Edilizia e Urbanistica
Come degradano coperture e chiusure esterne verticali
Uno sguardo ai fenomeni di degrado tipici delle chiusure verticali esterne e dei serramenti nell'edilizia tipica del Dopoguerra, quella che popola la stragrande maggioranza delle nostre aree urbane
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Le chiusure verticali esterne, insieme alle coperture sono tra le parti degli edifici più esposte e soggette a degrado. Nelle realizzazioni del secondo dopoguerra possiamo riconoscere alcune forme di degrado tipiche, conseguenza del modo di costruire dell’epoca.
In base al tipo di lesione osservata, possiamo riconoscere il fenomeno di degrado che si è verificato e risalire così alle cause che lo hanno determinato. Alcuni esempi di effetti e cause di degrado frequenti nelle chiusure esterne verticali sono i seguenti:
• lesioni inclinate, sintomo di movimenti e dissesti nelle pareti;
• lesioni ad andamento orizzontale, legate al degrado dei giunti;
• esfoliazione dello strato di tinteggiatura per incompatibilità con il supporto;
• distacchi nel rivestimento alla base per umidità di risalita;
• lesioni irregolari nella finitura per ritiro generalizzato dell’intonaco cementizio
Sulle pareti esposte troviamo fenomeni tipici di erosione dello strato di finitura esterna.
Sui tamponamenti di chiusura distinguiamo i fenomeni di degrado in funzione dell’ossatura dell’edificio. In ossature in calcestruzzo di cemento armato, dilatazioni e contrazioni dovute a sollecitazioni termiche possono dare luogo a fenomeni di inarcamento del tamponamento. Nel caso di ossature metalliche, si possono verificare azioni indotte sul tamponamento dalla corrosione di strutture in acciaio non protette.
I ponti termici sono un altro tipico problema che si evidenzia bene sulle chiusure verticali. Lo ritroviamo in strutture in calcestruzzo di cemento armato e tamponamento a cassa vuota e in facciate continue.
Nonostante l’accuratezza del disegno di dettaglio, le aperture non sono esenti da degrado causato da ponti termici in corrispondenza degli orizzontamenti superiori. Possibili forme di degrado nelle aperture dovute a ponti termici e infiltrazione di acqua meteorica in assenza di fori di drenaggio sono: corrosione delle cravatte metalliche, formazione di condensa, marcescenza del serramento ligneo.
Un quadro esauriente dello stato di degrado delle chiusure verticali esterne costituisce la base per decidere i successivi più opportuni interventi di recupero.
Per quanto riguarda le coperture piane, vediamo qualche esempio di degrado a cui possono essere soggette più di frequente.
Se consideriamo le coperture piane coibentate e rivestite con manto bituminoso, i possibili fenomeni di degrado sono:
• corrosione delle grappe metalliche di ancoraggio delle lastre lapidee a protezione del parapetto;
• rottura delle lastre lapidee nelle parti più sollecitate;
• lesioni nell’intonaco;
• possibili punti di penetrazione dell’acqua meteorica, a contatto con gli elementi strutturali, con lo strato coibente, con il controsoffitto;
• presenza di umidità di condensa per posa difettosa della barriera al vapore;
• distacco della guaina per infiltrazioni;
• difettoso risvolto dell’impermeabilizzazione;
• formazione di bolle nel manto bituminoso per irraggiamento solare o condensa all’intradosso;
• conseguenti lesioni e distacchi nel manto.
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Nelle coperture piane rivestite in lastre metalliche possiamo riscontrare i seguenti fenomeni di degrado:
• risvolto e fissaggio inadeguati;
• inarcamenti delle lastre metalliche per sollecitazioni termiche;
• infiltrazioni nei punti di aggraffaggio;
• pendenza inadeguata (con tutte le conseguenze del caso);
• ristagno e possibili infiltrazioni d’acqua su strato sottostante.
Anche i balconi a sbalzo realizzati per lo più in laterocemento manifestano forme di degrado tipiche, sia all’intradosso che all’estradosso: si tratta spesso dei danni causati da infiltrazioni di acqua di dilavamento che provoca, nel tempo, degrado del calcestruzzo di cemento armato e corrosione dei ferri dell’armatura.
Riconoscere le forme di degrado tipiche è di grande importanza per procedere con un’analisi puntuale dell’edificio e per individuare la migliore strategia di intervento.

Degrado del calcestruzzo con corrosione dei ferri in un balcone (Foto S. Lanzu)