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Cashback: come ottenere i rimborsi per i pagamenti elettronici

Dopo la sperimentazione natalizia ora c'è chi punta al bonus del Cashback da 1500 euro. Ma bisogna realizzare almeno 33 transazioni al mese: i dati aggiornati
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Cashback: come ottenere i rimborsi per i pagamenti elettronici

Sulla Gazzetta Ufficiale del 28 novembre 2020 (Serie n. 296) è stato pubblicato il Regolamento recante condizioni e criteri per l’attribuzione delle misure premiali per l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici. Il Mef, con il cosiddetto decreto “Cashback”, ha previsto un rimborso in denaro per le persone fisiche maggiorenni. I rimborsi saranno riconosciuti a chi effettua acquisti con strumenti di pagamento elettronici presso soggetti che svolgono attività di vendita di beni e di prestazione di servizi. Quindi, negozi fisici. Si può acquistare qualsiasi bene. Il tutto, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, arte o professione. La prima fase sperimentale della misura è terminata lo scorso 31 dicembre. Gli utenti hanno segnalato diverse problematiche,  come il mancato riconoscimento dalla app IO di alcuni pagamenti. Facciamo quindi chiarezza su quanto sta accadendo, verificando le principali regole per ottenere il Cashback, le tempistiche e le categorie coinvolte.

Il periodo sperimentale

Il Cashback è pari al 10% dell’importo di ogni acquisto effettuato. Il programma tiene conto delle transazioni fino ad un valore massimo di 150 euro a transazione. Per il periodo sperimentale, i dati sono incoraggianti: 5,8 milioni i cittadini iscritti, 9,8 milioni di strumenti di pagamento elettronici registrati, di cui oltre 7,6 milioni dall’app IO. Oltre 63 milioni le transazioni effettuate. Non tutti gli iscritti al programma Cashback riceveranno il rimborso, datato 1° marzo 2021. Per ottenerlo, infatti, servivano almeno 10 transazioni. Sono 3.230.906 i partecipanti che hanno superato questa soglia e che riceveranno rimborsi per complessivi 222.668.781 euro. In particolare, solo il 3,1% (100.387 valore assoluto) otterrà il rimborso massimo di 150 euro. Il 49,6% degli aventi diritto (1.602.297 persone), otterrà un rimborso tra i 50 e i 99 euro; il 32,8% (1.059.399 valore assoluto) avrà meno di 50 euro. Infine, il 14,5% (468.822) otterrà tra 100 e 149 euro.

La nuova fase

Finita la fase sperimentale, dal primo gennaio è partito il primo dei tre semestri in cui si articolerà il programma Cashback, che durerà fino al 30 giugno 2022. Le adesioni sono in crescita: dall’inizio del programma, i cittadini iscritti sono quasi 7 milioni, oltre 12 milioni gli strumenti di pagamento attivati. Più di 5 milioni e 600 mila gli utenti con transazioni valide.

L’adesione al programma

Per aderire al programma, bisogna registrare il proprio codice fiscale sull’APP IO o nei sistemi messi a disposizione da un issuer convenzionato. Oltre a ciò, è necessario indicare gli estremi identificativi degli strumenti di pagamento elettronici dei quali ci si intende avvalere per effettuare gli acquisti. La partecipazione al programma inizia con la prima transazione tramite lo strumento di pagamento elettronico registrato dall’aderente.

La cancellazione dal programma è possibile in qualsiasi momento. Tale operazione comporta la perdita del diritto a concorrere all’assegnazione del rimborso per il periodo di riferimento, oltre alla cancellazione di tutti i dati personali dall’APP IO. I rimborsi già corrisposti rimarranno validi.

L’iscrizione con Poste Italiane

L’iscrizione al sistema è possibile anche senza l’App IO. L’opportunità è offerta da Poste Italiane. E’ possibile registrarsi al programma Cashback direttamente sulle App Postepay e BancoPosta. I requisiti sono i seguenti:

  • essere titolare di una carta di debito BancoPosta e/o di una carta prepagata Postepay;
  • aver abilitato il conto corrente in App BancoPosta e/o la carta prepagata in App Postepay;

Con pochi passaggi, la registrazione avviene in tempi rapidi, seguendo le istruzioni presenti sul sito www.poste.it. Inoltre, Poste Italiane ha previsto un ulteriore beneficio di 1 euro per tutte le transazioni di pagamento superiori ai 10 euro eseguite tramite App e codice Postepay presso tutti gli Uffici Postali e gli altri punti vendita convenzionati con questa nuova modalità di pagamento tramite codice QR.

Convenzioni tra Mef, PagoPa e Consap

Il Mef ha stipulato una convenzione con PagoPa, per un importo non superiore a 2,2 milioni di euro per il 2020, e di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022. L’obiettivo è la progettazione, realizzazione e gestione di specifiche funzioni del sistema cashback. Tra questi: la raccolta dei dati relativi agli aderenti e dei pagamenti; l’identificazione dei beneficiari dei rimborsi.

Tutti i dati saranno trasmessi a PagoPa per consentire agli aderenti di verificare, tramite l’APP IO o l’issuer convenzionato, l’importo del rimborso. La convenzione tra Mef e Consap consta di un importo massimo di 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022. L’accordo disciplina, tra l’altro, le modalità di erogazione dei rimborsi ai beneficiari, oltre alla gestione di tutte le fasi dei reclami e delle eventuali controversie.

Il rimborso Cashback

Il rimborso è calcolato in percentuale su ogni transazione. La misura del rimborso si riferisce ai seguenti periodi:

  • 1° gennaio 2021 – 30 giugno 2021;
  • 1° luglio 2021 – 31 dicembre 2021;
  • dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2022.

Per ogni periodo, accedono al rimborso esclusivamente gli aderenti che abbiano effettuato un numero minimo di 50 transazioni regolate con strumenti di pagamento elettronici. In tali casi, il rimborso è pari al 10% dell’importo di ogni transazione e si tiene conto delle operazioni fino ad un valore massimo di 150 euro per singola transazione. Quelle di importo superiore a 150 euro concorrono fino all’importo di 150 euro.

In ogni caso, la quantificazione del rimborso “è determinata su un valore complessivo delle transazioni effettuate non superiore a 1.500 euro in ciascun periodo”. I rimborsi sono erogati entro 60 giorni dal termine di ogni intervallo temporale considerato.

Difficoltà e problemi tecnici

I primi giorni di adesione hanno evidenziato una serie di problemi tecnici. Sono stati davvero tanti i cittadini che non hanno potuto attivare il proprio profilo sull’app IO. Al momento di inserire l’Iban – ma soprattutto gli estremi delle carte di debito o di credito – sono apparsi messaggi di malfunzionamento o di errore. I disagi, ha spiegato Palazzo Chigi, sono stati provocati dagli “imponenti flussi di traffico registrati dall’App IO” con “milioni di richieste di caricamento di carte nella sezione Portafoglio”. In tal senso, la proposta di alcuni esponenti della maggioranza sarebbe quella di permettere la richiesta del rimborso anche per chi si è registrato dopo il day one dello scorso 8 dicembre. Il “Cashback retroattivo” potrebbe dunque far rientrare nel programma tutte le persone che non sono riuscite a iscriversi. Il sistema, infatti, tiene conto solo delle spese eseguite digitalmente a partire dal giorno successivo a quello in cui viene attivata l’app IO.

Rimborso speciale

A partire dal 2021, ai primi 100 mila aderenti che, nei periodi considerati, abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni con strumenti di pagamento elettronici, si attribuisce un rimborso speciale di 1.500 euro. Grazie all’app IO i partecipanti possono vedere la propria posizione in classifica e comprendere se il numero delle spese effettuate è sufficiente per ottenere il bonus. Attualmente (dati aggiornati alla fine di gennaio), bisogna aver effettuato almeno 33 pagamenti in negozio con uno dei metodi di pagamento registrati per risultare tra i primi 100.000 utenti. A conti fatti, una decina circa a settimana.

Al termine di ogni periodo di riferimento, il conteggio del numero di transazioni regolate con strumenti di pagamento elettronico parte da zero per tutti gli aderenti. I rimborsi speciali sono erogati entro 60 giorni dal termine di ogni intervallo temporale previsto dal programma.

Modalità di erogazione dei rimborsi

L’erogazione dei rimborsi avviene sul codice IBAN dell’aderente, indicato al momento dell’adesione al programma o successivamente. In considerazione dell’elevato numero dei pagamenti e dei tempi previsti, la legge prevede l’opportunità di aprire un apposito conto corrente bancario intestato a Consap. Sul conto, in prossimità di ogni scadenza di pagamento e in base all’effettivo fabbisogno finanziario, il Mef trasferisce l’importo dei rimborsi complessivamente spettanti. Successivamente, Consap provvederà ad effettuare i bonifici ai singoli beneficiari.

I reclami

PagoPa mette a disposizione degli aderenti un apposito servizio di help desk per gli aspetti relativi alla gestione del profilo utente e ai servizi erogati attraverso l’APP IO. Incluse eventuali contestazioni in merito alla registrazione delle transazioni effettuate. Il regolamento specifica che in caso di mancato o inesatto accredito dei rimborsi previsti, l’aderente può presentare reclamo entro 120 giorni successivi alla scadenza del termine previsto per il pagamento.

I reclami dovranno essere presentati a Consap, utilizzando apposito modulo, insieme agli allegati richiesti, attraverso il canale telematico dedicato. È facoltà di Consap richiedere a PagoPA le informazioni relative alle transazioni effettuate dall’aderente nel periodo contestato. PagoPA ha 10 giorni per fornire le informazioni richieste. Le decisioni sul reclamo devono essere prese, infine, entro 30 giorni dalla data di ricezione.

Polemiche politiche

Nei giorni scorsi non sono mancate le polemiche sui fondi destinati al Cashback. Dall’opposizione sino a Italia Viva, sono arrivate diverse sollecitazioni al Governo uscente affinché questi soldi vengano destinati al potenziamento del Decreto Ristori, che dovrà essere varato da qui a pochi giorni. Un punto di vista non condiviso dal Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che difende l’iniziativa e ne assicura la sostenibilità. Nonostante la difesa ufficiale, però, nel Governo si valutano possibili modifiche al piano, tanto che la vice di Gualtieri, Laura Castelli, ha spiegato che “Le necessità economiche evolvono di mese in mese“. La crisi dell’Esecutivo, però, pare stia frenando tutte le iniziative in tal senso.

Articolo pubblicato l’8.12.2020 – aggiornato il 27.01.2020

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