Diisocianati: cosa sono, classificazione e fattori sensibilizzanti
I diisocianati sono un gruppo molto ampio di composti chimici caratterizzati dalla presenza di due unità di cianati ed un’unità di idrocarburi alifatici o aromatici; essi sono classificati in modo armonizzato come sensibilizzanti delle vie respiratorie di categoria 1 e come sensibilizzanti della pelle di categoria 1.
I prodotti che possono contenere diisocianati sono moltissimi, in particolare tutti i composti poliuretanici che possono essere presenti in resine bicomponenti, adesivi, sigillanti, rivestimenti, schiume, vernici e pitture: l’ambito applicativo di queste formulazioni può spaziare dalle carrozzerie (vernici e adesivi a base poliuretanica), a molte lavorazioni dell’edilizia (sigillanti, isolanti, adesivi, vernici, … a base poliuretanica), alla produzione di mobili (in particolare di imbottiti, attraverso le schiume poliuretaniche) o di componentistica per l’automotive.
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La sensibilizzazione respiratoria da diisocianati è ritenuta particolarmente grave, irreversibile e invalidante; essa si sviluppa con modalità imprevedibili – vale a dire senza una precisa latenza o correlazione tra intensità dell’esposizione e comparsa degli effetti –, ed anche il contatto cutaneo può contribuire. I diisocianati organici maggiormente in uso – come il TDI, l’MDI o l’HMDI – non sono molecole particolarmente volatili, ma lo diventano in processi di nebulizzazione e schiumatura o in applicazioni a caldo, originando assorbimento per via inalatoria e attraverso la cute esposta.
La valutazione effettuata nell’ambito dei passaggi di approfondimento REACH ha evidenziato a livello UE la comparsa di oltre 5.000 casi all’anno di nuove malattie professionale da sensibilizzazione imputabili a isocianati – un numero che è stato considerato socialmente inaccettabile. L’introduzione di un valore limite di esposizione professionale – una delle misure opzionate per un adeguato controllo dei rischi di sostanze emerse come particolarmente preoccupanti – non è stato ritenuto un provvedimento sufficientemente appropriato nella fattispecie, poiché per i meccanismi di sensibilizzazione non è possibile definire valori limiti effettivamente health-based. L’introduzione di una specifica restrizione sugli utilizzi professionali e industriali di questi prodotti è iniziata nel 2016, per concludersi nel 2020 con l’emanazione del Regolamento (UE) 2020/1149, in vigore da quest’anno.
La restrizione n. 74 dell’allegato XVII del REACh riguarda infatti i diisocianati (si veda elenco a questo link alla voce n. 74) o i prodotti che li contengono. Notevoli sono già oggi, e saranno anche nel 2023, le ripercussioni di questa restrizione, basata sulle rilevazioni dei casi di asma professionale correlata a diisocianati in tutta Europa.
Il primo obbligo riguarda chi decide di immettere in commercio, in UE, questi prodotti: a partire dal 24 febbraio scorso non è più possibile immettere sul mercato questi composti in quanto tali, come costituenti di altre sostanze o in miscele per usi industriali e professionali, a meno che:
a) la concentrazione di diisocianati liberi, considerati singolarmente e in una combinazione, sia inferiore allo 0,1 % in peso,
oppure
b) il fornitore garantisca che il destinatario dei prodotti a base di diisocianati disponga di informazioni sui requisiti obbligatori di cui al paragrafo 1, lettera b), e che sull’imballaggio figuri la seguente dicitura, visibilmente separata dalle altre informazioni riportate sull’etichetta: «A partire dal 24 agosto 2023 l’uso industriale o professionale è consentito solo dopo aver ricevuto una formazione adeguata”.
L’obbligo conseguente per gli utilizzatori a valle dei prodotti così etichettati riguarda invece una specifica formazione quinquennale, da completare con esito positivo entro il 24 agosto 2023, che prevede un modulo di formazione generale e eventuali moduli intermedio ed avanzato per alcuni specifici utilizzi, col seguente schema:
1 – training base per tutti gli usi industriali e professionali; deve comprendere almeno i seguenti argomenti:
- chimica dei diisocianati;
- pericoli di tossicità (compresa tossicità acuta);
- esposizione ai diisocianati;
- valori limite di esposizione professionale;
- modalità di sviluppo della sensibilizzazione;
- odore come segnale di pericolo;
- importanza della volatilità per il rischio;
- viscosità, temperatura e peso molecolare dei diisocianati;
- igiene personale;
- attrezzature di protezione individuale necessarie, comprese le istruzioni pratiche per il loro uso corretto e le loro limitazioni;
- rischio di esposizione per contatto cutaneo e per inalazione;
- rischio connesso al processo di applicazione utilizzato;
- sistema di protezione della pelle e delle vie respiratorie;
- ventilazione;
- pulizia, fuoriuscite, manutenzione;
- smaltimento di imballaggi vuoti;
- protezione degli astanti;
- individuazione delle fasi critiche di manipolazione;
- sistemi di codici nazionali specifici (se pertinente);
- sicurezza basata sui comportamenti (behaviour-based)
2 – training intermedio per i seguenti usi:
- manipolazione di miscele all’aperto a temperatura ambiente (compresi tunnel per la produzione di schiuma);
- applicazione a spruzzo in cabina ventilata;
- applicazione con rullo;
- applicazione con pennello;
- applicazione per immersione o colata;
- trattamento meccanico successivo (ad esempio taglio) di articoli non completamente stagionati che non sono più caldi;
- pulitura e rifiuti;
- qualsiasi altro uso con un’esposizione simile per via cutanea e/o per inalazione; deve comprendere almeno i seguenti argomenti:
- tutti quelli del training base
- ulteriori aspetti basati sui comportamenti (behaviour-based);
- manutenzione;
- gestione dei cambiamenti;
- valutazione delle istruzioni di sicurezza esistenti;
- rischio connesso al processo di applicazione utilizzato
3 – training avanzato per i seguenti usi:
- manipolazione di articoli non completamente reagiti (ad esempio, appena reagiti, ancora caldi);
- applicazioni per fonderie;
- manutenzione e riparazioni per le quali è necessario accedere alle attrezzature;
- manipolazione all’aperto di formulazioni calde o bollenti (> 45 °C);
- applicazione a spruzzo all’aperto, con ventilazione limitata o esclusivamente naturale (anche in grandi capannoni industriali) e applicazione a spruzzo ad alta pressione (ad esempio schiume, elastomeri);
- qualsiasi altro uso con un’esposizione simile per via cutanea e/o per inalazione; deve comprendere almeno i seguenti argomenti:
- tutti quelli del training base
- tutti quelli del training intermedio
- eventuali certificazioni ulteriori necessarie per gli usi specifici previsti;
- applicazione a spruzzo al di fuori dell’apposita cabina;
- manipolazione all’aperto di formulazioni calde o bollenti (> 45 °C)
Particolarmente innovativa risulta anche la disposizione che il fornitore dei prodotti a base di diisocianati che ricadono nell’ambito della restrizione debba assicurarsi che i propri clienti a valle possano accedere ai suddetti corsi di formazione: questa previsione normativa ribadisce la mutua responsabilità nella supply chain, a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti, ed in particolare di quelle realtà produttive ove sono meno forti le competenze in materia di rischi chimici.
Soggetti ai nuovi obblighi di qualificazione professionale risultano tutti gli “utilizzatori industriali e professionali” dei prodotti inclusi, ovvero non solo i lavoratori dipendenti ma anche i lavoratori autonomi (es. artigiani), e coloro che pur non direttamente addetti alle lavorazioni con diisocianati sono incaricati della supervisione di tali attività.
Molte aziende produttrici di prodotti a base di diisocianati si sono già attrezzate nei mesi scorsi per formulare – ove tecnicamente possibile – prodotti con contenuti inferiori allo 0,1% p/p; dove ciò non sia stato possibile, si inizia a prevedere la fornitura diretta dei percorsi formativi per i propri clienti, e questa direzione risulta interessante – anche considerando i costi e le maggiori difficoltà organizzative per un solo soggetto piuttosto che per un coordinamento di soggetti interessati da un nuovo obbligo – perché si muove verso la riduzione dei rischi ad ogni livello attraverso la condivisione di risorse e strumenti.
In ogni caso l’utilizzatore a valle di prodotti anche dichiarati a basso tenore di diisocianati dovrà verificare attentamente la formulazione dichiarata: in genere la sostituzione avviene attraverso l’inserimento di dimeri o trimeri di diisocianati, che mentre quando forniti sono composti stabili durante l’uso rilasciano i medesimi composti diisocianici soggetti alla restrizione. L’obbligo della restrizione non si applica, ma i rischi verso la salute sono i medesimi: ne consegue la necessità di un rigoroso percorso di valutazione dei rischi, formazione e addestramento specifici, sorveglianza sanitaria con individuazione dei soggetti vulnerabili (es. poliallergici, anche se come visto la sensibilizzazione può colpire chiunque).