Sicurezza e Ambiente

Dissesto idrogeologico: controllo dell’erosione e stabilizzazione superficiale

Gli interventi per il controllo dell’erosione superficiale e della stabilizzazione superficiale consolidano e stabilizzano i terreni a rischio
Condividi
Dissesto idrogeologico: controllo dell’erosione e stabilizzazione superficiale

Il controllo dell’erosione superficiale è attuabile attraverso interventi che mirano a creare le condizioni ambientali e di stabilità idonee e favorevoli alla crescita di opportuna vegetazione sulle scarpate e in situazioni particolari e alterate, nei confronti dell’azione aggressiva di acque meteoriche e superficiali, del vento e delle escursioni termiche.

Le diverse tecniche si distinguono in base alle diverse caratteristiche litologiche, pedologiche, morfologiche e climatiche proprie della zona d’intervento.

Di seguito è rappresentata una suddivisione circa le diverse tipologie di intervento che possono limitare, prevenire o consolidare i fenomeni legati all’erosione superficiale.

 

Suddivisione delle tipologie di intervento riguardanti la limitazione dell’erosione superficiale
Suddivisione delle tipologie di intervento riguardanti la limitazione dell’erosione superficiale

Seguendo la suddivisione sopraccitata si riportano a titolo esemplificativo in Tab. 1 le forme di intervento possibili e riconosciute dall’Ispra nel documento Atlante delle opere di sistemazione dei versanti (secondo aggiornamento).

Nella prima colonna compaiono le soluzioni di intervento, ovvero:

(1) i rivestimenti realizzati mediante materiali biodegradabili;
(2) i rivestimenti attuati mediante materiali sintetici e/o biodegradabili;
(3) gli inerbimenti.

La seconda colonna “Come” riassume la tecnologia impiegata per attuare l’intervento, mentre la successiva denominata “Dove” indica le situazioni dove è possibile e consigliabile attuare la soluzione di consolidamento, infine la colonna corrispondente a “Perché” indica i motivi per cui si può propendere per una soluzione piuttosto che per un’altra.

Il controllo della stabilizzazione superficiale prevede l’impiego di materiali vivi (talee o piante radicate) abbinato a inerti di legno o ad altri materiali, quali terre e calcestruzzo. Serve a consolidare e stabilizzare pendii e scarpate instabili nei confronti delle frane superficiali.

I vantaggi nell’applicazione di questa metodologia di intervento possono essere così sintetizzati:

  • l’impiego di materiali vivi ha una duplice compito, ovvero quella di rinaturalizzare la scarpata e al contempo assolvere a una funzione di natura tecnica;
  • si ha un ridotto impatto ambientale, poiché sono spesso utilizzati materiali vivi propri del sito di intervento;
  • non implica un grande movimento di terra;
  • è ideale quando si interviene su aree di particolare pregio;
  • garantisce un ottimo recupero naturale.
NComeDovePerché
1Sempre associato all’idrosemina e impianto di talee;
è costituito ad esempio da fibre di paglia, cocco, juta e trucioli di legno.
È un intervento di sistemazione e consolidamento di pendii e scarpate;
è un intervento idraulico forestale;
recupero di aree di cava dimesse o di discariche.
Controllo di fenomeni erosivi per il tempo necessario all’attecchimento e crescita della coperture vegetale;
è biodegradabile e non tossico, quindi garantisce una rapida copertura vegetale e inserimento completo e naturale con l’ambiente circostante;
limita l’azione meccanica superficiale;
ha una funzione di contenimento e stabilizzazione corticale.
2Geostuoie 3D: sono costituite da filamenti di materiali sintetici (polietilene ad alta densità, poliammide, polipropilene od altro) e sono aggrovigliati in modo tale da formare un materassino avente uno spessore di 10-20 mm molto flessibile. La forma tipica di una geostuoia consiste in una struttura tridimensionale con un indice dei vuoti molto elevato, mediamente superiore al 90%.Pendii e/o scarpate naturali o superficialiUn’alta percentuale di indice dei vuoti è ideale per l’applicazione dell’idrosemina di spessore poiché si assolvono due funzioni, ovvero si ha una protezione antierosiva e si impedisce il dilavamento
 Geostuoie rinforzate sono prodotti realizzati mediante l’unione di una geostuoia 3D e di un elemento di rinforzo. Quest’ultimo ha una funzione permanente di contenimento o di assorbimento di sforzi di trazione indotti nel geocomposito. Come armatura sono spesso usate reti metalliche a doppia torsione a maglie esgonali in trafilato d’acciaio protetto mediante rivestimento con lega di zinco-5% alluminio o geogriglie di fibre di poliestere tessute e protette con PVC. Sono fissati alla scarpata con una opportuna picchettatura e successivamente intasati con idrosemina a spessore.È un controllo dell’erosione attuato su scarpate in terra o in roccia alterata molto ripide.Si ottiene una protezione dalle acque meteoriche e un contenimento nei confronti dei fenomeni gravitativi. Si possono utilizzare funi in acciaio oppure, dopo avere steso e ancorato il geocomposito, si riporta il terreno con spessore variabile da monte a valle al di sopra di esso. Quando necessario si pone un geocomposito drenante al di sotto di quello antierosivo per impedire la saturazione del terreno di copertura e migliorarne così la stabilità.
 Rivestimenti vegetativi consistono nella posa in successione di una biostuoia o geostuoia 3D antierosiva e di una rete metallica a doppia torsione a maglie esagonali in trafilato d’acciaio protetto mediante rivestimento con lega di zinco-5% alluminio.Ha una funzione di contenimento sulle scarpate molto ripide.Si migliora l’aderenza della stuoia e i piccoli rilasci gravitativi tipici delle scarpate molto ripide vengono impediti.
 Geocelle corrispondono a materiali geosintetici flessibili a struttura alveolare resistenti e leggeri al contempo. È ottenuta per assemblaggio e saldatura di strisce di materiali sintetici con spessori maggiore o uguale a 1,2 mm ed altezza compresa tra 70 e 100 mm.Stabilizzazione corticale;
Impedire lo scorrimento superficiale;
Recupero ambientale delle cave.
Si possono adottare fino a una pendenza minore o uguale a 40° rispetto all’orizzontale.
3Consiste in un rivestimento vegetale sugli strati più superficiali del terreno.Tecnica differente a seconda del sito;
Di solito abbinato a strutture ausiliarie che hanno la funzione di ricoprire e fissare la superficie del terreno instabile;
Consolidamento dei pendii
Ridotto impatto ambientale;
gli aspetti ecologici, estetici, paesaggistici sono tutelati;
ottimo recupero delle aree degradate;
ripristino degli ecosistemi naturali danneggiati.
Condividi

Potrebbero interessarti

Decreto Salva Casa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024 il Decreto Legge 29 maggio 2024, n. 69 recante “Disposizioni urgenti in materia di...

Nuovo Codice appalti

Un vero e proprio cambio di paradigma, mirato a ristabilire un equilibrio tra la necessità di velocizzare le procedure di appalto e...

Condominio

Dalla costituzione del condominio alla gestione delle tabelle millesimali, dalle delibere assembleari ai lavori edilizi e ai titoli abilitativi:...