Riconoscere le pietre dell’edilizia storica: le rocce magmatiche
Le classificazioni della pietra
Per prima cosa occorre però chiarire la classificazione dei materiali lapidei naturali, cioè delle rocce propriamente intese. In ambito architettonico ne troviamo infatti due: commerciale e petrografica o scientifica. La prima è utilizzata soprattutto da architetti, aziende specializzate e fornitori di materiali edili nella formulazione di progetti, ordini, cataloghi e computi metrici estimativi; mentre la seconda serve soprattutto a chimici, geologi e restauratori per definire le tipologie di materiale, il livello di degrado e gli interventi di pulitura e consolidamento. Nei paragrafi successivi, descrivendo le pietre più comuni, farò perciò riferimento alla classificazione petrografica, ma occorre conoscere anche quella commerciale per non cadere in confusione: un architetto deve infatti padroneggiarle entrambe, utilizzando quella più appropriata in base allo specifico contesto. La classificazione commerciale dei materiali lapidei naturali è contenuta nella Norma UNI 8458 (ritirata e sostituita con UNI EN 12670:2003), che distingue le categorie seguenti: – Marmo: tutte le rocce cristalline, compatte e lucidabili, prevalentemente costituite da minerali di durezza 3 o 4 sulla scala di Mohs come calcite, dolomie e serpentino. Rientrano in questa categoria i marmi veri e propri, tutti i calcari e le rocce sedimentarie lucidabili ad eccezione del travertino, le brecce, le puddinghe, l’onice e l’alabastro. – Granito: tutte le rocce fanero-cristalline, compatte e lucidabili, formate soprattutto da minerali di durezza 6 a 7 sulla scala di Mohs (ad esempio quarzo e feldspato). Comprende tutte le varietà di granito, gabbro e sienite; le corrispondenti rocce effusive a struttura porfirica; la diorite e alcune rocce metamorfiche di origine vulcanica come lo gneis. – Travertino: roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con caratteristica struttura vacuolare, da decorazione e costruzione, lucidabile o non lucidabile in base alla varietà. In questo caso la definizione commerciale coincide con quella petrografica. – Pietra: tutte le rocce non lucidabili indipendentemente dalla loro origine, durezza e composizione mineralogica. Vi rientrano materiali molto diversi: rocce sedimentarie come l’arenaria o alcune calcareniti (calcare cavernoso o pietra da torre), rocce piroclastiche (tufi di varia natura), magmatiche effusive (basalto e trachite) o infine le pietre da spacco naturale come l’ardesia e la quarzite. Dal punto di vista petrografico o scientifico le rocce si dividono invece in magmatiche, sedimentarie e metamorfiche in base alla loro origine geologica.Le rocce magmatiche: genesi, caratteristiche e tipologia
Le rocce magmatiche sono dette anche ignee o primarie: sono infatti costituite dalla solidificazione (o cristallizzazione) del magma, inteso massa fusa a base di minerali silicati e ricca di gas, originatasi ad alta temperatura nelle profondità terresti. La solidificazione può avvenire velocemente in superficie, generando alle rocce effusive (o lava vulcanica propriamente intesa, che durante le eruzioni forma fontane incandescenti o colate lungo i fianchi del vulcano), oppure più lentamente nelle profondità terrestri dando origine alle rocce intrusive. Le rocce effusive più comuni sono il porfido e il basalto: hanno una struttura formata da una pasta di fondo vetrosa o microstallina, sulla quale si trovano cristalli più grandi visibili a occhio nudo. Le rocce intrusive (gabbro e granito) si caratterizzano invece per la loro struttura marcatamente cristallina, ben visibile a occhio nudo e formata prevalentemente da minerali di quarzo, felpato, plagioclasio e mica. Basalto – È una roccia di colore scuro (rosso, viola, verde, grigio o nero), molto resistente e con struttura porfirica, vetrosa o microcristallina. Generalmente non lucidabile, si presenta spesso in affioramenti o colate vulcaniche spesse e compatte (Foto 1). In alcuni casi può dar luogo a formazioni geologicamente interessanti: – pillow lava o lava a cuscino, formata da tipiche strutture ovali originate dal raffreddamento molto repentino sotto al mare; – basalto colonnare, facilmente riconoscibile per le tipiche colonne a sezione esagonale o pentagonale (Foto 2) generate dal raffreddamento all’aria aperta in particolari condizioni.Photogallery
Foto 3 – Porfido rosso grezzo. Foto di Alessandro Ticci
Foto 4 – Ravenna, Battistero Neoniano: vasca battesimale con elemento architettonico di spoglio in porfido rosso
Foto 5 – La tipica texture del porfido verde antico
Foto 6 – Ravenna, Battistero Neoniano: particolare di una lastra ornamentale in porfido verde antico, con bordura in madreperla e porfido rosso
Foto 7 – Pietre da costruzione in tufo giallo, dal sito dell’azienda Marmi ZEM di Enrico Ziche
Foto 8 – Esempio di pavimentazione esterna con lastre in varie qualità di granito e sienite
Foto 9 – Alcune varietà di granito, dal sito dell’azienda Marmi ZEM di Enrico Ziche
Foto 10 – La texture della sienite, dal sito dell’azienda Petra
Foto 11 – La texture del Gabbro, dal sito dell’azienda Marmi ZEM di Enrico Ziche