Piano Transizione 4.0: dal Mise 7 miliardi per l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo
Arrivano notizie importanti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Innanzitutto, il Mise ha reso noto i dati relativi alle richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia, ai sensi del decreto Cura Italia e Liquidità. Ma non solo: il ministro Stefano Patuanelli ha firmato il decreto attuativo del Piano Transizione 4.0. Sul piatto, ecco 7 miliardi di euro per dar vita ad una nuova politica industriale del Paese, in grado di sostenere una veloce ripresa dell’economia dopo l’emergenza Covid-19. Di seguito, presentiamo le principali novità delle due misure, con numeri, analisi e progetti previsti dalla normativa.
I numeri del Fondo di Garanzia
Sono numeri importanti quelli relativi alle richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia. Come comunicano il Mise e Mediocredito Centrale, dal 17 marzo al 27 maggio 2020 sono state ben 413.442, per un importo di euro 19.183.866.825,52. La stragrande maggioranza delle domande (410.751) sono relative al decreto Cura Italia e Liquidità per un importo di euro 18.896.264.781,45. Nello specifico, ben 373.829 operazioni si riferiscono ai finanziamenti fino a 25 mila euro per i professionisti e le imprese. In questi casi, la copertura è al 100%. L’importo finanziato è di euro 7.728.508.992,13. Ricordiamo che l’intervento del Fondo è concesso automaticamente e le somme possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore.
Un investimento economico notevole
Ancora qualche cifra per rendere l’idea del volume degli investimenti economici che si stanno mettendo in campo in questo periodo. Tra questi: 441 operazioni di riassicurazione con copertura al 100% per finanziamenti di durata fino a 72 mesi; 59 operazioni con copertura del garante fino al 100% e copertura al 90% del Fondo; 9.157 interventi di garanzia diretta con copertura al 90% per finanziamenti di durata fino a 72 mesi. Ma non basta. Tra i dati snocciolati dal Ministero vi sono 13.412 operazioni di garanzia diretta, con percentuale di copertura all’80%; 7.479 domande di riassicurazione, con percentuale di copertura al 90%. Infine, 162 richieste sono riferite a imprese small mid cap con percentuale di copertura all’80% e al 90%; 3.755 con beneficio della sola gratuità della garanzia; 2.691 ai sensi della previgente normativa.
Rinegoziazione e/o consolidamento del debito
Altro capitolo importo concerne le operazioni di rinegoziazione e/o consolidamento del debito, ammissibili ai sensi del decreto Cura Italia e Liquidità. Ebbene, sono 2.457, con credito aggiuntivo di almeno il 10% del debito residuo e con incremento della percentuale di copertura all’80% o al 90%. In questo caso, la crescita del credito aggiuntivo è del 68%, passando da 290,6 milioni a 488,2 milioni di euro.
Il Piano Transizione 4.0
Il decreto attuativo del Piano Transizione 4.0 prevede la mobilitazione 7 miliardi di euro. Risorse da destinare alle imprese che punteranno sull’innovazione e gli investimenti green. Saranno premiati i progetti legati alla ricerca e sviluppo, alle attività di design e innovazione estetica, alla formazione 4.0. “Si tratta di settori decisivi – si legge in una nota del Mise – nei quali sarà sempre più fondamentale investire per favorire il processo di transizione digitale del nostro sistema produttivo. Anche nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale”. Il decreto, oltre a consentire alle imprese di condurre gli investimenti in corso e di programmare quelli successivi, definisce le modalità attuative del nuovo credito d’imposta per il periodo successivo al 31 dicembre 2019. In particolare, i principali campi di azione del Piano sono: il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali; il credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design; il credito d’imposta formazione 4.0
Investimenti in beni strumentali del Piano Transizione 4.0
L’obiettivo è supportare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali è riconosciuto nella misura del:
- 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro.
Per gli investimenti in beni strumentali immateriali, il credito d’imposta riconosciuto è:
- del 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 700.000. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.
Ricerca e sviluppo
La misura intende stimolare la spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica. Per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico, il credito d’imposta è riconosciuto in misura pari al 12% delle spese agevolabili. Il limite massimo è di 3 milioni di euro.
Per quanto concerne le attività di innovazione tecnologica, il credito d’imposta sarà pari:
- al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro;
- al 10% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro in caso di attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.
Infine, ecco le iniziative legate al design e all’ideazione estetica per la realizzazione di nuovi prodotti e campionari. I settori interessati sono il tessile e la moda, il calzaturiero, l’occhialeria, l’orafo, il mobile e la ceramica. In questi casi, il credito d’imposta riconosciuto sarà pari:
- al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro.
Formazione e Transizione 4.0
Agevolati gli investimenti delle imprese nella formazione del personale, in particolare per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Il credito d’imposta è riconosciuto in misura del:
- 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di 300.000 euro per le piccole imprese;
- 40% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 250.000 euro per le medie imprese;
- 30% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di 250.000 euro le grandi imprese.
La misura del credito d’imposta è aumentata per tutte le imprese. Fermo restando i limiti massimi annuali, al 60% nel caso in cui i destinatari della formazione ammissibile rientrino nelle categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati.

