La consulenza ambientale e le professioni green

L’attenzione all’ambiente e alla gestione ambientale ha assunto negli anni sempre maggior importanza a livello sociale, professionale e politico. Di certo, è innegabile che la pandemia che il mondo ha da poco superato abbia lasciato degli strascichi a livello globale e abbia generato una nuova consapevolezza. L’ambiente o la tutela ambientale sono al centro di questa consapevolezza.
Basti pensare ai programmi e ai piani nati in seno all’Europa negli ultimi anni: il PNRR primo fra tutti, il Next Generation EU, il Green Deal, l’Agenda 2030, la Direttiva Casa Green. Tutti programmi basati su obiettivi altamente sfidanti e incentrati sull’urgenza di crescere in termini di sostenibilità nelle sue multiformi accezioni, ma sempre con una grande vocazione alla tutela ambientale. Non ultime la crisi climatica in atto, la crisi energetica e la crisi economica chiamano il mondo ad agire in modo sostenibile. Gli obiettivi sono ridurre le emissioni derivanti dall’industria, dalla mobilità, migliorare l’efficienza energetica e delle materie prime, ridurre i rifiuti favorendone il recupero e il riciclo grazie alla Circular Economy, limitando le emissioni di gas a effetto serra, e ripristinando gli ecosistemi.
Se dunque nel 2018 in Italia gli occupati con competenze green rappresentavano circa il 13% della forza lavoro (secondo i dati forniti dall’ottavo rapporto della Fondazione Symbola e Unioncamere), lo stesso Rapporto aggiornato al 2022, riporta un dato che è già cresciuto. Il 13° Rapporto GreenItaly sottolinea innanzitutto che le imprese green affrontano meglio le crisi e che negli ultimi 5 anni la Green Economy è cresciuta con ben 531mila imprese italiane negli ultimi 5 anni (2017-2021) che hanno investito sulla sostenibilità per affrontare il futuro con un aumento del 51% rispetto al periodo di rilevazione precedente (2014-2018). In Italia 3,1 milioni di lavoratori si occupano di green jobs, pari al 3,7% degli occupati. Vediamo dunque quali sono le nuove professioni green.
Le nuove professioni green: come orientarsi?
Per chi vuole intraprendere una carriera nel settore ambientale, dunque, non è sempre facile orientarsi nei meandri dell’offerta, anche perché i mestieri legati allo sviluppo sostenibile sono in parte nuovi, e poco – o male – conosciuti, nonostante in Italia gli occupati con competenze green rappresentino più del 13% della forza lavoro (secondo i dati forniti dall’ottavo rapporto della Fondazione Symbola e Unioncamere).
Per questo motivo è cruciale dedicare spazio alle nuove professioni verdi, per aiutare a capire come l’ambiente rappresenti un’ottima opportunità professionale e a destreggiarsi fra offerta di lavoro e modalità per accedere a eventuali corsi, necessari per accedere ai nuovi green works.
Lavori verdi che sono – vale la pena sottolinearlo fin da subito – connotati da una spiccata multidisciplinarietà e da una forte carica di innovazione.
Elementi, questi ultimi, in grado non solo di aprire nuovi scenari e di far fronte ai cambiamenti del mercato, ma anche di dare impulso alla riconversione di professioni tradizionali.
L’idea di partenza è quella di descrivere le specificità di ogni singola figura professionale verde, nuova o riconvertita che sia, al fine di valutare il suo grado di appeal nell’odierno mercato del lavoro, per poi dettagliare cosa occorre fare per entrare a far parte dello specifico green work: formazione ed esperienza.
L’analisi si completa con l’indicazione degli sbocchi professionali, delle attività che vengono concretamente svolte, delle eventuali associazioni di categoria cui fare riferimento e di ogni altra notizia utile a monitorare l’evoluzione della singola figura professionale.
Insomma, un vademecum allo stesso tempo snello e dettagliato, in grado di guidare il lettore nei meandri di questo settore, così essenziale per far crescere la nostra economia all’insegna della sostenibilità.
I green jobs
E così, a fianco dei:
- tecnici e dei progettisti esperti di energie rinnovabili (che hanno avuto un boom qualche anno fa, quando gli incentivi sulle rinnovabili erano piuttosto cospicui);
- degli operatori nel settore del riciclo;
- degli energy manager;
- degli esperti dell’efficientamento energetico;
- di coloro che devono gestire i rifiuti all’interno dell’azienda,
nelle pagine di Teknoring parleremo anche di:
- responsabili tecnici;
- ecomanager;
- QHSE manager;
- responsabili di sistemi di gestione;
- progettisti di sistemi di gestione;
- ecoauditor;
- tecnici di monitoraggio ambientale;
- designer di prodotti green;
- eco industrial designer;
- mobility manager;
- eco cool hunter;
- eco brand manager;
- intermediari di rifiuti;
- addetti al turismo sostenibile;
- manager del governo del territorio;
- promoter specializzati in finanza verde;
- product manager;
- assicuratori ambientali;
- chimici ambientali;
- finanzieri ambientali;
- avvocati ambientali;
- architetti ambientali;
- geometri ambientali;
- valutatori ambientali;
- certificatori ambientali;
- giornalisti ambientali;
- project manager ambientali;
- risk manager ambientali;
- giuristi ambientali
- ingegneri ambientali.
Non si tratta di un elenco esaustivo, ma soltanto indicativo della vastità del settore, e della conseguente necessità di fornire una bussola: in ambito ambientale l’approccio alla definizione dei profili professionali è molto elastico, e la figura tipica – a prescindere dall’ambito e della specializzazione – è, come si è fatto cenno, per lo più ibrida, multidisciplinare ed estremamente malleabile.
Servono soft skills – soprattutto competenza e vision – molto forti: per questo motivo, occorre prepararsi ed approfondire la conoscenza e le dinamiche di questo settore.
Non solo per sapere di cosa ha bisogno il mercato, oggi, ma soprattutto per conoscere le tendenze per il futuro, e gestirle nel modo più appropriato.
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Pubblicato il 6 giugno 2018 – aggiornato il 7 agosto 2023