Cappotto termico esterno, costi e benefici
Il cappotto termico esterno, o isolamento termico esterno, consiste in un involucro isolante applicato all’esterno dell’edificio, sulle pareti o sul tetto, per eliminare i ponti termici, cioè quelle aree, come le giunture dei serramenti o gli angoli, in cui facilmente si verificano infiltrazioni d’aria che provocano muffe e macchie in grado di alterare la temperatura interna dell’abitazione.
L’intervento minimizza la dispersione termica delle superfici opache esistenti e perciò garantisce un risparmio energetico ed economico riducendo le spese per la climatizzazione degli ambienti.
Ecco una guida completa che spiega vantaggi, caratteristiche, normativa e costi del cappotto termico esterno, intervento trainante del Superbonus 110%.
- Qual è il materiale migliore per un cappotto termico esterno?
- Quanto costa fare un cappotto termico esterno?
- Come si calcola lo spessore del cappotto termico?
- Quale cappotto termico scegliere?
- Quanti anni dura un cappotto esterno?
- Quanto si risparmia con un cappotto termico?
- Il cappotto termico si può applicare negli edifici ante ’45?
Il cappotto termico esterno è un intervento trainante per il Superbonus 110%
Gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali e inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, o dell’unità immobiliare situata all’interno di edifici plurifamiliari che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno, sono agevolati con il Superbonus 110% (comma 1, art. 119 Decreto Rilancio). Devono essere rispettati i requisiti di trasmittanza termica U (ante e post), espressa in W/mqK, contenuti nell’allegato E del decreto attuativo del Mise “efficienza energetica” o “requisiti ecobonus”
Il cappotto termico è tra gli interventi “trainanti”: quando viene realizzato sull’intero immobile, è possibile usufruire dell’agevolazione anche per gli interventi effettuati sui singoli appartamenti. L’intervento deve rispettare le prescrizioni contenute nel Dm 26 giugno 2015 “Requisiti minimi” recante “Schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici”.
Dettagli sulle spese che permettono di accedere alla detrazione al 110%
La detrazione spetta per le spese relative a:
a) interventi che comportano una riduzione della trasmittanza termica U degli elementi opachi costituenti l’involucro edilizio, purché detta trasmittanza non sia inferiore ai pertinenti valori di cui all’allegato E del Decreto Mise 6 agosto 2020 “Requisiti tecnici”, comprensivi delle opere provvisionali e accessorie, attraverso:
b) fornitura e messa in opera di materiale coibente per il miglioramento delle caratteristiche termiche delle strutture esistenti;
c) fornitura e messa in opera di materiali ordinari, anche necessari alla realizzazione di ulteriori strutture murarie a ridosso di quelle preesistenti, per il miglioramento delle caratteristiche termiche delle strutture esistenti;
d) demolizione e ricostruzione dell’elemento costruttivo;
e) demolizione, ricostruzione o spostamento, anche sotto traccia, degli impianti tecnici insistenti sulle superfici oggetto degli interventi.
Attraverso la risposta n. 408 del 24 settembre 2020 dell’Agenzia delle Entrate è stata chiarita la possibilità di accedere al Superbonus anche per interventi di cappotto esterno che riguardano una sola unità abitativa in un condominio. Le condizioni di accesso sono le seguenti:
– l’intervento deve interessare l’involucro dell’edificio.
– l’incidenza sulla superficie lorda disperdente deve essere superiore al 25%.
– deve essere assicurato il miglioramento di almeno 2 classi energetiche.
Normativa tecnica di riferimento
L’associazione europea per i Sistemi di Isolamento Termico a Cappotto ha definito e certificato un sistema isolante a cappotto denominato Etics: External Thermal Insulation Composite System, ovvero sistema composito di isolamento termico esterno.
In Italia Uni ha pubblicato la norma UNI/TR 11715:2018, che richiede l’uso di materiali certificati per la progettazione e posa in opera dei sistemi di isolamento termico a cappotto.
La norma Uni/TR 11715:2018 contiene il rapporto tecnico sulla Progettazione e posa in opera dei sistemi di Isolamento Termico a Cappotto su edifici nuovi ed esistenti, mette a disposizione di progettisti e applicatori riferimenti progettuali con esempi, dettagli tecnici, schemi e tabelle per eseguire una progettazione dettagliata e a regola d’arte del cappotto termico. La norma Uni 11716:2018 certifica invece le competenze dei posatori.
E le pratiche edilizie?
Per la posa del cappotto è necessaria almeno la Comunicazione di inizio lavori asseverate (Cila), a firma di un professionista: ingegnere, architetto, geometra o perito, che deve asseverare la conformità del progetto alle norme nazionali e al regolamento edilizio comunale.
Qual é il materiale migliore per un cappotto termico esterno?
Il cappotto termico esterno è un sistema composto da:
– Adesivo
– Materiale termoisolante
– Ancore
– Strato di base
– Rinforzo, generalmente rete in fibra di vetro
– Strato di finitura: mano di finitura con una mano chiave (opzionale) e/o una mano decorativa (opzionale)
– Accessori, ad es. perline d’angolo fabbricate, profili di collegamento e perimetrali, profili per giunti di dilatazione, profili di base, ecc.
Il mercato propone varie tipologie di materiali isolanti, che presentano diverse caratteristiche e prestazioni e che possono adattarsi in maniera migliore ad un supporto o tipologia di edificio piuttosto che ad un altro. Oltre alla tipologia, anche lo spessore del materiale isolante può variare in base alle prestazioni dello stesso e al livello di risparmio energetico che si desidera ottenere.
Alcune indicazioni generali:
– è meglio scegliere materiali coibentanti con bassa conducibilità termica, inoltre, più il materiale è spesso, più è alto il suo potere isolante, quindi, è meglio privilegiare materiali con spessori consistenti;
– nelle zone climatiche in cui le temperature estive si abbassano verso sera (collina e montagna) è utile scegliere materiali ad elevato sfasamento termico, cioè materiali la cui struttura fa sì che il calore impieghi molte ore per penetrare all’interno dell’edificio, così il “picco di calore” giunge solo verso sera, quando basta aprire le finestre per rinfrescare; al contrario, se l’edificio si trova in zone climatiche dove l’afa è alta dal mattino alla sera, è meglio scegliere un materiale traspirante perché limita la formazione di condensa, e atossico, resistente al fuoco e immune da parassiti e muffe.
La scelta dei materiali influisce sulla resa del cappotto termico e sulla sua durata. I materiali possono essere naturali o sintetici: entrambi sono ottimi isolanti termici, ma quelli naturali fungono anche da isolanti acustici, oltre ad avere una durata più lunga.
Materiali naturali
– fibra di vetro;
– fibra di legno;
– sughero;
Materiali sintetici
– pvc;
– poliuretano espanso;
-poliuretano estruso.
I pannelli in poliuretano, sia espanso che estruso, hanno ottime prestazioni termiche ma la loro densità può creare problemi. Infatti, col tempo, per via delle escursioni termiche, possono deformarsi e creare danni alle pareti.
Quanto costa fare un cappotto termico esterno?
L’analisi del prezzo di un cappotto termico esterno 2020 deve tener conto dei costi medi delle voci di spesa per un intervento, che comprendono:
| Tetto | 30 – 40 €/mq |
| Pareti | 15 – 30 €/mq |
| Manodopera | 20 – 25 €/mq |
| Ponteggio | 10 – 15 €/mq |
| TOTALE | 75 – 110 €/mq |
Nell’ambito del Superbonus 110%, il riferimento economico per l’intervento deve sempre essere riferito al prezzario o nazionale (DEI) o regionale o, in un’ultima analisi, mediante un’analisi prezzi. Il massimale di spesa dell’intervento ammissibile per “Interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali o inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda realizzati su edifici residenziali unifamiliari, sulle parti comuni di edifici residenziali in condominio o su edifici composti da 2 a 4 unità distintamente accatastate possedute da un unico proprietario o in comproprietà o su unità immobiliari residenziali site all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno” è stabilito nella legge 77/2020 ed in particolare nella Linea Guida Agenzia delle Entrate “Superbonus 110% – Edizione Febbraio 2021” alla Tabella n. 4.
La detrazione per il Superbonus 110% è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a (Tabella 4):
– 50.000,00 € per gli edifici unifamiliari;
– 50.000,00 € per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti con uno o più accessi autonomi dall’esterno site all’interno di edifici plurifamiliari;
– 40.000,00 € moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari;
– 30.000,00, € moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di 8 unità immobiliari.
Quanto si spende per fare il cappotto termico alla casa?
Secondo un calcolo di stima effettuato da Cna Energia, il costo medio del materiale a metro quadro (tra i 30 e i 40 euro a metro quadro) e la manodopera (25 euro/mq a metro quadro) vanno moltiplicati per la superficie da coprire. Ma ci sono variabili importanti, in relazione allo stato dell’immobile, le sue dimensioni e caratteristiche, le prestazioni termiche desiderate, le complessità di cantiere nonché le scelte estetiche e architettoniche.
Come si calcola lo spessore del cappotto termico?
La valutazione dello spessore di un cappotto termico efficiente deve derivare da un’analisi energetica dell’immobile.
Il grado di isolamento dipende sia dallo spessore cappotto termico sia dal tipo di materiale impiegato. Un cappotto termico esterno può avere diversi spessori, da 5 a 24 cm, secondo lo stato delle pareti e del tetto al momento dei lavori, i materiali utilizzati e le operazioni di incollaggio e la finitura esterna, che comportano un aumento di spessore.
Il calcolo dello spessore del cappotto esterno è condizionato sia dalla trasmittanza sia dalla resistenza termica
Il calcolo dello spessore del cappotto esterno è condizionato sia dalla trasmittanza sia dalla resistenza termica. La trasmittanza o conducibilità termica (U) indica la quantità di calore che attraversa un metro quadrato di superficie nell’unità di tempo (un’ora), quando la differenza di temperatura corrisponde a un grado kelvin. La trasmittanza di una parete non isolata è di circa 1,50 (W/m²K). Questo è un valore standard: per conoscere l’effettiva trasmittanza della parete, occorre realizzarne la stratigrafia. Invertendo il valore della trasmittanza, facendo quindi 1/U, si ottiene la resistenza termica.
Dividendo lo spessore del pannello (valore in metri) per la conducibilità termica, si ottiene la resistenza termica. Questo valore, sommato alla resistenza della parete non isolata, indica la resistenza totale (R) del sistema.
In zone climatiche “E”, su una parete non coibentata, si deve considerare uno spessore di almeno 10 cm.: tale spessore rientra nelle detrazioni fiscali, permette di realizzare una coibentazione di ottima qualità, con drastica riduzione dei consumi energetici e un consistente risparmio economico, implica una minore emissione di sostanze inquinanti, e contribuisce ad aumentare il valore dell’immobile.
Per quanto riguarda lo spessore massimo, il decreto legislativo n. 102/2014, che ha recepito la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, specifica che nel caso di interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti che comportino maggiori spessori delle murature esterne e degli elementi di chiusura superiori e inferiori necessari a ottenere una riduzione minima del 10% dei limiti di trasmittanza previsti dal decreto legislativo n. 192/2005: “è permesso derogare, nell’ambito delle pertinenti procedure di rilascio dei titoli abitativi” a quanto previsto “dalle normative nazionali, regionali o dai regolamenti edilizi comunali, in merito alle distanze minime tra edifici, alle distanze minime dai confini di proprietà e alle distanze minime di protezione del nastro stradale, nella misura massima di 25 cm per il maggiore spessore delle pareti verticali esterne”.
La deroga può essere esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti, in ogni caso nel rispetto delle distanze minime riportate nel codice civile.
Quale cappotto termico scegliere?
Ogni intervento è differente e soggetto a requisiti diversi, in base al contesto climatico in cui l’edificio è collocato, la tipologia dell’intervento (ristrutturazione o nuova costruzione), la destinazione d’uso (pubblica o privata), i vincoli normativi e amministrativi, le disponibilità economiche.
Il calcolo termico
Il calcolo termico delle prestazioni degli elementi che compongono il Sistema a Cappotto e determinano, insieme ad altri requisiti, la classe energetica dell’edificio, si basa su:
– caratteristiche del luogo di installazione del cappotto o ubicazione dell’edificio, sia in termini di orientamento rispetto all’irraggiamento solare, in termini di ubicazione geografica;
– destinazione d’uso dell’edificio, specialmente per quanto concerne la classe di concentrazione del vapore all’interno degli edifici, le attività che vengono svolte all’interno dell’edificio e al numero di persone che lo occupano;
– limiti dei livelli di consumo energetico prefissati dalla normativa, e prestazioni di efficienza energetica che si intendono raggiungere, tenendo conto delle caratteristiche dell’immobile (es. casa vecchia);
– tipologia di supporto sul quale verrà effettuato l’intervento di isolamento termico a cappotto, ad esempio se si tratta di legno, calcestruzzo o laterizio;
– collegamenti alla base del cappotto termico e con il tetto (piano o a falda) e scelta del pannello isolante, della rasatura e del sistema di impermeabilizzazione;
– raccordo del cappotto termico a finestre, davanzali, balconi, avvolgibili e tapparelle, per garantire la continuità del materiale isolante ed eliminare i ponti termici.
Isolamento in intercapedine
Se le pareti di tamponamento dell’edificio sono realizzate con una doppia fila di mattoni in laterizio (parti mancanti e/o fori) che creano un’intercapedine d’aria di spessore variabile, è possibile sfruttare l’intercapedine d’aria esistente, iniettando materiale isolante all’interno con il metodo dell’insufflaggio.
Pannelli isolanti
Richiedono bassa mano d’opera e rapidità dei tempi di posa (con l’uso di tasselli e colle adesive applicati direttamente sulla superficie delle pareti di tamponamento) ma possono non garantire efficacia e durabilità tecnica, se non sono applicati a regola d’arte, evitando vizi di realizzazione quali:
– mancanza di rete armata;
– assenza di rinforzi negli spigoli;
– applicazione del prodotto con temperature ambientali non conformi;
– schema di posa a file parallele anziché a pannelli sfalsati;
– errata tassellatura o parete esistente umida e con efflorescenze.
Cappotto corazzato
Il Cappotto Corazzato è un sistema completo per l’isolamento termico a cappotto di edifici nuovi, ristrutturazioni e risanamenti protettivi. Questo sistema si compone di pannelli modulari prefiniti con finitura in pietra a vista, con rivestimento superficiale corazzato al quarzo ed elementi cementizi (rinforzato con fibra di carbonio) termofuso sull’isolante, per renderlo inalterabile nel tempo e per eliminare la manutenzione periodica.
Nanotecnologie
Il materiale usato per isolamento con cappotto termico esterno con le nanotecnologie è l’aerogel, composto dal 98% di aria “intrappolata” in nanomolecole di silicio amorfo realizzato sinteticamente (non rischioso per l’uomo e l’ambiente). Questo materiale ha caratteristiche elevate di isolamento termico e i pannelli isolanti sono a basso spessore, da 1 cm fino a 4 cm.
Quanti anni dura un cappotto esterno?
Secondo l’Associazione europea dei sistemi a cappotto, la durata stimata, se la posa è stata effettuata a regola d’arte e con materiali di qualità, è di circa 40/50 anni.
Quanto si risparmia con un cappotto termico?
Un edificio correttamente isolato consuma meno energia, garantisce un comfort abitativo superiore e una migliore qualità dell’aria interna e ha un valore di mercato superiore. Il cappotto termico esterno assicura diversi benefici: aiuta a proteggere il clima e l’ambiente. Il primo e più importante beneficio è il risparmio energetico, con conseguente riduzioni delle emissioni di CO2.
ll risparmio è possibile non solo in termini di riscaldamento, ma anche in ridotte spese per il raffrescamento: riguardo ai consumi estivi, contare su un elevato livello d’isolamento termico permette di ridurre fino al 50% la quantità di frigorie richieste nel periodo estivo, dimezzando così il consumo elettrico dei condizionatori per il raffrescamento.
Il cappotto termico esterno si può applicare negli edifici ante ’45?
Occorre chiarire che un edificio ante 1945 non è automaticamente soggetto a vincolo. Attraverso la circolare Mibact 4/2021 si agisce solo sugli edifici sottoposti alla tutela dei vincoli cosiddetti “paesaggistici”, ovvero quelli rispondenti alla definizione A.2 Allegato A del DPR 31/2017:
A.2. interventi sui prospetti o sulle coperture degli edifici, purché’ eseguiti nel rispetto degli eventuali piani del colore vigenti nel comune e delle caratteristiche architettoniche, morfo‐tipologiche, dei materiali e delle finiture esistenti, quali: rifacimento di intonaci, tinteggiature, rivestimenti esterni o manti di copertura; opere di manutenzione di balconi, terrazze o scale esterne; integrazione o sostituzione di vetrine e dispositivi di protezione delle attività economiche, di finiture esterne o manufatti quali infissi, cornici, parapetti, lattonerie, lucernari, comignoli e simili; interventi di coibentazione volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici che non comportino la realizzazione di elementi o manufatti emergenti dalla sagoma, ivi compresi quelli eseguiti sulle falde di copertura. Alle medesime condizioni non è altresì soggetta ad autorizzazione la realizzazione o la modifica di aperture esterne o di finestre a tetto, purché’ tali interventi non interessino i beni vincolati ai sensi del Codice, art. 136, comma 1, lettere a), b) e c) limitatamente, per quest’ultima, agli immobili di interesse storico‐architettonico o storico‐testimoniale, ivi compresa l’edilizia rurale tradizionale, isolati o ricompresi nei centri o nuclei storici;
La realizzazione del cappotto termico è quindi soggetta a procedura autorizzativa solo quando l’immobile è soggetto a vincolo diverso rispetto a quello indicato nella suddetta definizione A.2 (Circolare Mibact 47/2017).
Leggi qui la risposta n. 408 del 24 settembre 2020 dell’Agenzia delle Entrate