Insieme alle volte strutturali in pietra o mattoni, i solai in legno sono le uniche strutture di orizzontamento note all’edilizia storica: saperne riconoscere le parti costitutive, i modelli più comuni e gli elementi ornamentali è perciò fondamentale per chiunque si occupi di edilizia storica.
Per la loro estrema diffusione tali elementi strutturali sono infatti attestati sia negli edifici più poveri che nei palazzi gentilizi, con una cura costruttiva e un pregio storico-artistico estremamente variabili in base al pregio dell’edificio, alla luce da coprire, ai materiali a disposizione e alle tradizioni costruttive locali.
SommarioPregi e difetti del legno come materiale strutturaleAnatomia di un solaio in legnoPrincipali tipologie dei solai in legno
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Pregi e difetti del legno come materiale strutturale (Torna su)
Il legno è l’unico materiale utilizzato per la costruzione di solai e coperture a falde prima della rivoluzione industriale, che rese disponibili la ghisa e i profilati di metallo.
Presenta infatti numerosi pregi:
ottima resistenza meccanica a flessione e compressione;
scarso peso;
facile reperibilità in qualunque zona d’Italia, perché in passato i boschi erano molto più diffusi rispetto ad oggi;
facilità di lavorazione e velocità di posa senza ricorrere a strutture secondarie di sostegno come le centine necessarie per le volte;
costo contenuto;
possibilità di sostituire facilmente un elemento rotto o ammalorato senza smantellare l’intero elemento strutturale;
buon comportamento sismico.
Gli svantaggi principali consistono invece nella sua vulnerabilità agli incendi, all’umidità, ai funghi (in particolare la carie bianca e la carie bruna o a cubetti) e agli insetti xilofagi, soprattutto tarli e termiti.
Dal punto di vista strutturale ciascun solaio ligneo possiede i medesimi elementi costruttivi: un’orditura principale costituita dalle cosiddette travi maestre (cioè travi abbastanza alte a sezione grosso modo rettangolare) o più raramente direttamente dai travetti; un’orditura secondaria di travetti o travicelli e infine l’impalcatodestinato a sostenere il pavimento soprastante (Foto 1), che in base alle consuetudini locali è formato da spesse tavole di legno o mezzane in cotto di forma rettangolare con dimensioni pari a quelle dei mattoni ma spesse esattamente la metà. In quest’ultimo caso l’impalcato prende il nome di scempiato ed è l’elemento peculiare dei solai alla toscana (Foto 2) diffusi soprattutto in Umbria, Lazio e ovviamente Toscana.
In Campania è invece frequente il cosiddetto solaio alla napoletana, il cui impalcato – anziché da tavole piane – è formato da panconcelli ricavati dalla regolarizzazione dei tronchi d’albero, che presentano un lato piano all’intradosso e ricurvo all’estradosso.
Il materiale dell’impalcato definisce il passo dei travetti: circa 50 centimetri con il tavolato ligneo e più ravvicinato (25-30 centimetri) in presenza di mezzane.
L’interasse tra le travi principali è invece di solito compreso tra 1,5 e 2,5 metri.
I travetti sono semplicemente appoggiati sulla trave maestra e fissati ad essa con un chiodo infisso alla traditora; per evitare l’accumulo di polvere e detriti lo spazio risultante è riempito con scaglie di mattoni intonacati, tavole di legno o elementi più complessi lavorati a intaglio.
Foto 1 – Solaio canonico a doppia orditura con trave maestra, travicelli, impalcato in tavole di legno e mensoloni di sostegno: si noti il riempimento della porzione superiore della trave principale con elementi in legno
Foto 2 – Tipico esempio di solaio alla toscana a orditura doppia: si noti il riempimento della porzione superiore della trave principale con scaglie di mattoni intonacati
Per minimizzare la luce delle travi, e perciò ridurre convenientemente la loro sezione resistente, l’orditura principale è sempre parallela al lato corto della stanza.
Le essenze utilizzate dipendono strettamente dalle consuetudini e dalle disponibilità locali: nei solai più ricchi sono comuni le travi e i travicelli in rovere, castagno o noce; mentre negli edifici minori troviamo anche il pioppo, il pino o l’abete. Non è raro infine l’uso di travi di reimpiego, attestato anche in edifici di assoluto pregio come il Palazzo Medici Ricciardi di Firenze.
Nei solai più elaborati è inoltre presente una ricca serie di elementi accessori, sia strutturali che decorativi. Per ridurre la luce libera delle travi e migliorarne il collegamento con la muratura si possono ad esempio inserire sotto le testate alcune mensole di legno (o assai più raramente in pietra) inserite in appositi alloggiamenti ricavati nella muratura, spesso riccamente decorate a intaglio (Foto 3 e 4), pittura o doratura. Nei solai più poveri le mensole vengono talvolta sostituite da spezzoni in legno a 45° chiamati saettoni (Foto 5).
Foto 3 – Ricco solaio a orditura doppia con mensole di legno intagliato sotto le teste delle travi principali. Firenze, Palazzo Davanzati
Foto 4 – Mensolone trecentesco con ricche decorazioni intagliate e lo stemma dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, originariamente inserita sotto alla testa di una trave principale
Foto 5 – Nei solai più poveri le mensole intagliate erano sostituite dai saettoni, semplici elementi in legno inclinati a 45°
Per migliorare l’appoggio dei travetti sulla muratura è invece attestato l’uso di vere e proprie travi di bordo, generalmente di sezione paragonabile ai travetti e a loro volta sorrette da piccole mensole rompitratta (Foto 6).
Foto 6 – Particolare del solaio in legno della Foto 2: si notino le mensole di pietra a sostegno della trave di bordo e le tavole di legno dipinto a chiusura dello spazio risultante sopra la trave principale
A completamento del tavolato e dei travetti abbiamo poi le bussole, tavole di legno a 45° poste a chiusura dello spazio tra l’estradosso delle travi principali il tavolato (Foto 7), e i regoli coprifilo, detti anche regoli per convento oppure a Ferrara cantinelle. Si tratta di sottili listelli in legno a sezione rettangolare o trapezoidale che chiudono le fessure tra le assi del tavolato allo scopo di impedire la caduta di polvere e terriccio dal massetto soprastante (Foto 8 e 9).
Foto 7 – Bussole di legno decorate con animali, putti, stemmi araldici e la data di realizzazione (1498) in un pregevole solaio rinascimentale del Palazzo Ducale di Sassuolo (Modena). Foto di Alessandro Ticci
Foto 8 – Particolare di un solaio a orditura doppia con regoli per convento e travi maestre con fodera di tavole lignee nel Castello di Bazzano (Bologna)
Ulteriori elementi di abbellimento sono le fodere in tavole lignee per il rivestimento delle travi maestre (Foto 8) – soprattutto se di recupero – per nasconderne i difetti, e le cornici di raccordo tra esse e le pareti della stanza o i travetti e il tavolato (Foto 9).
Foto 9 – Particolare di un solaio a orditura doppia con regoli per convento e cornice di raccordo tra l’orditura lignea e le pareti perimetrali della stanza. Firenze, Palazzo Davanzati
La ricchezza e il pregio estetico dei solai sono dunque assai variabili.
Gli esemplari più poveri – generalmente destinati ad essere occultati da false volte o controsoffitti di canniccio intonacato – sono infatti composti da tronchi e rami d’albero semplicemente scortecciati e sgrossati ad ascia (Foto 10); mentre gli elementi dei solai più ricchi sono accuratamente squadrati, dipinti e arricchiti da borchie o rosette in legno, stucco o metallo: lo si nota ad esempio all’intradosso sia del tavolato che delle travi principali di un solaio di fine ‘400 nel Palazzo Ducale di Sassuolo (Modena – Foto 11 e 12).
Foto 10 – Esempio di solaio povero con travi costituite da tronchi d’albero semplicemente scortecciati e lavorati ad ascia
Foto 11 – Pregevole solaio rinascimentale nel Palazzo Ducale di Sassuolo (Modena) con travi composte, bussole, regoli per convento e decorazione pittorica sull’intera superficie. Foto di Alessandro Ticci
Foto 12 – Particolare del solaio della foto 11: si notino la rosetta e le piccole borchie dorate (molto probabilmente in ottone) all’intradosso della trave principale e nelle campiture tra i travetti. Foto di Alessandro Ticci
Principali tipologie dei solai in legno (Torna su)
Esistono tre tipologie di solai in legno, ciascuna delle quali comprende numerose variazioni.
Solai a orditura semplice – Si tratta dei solai più semplici in assoluto, generalmente adatti a coprire ambienti stretti e lunghi come porticati o corridoi: in questo caso l’orditura è formata da travetti con sezione grosso modo quadrata e lato di circa 8-10 centimetri con un passo analogo a quelli dell’orditura dei solai a orditura doppia (Foto 13).
Foto 13 – Solaio a orditura semplice di fattura recente (fine XIX secolo?) con travetti decorati in segati a quattro fili uso Fiume, visibile in un edificio di Kobarid (Slovenia)
Ne esistono due varianti:
il solaio alla veneziana, i cui travetti vengono sostituiti da vere e proprie travi a un passo assai ravvicinato (70-100 centimetri), sulle quali appoggia direttamente il tavolato: l’uso di questo sistema deriva probabilmente dalla necessità di irrigidire i solai in legno per evitare la formazione di lesioni sui pavimenti monolitici in pastellone o seminato;
il solaio a voltine, formato – in base alla luce da coprire – da travi o travicelli a un’interasse di circa un metro su cui si impostano piccole voltine a sesto molto ribassato che sostituiscono lo scempiato o le tavole di legno.
Solai a orditura doppia – Si tratta dei modelli più diffusi, già descritti nel paragrafo precedente e caratterizzati da un vario grado di complessità.
Anche la luce coperta è molto diversificata e risulta compresa tra circa 4 e 10 metri o più: simili realizzazioni sono possibili con l’uso di alberi secolari o di travi composte, cioè formate da un numero variabile di elementi lignei giuntati a incastro e chiodatura: i modelli più raffinati sono le travi composte in 6 pezzi tipiche dell’architettura rinascimentale ferrarese (Foto 14 e 15).
Foto 14 – Particolare di una trave composta a 6 pezzi in un pregevole solaio rinascimentale del Palazzo Ducale di Sassuolo (Modena). Foto di Alessandro Ticci
Foto 15 – Esempio di trave composta in sei pezzi, tipica dell’architettura rinascimentale ferrarese. Foto di Alessandro Ticci
Una variante abbastanza rara di questi solai, attestata nelle zone povere di legname o in ambienti molto larghi in mancanza di tronchi adatti, è il solaio ad arconi, in cui le travi maestre vengono sostituite da archi in pietra o mattoni su cui si imposta l’orditura secondaria (Foto 16).
Foto 16 – Esempio di solaio ad arconi con scempiato di mezzane
Solai a orditura tripla – Sono estremamente rari e riservati ad ambienti molto grandi o edifici specialistici come torri e campanili. La loro caratteristica peculiare è ovviamente la complessità della carpenteria, sempre di notevole spessore complessivo e formata da una o più travi maestre (orditura principale), un secondo ordine di travi più piccole (orditura secondaria) e infine dai travetti (orditura minuta o terziaria).
Foto 17 – Solaio a orditura tripla all’interno della Torre Ghirlandina di Modena
Un esemplare particolarmente interessante è visibile all’interno della Ghirlandina di Modena (Foto 17). La sua struttura ricorda da vicino la carpenteria di copertura delle altane, ma appiattita e resa bidimensionale: l’orditura principale è costituita da tre grosse travi (una rompitratta centrale e un’ausiliaria su ciascun lato) su cui si impostano sei travi più piccole, poggianti sulle pareti perimetrali e convergenti verso il centro. Le quattro travi provenienti dagli spigoli sono dotate anche di una sorta di cantonale su ciascun lato. òI travetti sono perpendicolari all’orditura principale e hanno una disposizione concentrica, con lunghezze decrescenti dalle pareti verso il centro. L’impalcato è invece un comune tavolato.
Bibliografia:
– Carla Di Francesco, Rita Fabbri, Fabio Bevilacqua, Atlante dell’architettura ferrarese. Elementi costruttivi tradizionali, Fondazione Carife, Ferrara, 2006;
– Manuale del recupero di Città di Castello, DEI Tipografia del Genio Civile, Roma, 2000.