Architettura
Cementine liberty: pavimenti tra storia, recupero e rivalutazione
Metodi di produzione, stili, modelli, forme di degrado e tecniche di recupero e manutenzione delle cementine liberty, affascinante finitura di inizio ‘900
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Le cementine liberty – o più semplicemente cementine – sono una tipologia di piastrelle a base di boiacca di cemento pigmentata messa a punto nella seconda metà del XIX secolo come alternativa più economica dei pavimenti a tarsia di marmo, in mattonelle di maiolica invetriata e dei terrazzi o pastelloni alla veneziana.
Sebbene all’epoca considerate poco nobili e dunque riservate quasi esclusivamente alle abitazioni borghesi o persino popolari, sono oggi una finitura assai preziosa, facilmente reperibile in particolare negli androni e nelle stanze principali (soggiorno, cucina e camera da letto) delle palazzine costruite tra la fine dell’800 e il 1930 circa. Il riferimento al liberty non è ovviamente casuale e riguarda due possibili fattori: la loro massiccia diffusione negli edifici in questo stile e il loro aspetto con tipiche decorazioni modulari e floreali utilizzate anche nella decorazione architettonica, nella produzione di vetrate artistiche ed oggetti d’uso, nell’arredamento e persino nella grafica pubblicitaria.
Il ritrovamento di un pavimento di cementine sotto a finiture più moderne e dozzinali risulta dunque un avvenimento positivo, che attribuisce una forte personalità e un fascino davvero vintage a qualunque ambiente.
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Sommario
Le piastrelle cementine: storia, modelli e tipi
Stile e composizione dei pavimenti in cementine
Pavimenti di cementine decorate con motivi di tappeto
Tecniche di produzione delle cementine
Degrado, recupero e manutenzione dei pavimenti in piastrelle cementine
Rilevare il sistema di posa prima di smontare il pavimento
La prima tipologia prevede essenzialmente la perdita di alcune piastrelle originali rotte o ammalorate, quasi sempre sostituite da integrazioni grossolane in malta cementizia, piastrelle di minore pregio – ad esempio marmette (Foto 24), clinker o gres industriale – oppure cementine di altro tipo: sono dunque il frutto di riparazioni alla buona, eseguite senza porsi troppe preoccupazioni per l’estetica del pavimento.
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Le piastrelle cementine: storia, modelli e tipi (Torna su)
Le cementine sono molto simili alla loro variante più povera, le marmette o piastrelle di graniglia, ma se ne differenziano per la superficie, che in queste ultime risulta caratterizzata da ciottoli in tinta unita oppure variopinti con tessitura casuale e di colore contrastante rispetto allo stucco delle fughe. Le cementine sono invece in tinta unita o caratterizzate da una graniglia a gralunometria molto più fine, tono su noto e difficilmente distinguibile a occhio nudo (Foto 1). Esistono tuttavia due modelli principali di piastrelle cementine: in tinta unita quasi sempre nei colori beige, rosso, giallo, marrone o grigio antracite (Foto 2), oppure con decori geometrici o floreali. Nel secondo caso la gamma dei colori è assai più ampia e comprende anche il verde, l’azzurro oppure il blu, il viola, il bianco e un’ampia gamma di sfumature neutre in grigio, bruno e marrone (Foto 3). Il decoro può inoltre essere singolo, cioè completo in ogni piastrella, oppure ripartito in varie mattonelle, quasi sempre quattro. Esistono inoltre delle piastrelle speciali con segmenti di bordure lineari oppure ad angolo retto. Il repertorio figurativo dei decori è molto vasto e comprende sostanzialmente motivi geometrici come linee, cerchi, quadrati e stelle di vario tipo (Foto 4 e 5); volute ed elementi floreali stilizzati (Foto 3) e infine greche e fasce lineari (Foto 6). Naturalmente, poiché le cementine vengono tuttora prodotte, si possono trovare anche decorazioni più moderne ad esempio ispirate allo stile op art degli anni ’80. Anche i formati più diffusi sono due: un quadrato con lato di circa 20-25 cm e un esagono con le stesse dimensioni. La posa in opera nei pavimenti originali avveniva normalmente senza fughe (cioè ponendo le piastrelle a diretto contatto reciproco) con uno strato di malta di allettamento in calce o cemento su un massetto dello stesso materiale.Stile e composizione dei pavimenti in cementine (Torna su)
L’aspetto dei pavimenti in piastrelle cementine è dunque molto variegato, ma gli stili più diffusi sono essenzialmente due:- Pavimenti di cementine in tinta unita – Possono essere di mattonelle esagonali o quadrate e presentano spesso semplici decorazioni ottenute accostando piastrelle di colori differenti in base a uno schema regolare. Nel caso delle cementine quadrate i motivi più comuni sono la scacchiera a due (Foto 2) oppure tre colori (Foto 7); le fasce alternate orizzontali, verticali o più raramente diagonali o infine la spina pesce o i motivi a X ottenuti alternando la posa diagonale nelle direzioni principali. Per le piastrelle esagonali i motivi più frequenti (e assai decorativi) sono costituiti da ampi fiori molto stilizzati (Foto 8), lo zig zag (Foto 9) o losanghe molto allungate. Non mancano inoltre i pavimenti mitch & match, in cui le piastrelle di vari colori appaiono accostate casualmente con un effetto patchwork.
Photogallery
Pavimenti di cementine decorate con motivi di tappeto (Torna su)
I pavimenti con motivi di tappeto sono invece più complessi e si articolano in tre porzioni principali:- il campo centrale di cementine decorate (Foto 10);
- una fascia di bordo costituita da una bordura spesso molto decorata;
- una o più zone di raccordo con le pareti della stanza o altre porzioni di tappeto eseguite con cementine in tinta unita, quadrate o più raramente esagonali (Foto 11).
Tecniche di produzione delle cementine (Torna su)
La produzione delle cementine è artigianale e viene fatta a mano pezzo per pezzo da esperti formatori. Il metodo di lavorazione è sostanzialmente semplice ma richiede varie fasi e alcuni strumenti basilari: un banco di lavoro in pietra o metallo con un incavo delle dimensioni corrispondenti a quelle delle cementine finite (Foto 14), una pressa idraulica e una matrice costituita da una griglia di listelli metallici che riproducono il decoro e dotati di maniglie per poterli sollevare (Foto 15). Per le cementine monocolore si usa invece una semplice forma di metallo simile agli stampi dei biscotti.Le fasi di produzione
Per prima cosa gli incavi del piano di lavoro vengono preparati cospargendovi sul fondo un letto di sabbiella per favorire il disarmo della piastrella terminata e quindi inserendovi lo stampo. Ogni piastrella risulta formata da due strati sovrapposti: un sottofondo di sabbia e cemento Portland con spessore di circa 12 mm, corrispondente al corpo della mattonella, e la finitura superficiale spessa 2 o 3 mm in boiacca di cemento colorato. Poi si procede al getto di quest’ultima semplicemente colando in ciascun settore dello stampo la boiacca del colore prescelto con una speciale paletta munita di beccuccio (Foto 16). Questa si ottiene semplicemente aggiungendo al cemento dei pigmenti spesso a base di terre colorate comunemente utilizzati anche per l’affresco o la pittura a calce (Foto 17).Rimuovere lo stampo
Una volta terminata questa operazione si procede alla rimozione dello stampo (Foto 18) e alla successiva esecuzione del sottofondo inserendo nello stampo una miscela di sabbia o ghiaiella fina e cemento asciutto in polvere. Lo spessore della piastrella viene quindi regolarizzato rimuovendo il materiale in eccesso con una stecca (Foto 19). Si pone quindi una sorta di telaio in legno intorno e sopra alla piastrella (Foto 20) e successivamente la si inserisce in una pressa per compattare efficacemente i due strati (Foto 21). Una volta estratta si procede al disarmo del telaio (Foto 22) e si pone la piastrella terminata su una rastrelliera verticale (Foto 23) per consentire al cemento di indurire e stagionare per almeno 28 giorni. Le piastrelle vengono infine trattate con spalmature di olio di lino per conferire alla loro superficie una certa brillantezza, idrorepellenza e resistenza alle macchie.Degrado, recupero e manutenzione dei pavimenti in piastrelle cementine (Torna su)
Analogamente alle altre tipologie di pavimentazione le forme di degrado delle cementine sono essenzialmente tre: lacune con esecuzione di integrazioni in materiali incongrui, rottura o scheggiatura degli elementi e infine erosione per calpestio (degrado da usura).
Foto 24 – Dopo l’esecuzione della superficie decorata si rimuove lo stampo prendendo per le apposite maniglie. Cortesia dell’azienda Kalòs Pavimenti Artistici (http://www.kaloscementine.it/)

Foto 25 – Pavimento con alcune cementine rotte o scheggiate per la caduta accidentale di oggetti pesati o l’assestamento del massetto sottostante

Foto 26 – Cementine con grave erosione da calpestio, che lascia trasparire il sottofondo grigio