caso della figura dell’eco brand manager, si può vedere come il crescente peso economico delle scelte di consumo green abbia trasformato, spesso in maniera sensibile, il lavoro delle classiche figure professionali del mondo del marketing e della comunicazione la cui missione è lanciare con successo prodotti e brand sul mercato.

E’ lo stesso destino che accomuna altre figure professionali, come quella dell’eco industrial designer o dell’eco cool hunter.

Ma è anche lo specchio di qualcosa di più: la crescente importanza riservata all’impatto ambientale dei prodotti – e più in generale l’approccio secondo il quale occorre diminuire il più possibile l’impatto ambientale ed energetico del prodotto visto nel corso del suo intero ciclo di vita (dalle scelte delle materie prime, ai cicli produttivi, ai processi di vendita, di uso e soprattutto di smaltimento e di ri-uso) – hanno cambiato nel profondo moltissimi ambiti della comunicazione così come di moltissime consulenze di tipo operativo.

Per approfondire cosa questo implichi, e comprendere quali mutamenti – anch’essi in chiave green – stiano investendo nel profondo molte altre professioni potete acquistare il nuovo e book dedicato alle professioni ambientali green di Andrea Quaranta “Professioni verdi: guida ai green jobs. Vademecum per orientarsi nelle professioni del futuro (che è adesso)”. Collana “TecnicaMente” – Ambiente e energia di WKI.

Condividi

Potrebbero interessarti

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...

Nuovo Codice appalti

Un vero e proprio cambio di paradigma, mirato a ristabilire un equilibrio tra la necessità di velocizzare le procedure di appalto e...