Architettura

Ponti termici corretti negli edifici esistenti: perche’ e’ importante l’analisi

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Ponti termici corretti negli edifici esistenti: perche’ e’ importante l’analisi

I ponti termici corretti negli edifici esistenti sono lavori sempre più richiesti per il semplice motivo che oggi l’incidenza rispetto alle dispersioni è sicuramente più elevata rispetto a qualche anno fa. Negli anni del Dopoguerra, quando l’energia aveva dei costi più bassi rispetto a oggi, gli edifici venivano costruiti con materiali poveri di isolamento termico e, di conseguenza, le dispersioni erano elevate; quindi l’incidenza dei ponti termici su edifici aventi dispersioni elevate era modesta.

Al giorno d’oggi, gli edifici sono molto isolati e l’incidenza dei ponti termici risulta nettamente più elevata. Questo è dovuto principalmente al fatto che i ponti termici non sono molto cambiati rispetto alle costruzioni di qualche anno fa. Si precisa che le dispersioni sono decisamente più basse oggi rispetto a ieri, quello che invece è rimasto è la dispersione dovuta al solo ponte termico.

Ponti termici: come si valutano le correzioni

È difficile evitare del tutto i ponti termici negli edifici esistenti attraverso una ristrutturazione dell’isolamento termico dell’involucro.

Rispetto agli edifici nuovi ci sono molti vincoli geometrici e costruttivi.

La normativa cerca di indurre a una “correzione” dei ponti termici attraverso il confronto con la trasmittanza termica limite. In sostanza, bisogna necessariamente aumentare l’isolamento termico sull’involucro, aumentando, di conseguenza, l’incidenza del ponte termico. In alcuni casi questo comporta un peggioramento della situazione facendo diminuire la temperatura superficiale in alcune zone dell’involucro (intersezione tra due muri, spigoli, intersezione balcone-muro ecc.).

In queste situazioni, prima di scegliere la soluzione ‘facile’ di intervento solo con la tecnica dell’isolamento termico, è necessario prevedere e studiare soluzioni ad hoc che localizzino il fenomeno e ne riducano gli effetti (taglio termico del balcone, bancali isolati ecc.)

I consigli sui ponti termici riportati dalla UNI EN ISO 13788

Nella norma UNI EN ISO 13788 sono riportati alcuni criteri di intervento per modificare strutture risultate non idonee nella valutazione della condensa interstiziale. La norma descrive in maniera sintetica e speditiva alcune linee di intervento qualora l’oggetto di analisi non risulti idoneo secondo i criteri normativi.

Si riporta che, in linea generale, un migliore comportamento igrometrico della struttura può essere ottenuto intervenendo sulla disposizione degli strati secondo i seguenti criteri:

a. disposizione verso il lato più esterno degli strati aventi una maggiore resistenza termica;

b. disposizione verso il lato più interno degli strati caratterizzati da maggiore resistenza alla diffusione al vapore.

In generale, la soluzione con il cappotto isolante sul lato esterno garantisce il criterio a) mentre una barriera o un freno al vapore disposto sul lato interno dell’ambiente soddisfa il criterio b).

Se si mettono in pratica entrambe le soluzioni, secondo la norma si ha un migliore comportamento igrometrico della struttura.

La barriera al vapore

Si mette in evidenza che l’uso della barriera al vapore sicuramente da un lato impedisce al vapore di migrare verso l’esterno, scongiurando quindi eventuali condensazioni interstiziali all’interno delle strutture, ma dall’altro rende gli ambienti molto “ermetici” soprattutto con il diffondersi di infissi ad altissima tenuta. In altre parole, l’uso della barriera al vapore è necessario solo quando non se ne può fare a meno. Si raccomanda sempre una verifica della condensazione interstiziale quando si opta per tale scelta, anche nei casi in cui la normativa non la prevede.

Un’altra raccomandazione sulla barriera al vapore riguarda la sua posizione qualora sia presente uno strato isolante disposto sul lato interno. Spesso si sbaglia a posizionare la barriera inserendola, ad esempio, verso il lato più freddo dell’isolante, andando a peggiorare la situazione. La posizione corretta è sul lato interno tra la rifinitura interna (ad esempio, il cartongesso) e l’isolante.

La norma UNI EN ISO 13788 riporta delle raccomandazioni sull’uso della barriera al vapore; in aggiunta a quanto riportato sopra, è opportuno richiamare l’attenzione sul fatto che la presenza della barriera al vapore spesso comporta altri inconvenienti quali una riduzione dell’asciugamento estivo, perdita delle sue caratteristiche con il tempo e, al fine di aumentare la possibilità di smaltimento dell’acqua condensata, è anche possibile prevedere un’opportuna ventilazione con aria esterna. La ventilazione, purtroppo, è un altro aspetto che spesso viene trascurato per la risoluzione dei problemi dovuti alla condensazione superficiale e interstiziale mentre sarebbe opportuno prevedere idonei sistemi di ventilazione dell’aria per scongiurare tali fenomeni o semplicemente ricambiare aria agli ambienti quando è necessario.

 

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