Sicurezza e Ambiente

Cosa fa (e come diventare) Energy Manager

Evoluzione e caratteristiche di una professione sempre più importante nel panorama lavorativo
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Cosa fa (e come diventare) Energy Manager

Sommario

Il responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia: i primi compiti

La legge n. 10/1991 ha introdotto l’obbligatorietà della figura del “responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia” (comunemente chiamato “Energy Manager”):

  • stabilendo l’obbligo della nomina per tutti i soggetti operanti nei settori industriale, civile, terziario e dei trasporti che hanno un consumo di energia superiore a specifiche quantità (10.000 tonnellate equivalenti di petrolio – tep – per il settore industriale; 1.000 tep per tutti gli altri settori);
  • precisando, sia pure in linea generale, i compiti di quest’ultimo.
I principali compiti del responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia, introdotti dalla Legge n. 10/1991
  • Individuare le azioni, gli interventi, le procedure e quanto altro necessario per promuovere l’uso razionale dell’energiaAssicurare la predisposizione di bilanci energetici in funzione anche dei parametri economici e degli usi energetici finaliPredisporre i dati energetici

La successiva evoluzione: nuovi compiti e nuove opportunità

Negli anni a seguire all’Energy Manager sono stati progressivamente affidati ulteriori compiti:

  • l’attestazione di avvenuta verifica del rispetto dell’obbligo – negli edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico – di soddisfare il fabbisogno energetico degli stessi favorendo il ricorso a fonti rinnovabili di energia;
  • il ruolo di tecnico di controparte incaricato di monitorare lo stato dei lavori e la corretta esecuzione delle prestazioni previste dai contratti di Servizio Energia qualora il committente sia un ente pubblico soggetto all’obbligo di dotarsi di un Energy manager.

Inoltre, un D.M. del 2012 ha esteso la possibilità di accesso al meccanismo dei certificati bianchi anche alle imprese operanti nei settori industriale, civile, terziario, agricolo, trasporti e servizi pubblici, ivi compresi gli Enti pubblici, a patto che le stesse provvedano alla nomina del responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia, o si dotino di un sistema di gestione dell’energia certificato in conformità alla norma ISO 50001 e mantengano in essere tali condizioni per tutta la durata della vita dell’intervento.

La nota esplicativa del MiSE del 2014

Con una circolare ministeriale del 2014 il MiSE dopo aver:

  • specificato quali sono i soggetti obbligati alla nomina dell’Energy Manager;
  • precisato la metodologia di valutazione dei consumi energetici e di comunicazione degli stessi, e
  • stabilito che ai “Responsabili non obbligati” si applicano le stesse regole valide per quelli previsti obbligatoriamente dalla legge, ha ulteriormente specificato le funzioni e il profilo professionale dell’Energy Manager, che:

1) ha funzioni di supporto al decisore in merito al miglior utilizzo dell’energia nella struttura di sua competenza;

2) nelle grandi strutture ha la funzione equivalente a quella del responsabile del Sistema di Gestione dell’Energia (come definito dalla ISO 50001).

Chi è o chi può essere l’Energy Manager?

Si tratta di un profilo di alto livello (si configura come una funzione dirigenziale o comunque di livello adeguato allo svolgimento di tale ruolo), con competenze manageriali, tecniche, economico-finanziarie, legislative e di comunicazione.

Gli Energy Manager nominati possono essere:

  • dipendenti (si tratta della scelta più comune per le grandi imprese);
  • consulenti esterni (scelta prediletta dalle PMI). In questo secondo caso, l’Energy Manager tende invece a configurarsi di più come un esperto in gestione dell’energia (EGE), certificabile in accordo alla UNI CEI 11339.

La presenza di nomine da parte di soggetti non obbligati è la prova che l’Energy Manager riveste un ruolo importante anche al di fuori del contesto delineato dalla legge n. 10/1991, specie in tutte le imprese e gli enti che presentino un elevato impatto del costo dell’energia sui costi di produzione di beni e servizi.

Le differenze fra l’Energy Manager e l’EGE

Le figure dell’Energy Manager e quella dell’esperto in gestione dell’energia (EGE, ai sensi del D.Lgs. n. 115/2008) possono coincidere, ma può anche verificarsi il caso in cui:

  • un Energy Manager non sia un EGE;
  • un EGE non sia Energy Manager.

Le differenze fra le due figure sono state sintetizzate dalla FIRE, che ha precisato che:

“un Energy Manager può essere al contempo un EGE (è una condizione auspicabile in diversi casi, in quanto in generale un Energy Manager dovrebbe avere requisiti tali da soddisfare quanto richiesto dalla norma UNI CEI 11339, indipendentemente dal fatto che intenda certificarsi o meno. Ci sono comunque delle situazioni, specie nelle grandi organizzazioni, in cui l’Energy Manager è bene che sia un manager di alto livello per poter così incidere in modo efficace sulle scelte aziendali. In tali casi le caratteristiche dell’EGE è più probabile che le abbiano i collaboratori)”;
– un EGE può non essere un Energy Manager, “in quanto l’aderenza ai requisiti previsti dallo schema di certificazione e accreditamento per la conformità alla norma UNI CEI 11339:2009 può essere rispettata anche al di fuori della nomina dell’Energy Manager”.

I requisiti della norma UNI CEI 11339: competenze ed attitudini dell’EGE (e che dovrebbe avere anche l’Energy Manager)

La norma UNI CEI 11339 definisce i requisiti generali e le procedure per la qualificazione degli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE).
In particolare questa norma definisce due profili di riferimento di rispetto al campo dell’EGE:

  • EGE settore industriale, che possiede competenze in materia di gestione energetica applicabili nell’industria e nei processi produttivi di quest’ultima;
  • EGE settore civile, le cui competenze si applicano al settore terziario e della pubblica amministrazione.

Inoltre la norma sancisce anche i requisiti che deve possedere chi vuole diventare EGE:

  • avere conoscenze, esperienza e la capacità necessaria per gestire l’uso dell’energia in maniera efficiente;
  • essere in grado di coniugare le conoscenze nel campo energetico ed ambientale con competenze gestionali, economico-finanziarie e di comunicazione.

Come diventare Energy Manager?

Ai fini dell’adempimento all’art. 19 della Legge n. 10/1991, specifica il FIRE, non sono previsti obblighi su corsi da seguire, esami da sostenere, certificazioni da ottenere: un Energy Manager, infatti, “può essere nominato a prescindere dal fatto che abbia o meno le caratteristiche previste dal D.Lgs. n. 115/2008 e dalla norma UNI CEI 11339”.
Sicuramente, da quando è disponibile la certificazione come EGE secondo la norma UNI CEI 11339, è opportuno ed utile che l’Energy Manager risulti certificato.

Per qualificarsi e abilitarsi alla professione di Energy Manager è preferibile:

  • possedere un diploma o una laurea in discipline tecniche-scientifiche;
  • frequentare un corso effettuato da enti accreditati alla formazione e all’abilitazione della figura di Energy Manager;

L’Enea in collaborazione con la FIRE (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia) organizza corsi in tutta Italia per l’aggiornamento professionale degli Energy Manager e degli Esperti in Gestione dell’Energia.

La nomina di legge è annuale e va inviata entro il 30 aprile alla FIRE, che gestisce istituzionalmente le nomine degli Energy Manager ai sensi della legge n. 10/1991 e pubblica annualmente l’elenco degli Energy Manager nominati.

I compiti e le capacità dell’Energy Manager

Oltre ai compiti, sopra sintetizzati, l’Energy Manager:

  • prende contatto con l’organizzazione ed individua le figure di riferimento per lo svolgimento delle proprie attività;
  • raccoglie le bollette energetiche, valuta i consumi energetici mensili ed annuali;
  • individua le curve di carico giornaliere, sia elettriche che termiche;
  • verifica i contratti esistenti collegati ai servizi energetici;
  • crea di un database delle aree di consumo;
  • individua degli indicatori di prestazioni energetiche per confrontare i consumi fra le diverse sedi e con la letteratura;
  • realizza diagnosi energetiche (verifica i consumi, attraverso audit ad hoc o tramite i report prodotti da sistemi di telegestione, telecontrollo e automazione) e di studi di fattibilità;
  • cura la contrattualistica relativa all’acquisto di energia elettrica.
    propone interventi per l’efficientamento energetico e cura l’ottimizzazione dei consumi attraverso la corretta regolazione degli impianti e il loro utilizzo appropriato dal punto di vista energetico;
  • promuove comportamenti virtuosi da parte dei dipendenti e/o degli occupanti della struttura energeticamente;
  • monitora l’evoluzione della normativa e la possibilità di accedere a forme di incentivi e/o di contributi;
  • verifica i risultati conseguiti e programmi di comunicazione degli stessi.

Quella dell’Energy manager è una figura fondamentale nel mondo delle professioni green: nel corso degli anni, gli ambiti di intervento ed i compiti di tale figura sono stati ampliati e ridefiniti diverse volte, fino ad arrivare alla norma UNI CEI 11339: 2009 che specifica quali requisiti deve possedere chi vuole conseguire la certificazione come EGE (esperto in gestione dell’energia).

Tuttavia, accanto ad una professione regolamentata come questa esistono numerose nuove figure professionali green, tutte caratterizzate da alta specializzazione, multidisciplinarietà ma soprattutto interessanti prospettive lavorative. Alcune sono così recenti che si fa fatica ad indicare un percorso formativo univoco a chi voglia avviare la propria carriera professionale in qualcuno di questi ambiti.

Ciò che è certo è che occorre comprendere come si sta evolvendo il mercato di lavoro, quali sono le figure professionali green più richieste alla luce del fatto che il settore green (così come il settore digitale) è fra i pochissimi a non essere colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia da Covid19. E’ importante riuscire a orientarsi nel mare magnum di sigle, di offerte formative, di promesse di prospettive.

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