Fisco e Tasse

Decreto Aiuti Quater, Legge di Bilancio e patto fiscale: le prossime tappe del nuovo Governo

Fondi per bollette, pensioni, Legge di bilancio, un bonus automatico per imprese, PNRR e bonus edilizi. Ecco alcune anticipazioni su cosa potrebbe contenere il Decreto Aiuti Quater
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Decreto Aiuti Quater, Legge di Bilancio e patto fiscale: le prossime tappe del nuovo Governo

Decreto Aiuti Quater e Legge di Bilancio. Il nuovo Governo dovrà reperire, in tempi brevi, circa 60 miliardi. Mentre la legge di Bilancio sarà di una trentina di miliardi ma conterrà anche un “fondo speciale” per affrontare eventuali emergenze legate al caro vita e al caro energia. Intanto il Premier lancia un  nuovo “patto fiscale” per un fisco più vicino ai liberi professionisti.

Il passaggio di consegne

La consuetudine vuole, che ogni volta che si assiste ad un cambio di Governo, si assiste ad un mix di continuità e discontinuità con l’esecutivo precedente. Il nuovo Governo, vista la situazione economica e geopolitica, dovrà agire con un certo pragmatismo, dimenticando magari i proclami elettorali, se non facilmente raggiungibili. Le prime indicazioni non tarderanno ad arrivare, visto anche i tempi contingentati e le scadenze imminenti alle porte.

Le direttrici su cui si baseranno le principali decisioni sono essenzialmente tre:

  1. politica energetica: il posizionamento della politica italiana su questo aspetto, si baserà sulla massima discontinuità. Mario Draghi aveva puntato tutto sulla proposta di un price cap generalizzato al gas. Obiettivo difficilmente raggiungibile, visto il profondo scetticismo di alcuni Stati. Il punto d’arrivo potrebbe essere un compromesso denoninato “corridoio dinamico”;
  2. incrementi dei prezzi dell’energia: la quasi sicura proroga delle misure in vigore fino alla fine dell’anno costerà circa 10 miliardi di euro e forse e sarà quasi inevitabile. In vista del 2023, è obbligatorio chiedersi se sia sostenibile proseguire su questa strada (sicuramente no) o  focalizzare gli aiuti su famiglie a basso reddito e sulle imprese più esposte alla concorrenza internazionale (opzione più probabile);
  3. indipendenza energetica: bisognerebbe intervenire maggiornamente sulle semplificazioni per l’installazione fonti rinnovabili (iter già avviato dal precedente Governo)  e sulla realizzazione delle infrastrutture necessarie (si pensi per esempio ai rigassificatori di Piombino e Ravenna). Da non dimenticare alcune aree di estrazione di gas che potrebbero ripartire (per esempio sul Canale di Sicilia e del Medio Adriatico); come anche aprire nuove strade “sperimentali”, come ad esempio quella del nucleare, su cui il neo ministro dell’ambiente ha già manifestato una certa apertura.

In cerca di fondi

La priorità per il nuovo Governo, sarà quella di varare in tempi brevi i provvedimenti “salva-famiglie utili a fronteggiare il caro-energia, ma anche tutelare la produzione delle imprese, già in grossa difficoltà a causa della contrazione delle spese e del tasso di inflazione.

Secondo alcune indiscrezioni trapelate e pubblicate su gli organi di stampa, la cifra da reperire si aggira sui sessanta miliardi. Questo sarebbe l’impatto complessivo delle prossime misure di finanza pubblica del nuovo Governo. Solo la legge di Bilancio per il 2023 ne conterrà circa una trentina di miliardi ma all’interno sarà previsto un “fondo speciale” di altri trenta miliardi per affrontare nel tempo le emergenze legate al caro vita e al caro energia.

Cgia di Mestre: servono 70 miliardi di euro per salvare bilanci e famiglie

Le cifre ipotizzati dal nuovo Governo, secondo un la Cgia di Mestre non potrebbe bastare. Per salvare i bilanci delle famiglie e delle imprese sarà necessario impiegare entro la fine dell’anno almeno 70 miliardi di euro. Lo sostiene la Cgia di Mestre che rileva come di questi, “35 per dimezzare il caro bollette e altrettanti, con la legge di Bilancio 2023, per non far decadere dal prossimo gennaio alcune misure introdotte dal governo uscente. La situazione è critica – per la Cgia – il nuovo Esecutivo dovrà fare l’impossibile per recuperare tutte queste risorse senza ricorrere ad un aumento del deficit, visto che, al massimo, potrà beneficiare su un “tesoretto” che potrebbe toccare i 25 miliardi di euro. Se non riuscirà a recuperarne altri 45, si rischia un 2023 molto complicato. Secondo le ultime previsioni, infatti, ben 6 province su 10 registreranno una crescita negativa“.

Riforme PNRR

In questa fase di approvvigionamento di fondi, vitale è l’approvazione delle riforme del Pnrr, perchè senza di esse, non si potrà ottenere la tranche dei 200 miliardi complessivi. Un grosso problema per il neoministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. C’è poi la questione delle pensioni e il superamento della legge Fornero. Il premier è propenso ad un piccolo sconto sull’età pensionabile, accoppiando la quota di anni di contributi a livello 41 a un minimo di 61 anni d’età. Sul fronte dei bonus edilizi, si avvierà una operazione di ottimizzazione. Salvo il Superbonus, solo per il prossimo 2023. Poi si avvierà una “cura dimagrante” nei confronti di tutti i bonus edilizi.

Il nuovo Decreto Aiuti Quater con il bonus in automatico

Il primo impegno del nuovo titolare dei conti italiani, Giorgetti, sarà un nuovo decreto-legge sulle bollette, il c.d. Decreto Aiuti Quater, che avrà come principale scopo, quello di estendere al mese di dicembre il sistema dei crediti d’imposta per gli acquisti dell’energia da parte di imprese e attività commerciali, oltre quello di calmierare i costi delle bollette luce e gas.

Questa volta, rispetto al precedente decreto aiuti ter, si ipotizza un meccanismo automatico per rafforzare il bonus sociale sulle bollette delle famiglie meno abbienti, con l’obiettivo prima di tutto di semplificarlo e renderlo automatico. L’idea è quella di garantire il bonus, che abbatte i rincari di energia elettrica e gas, a favore dei contribuenti con i redditi più bassi, scollegandolo dal parametro dall’Isee (il tetto ora è a 12mila euro) che deve essere richiesto dalle famiglie.

Il motivo di questa scelta è che secondo alcuni monitoraggi ministeriali, il meccanismo legato al reddito Isee, si è rivelato un ostacolo non piccolo all’utilizzo effettivo dell’aiuto, in quanto molte delle famiglie interessate non sono a conoscenza del bonus, nonostante sia indicato in bolletta, e quasi metà delle risorse stanziate non sono state per ora sfruttate.

Quindi il bonus dovrebbe arrivare direttamente a chi ne ha diritto anche senza fare richiesta. Ora si tratta solo di trovare un sistema per armonizzare delle soglie di reddito individuali collegandolo alle famiglie.

Un nuovo “patto fiscale”

In occasione del  discorso per la fiducia, tenutosi martedi 25 ottobre alla camera, il Premier ha fatto molti riferimenti alle tematiche economiche,  promettendo alle imprese di una “strutturale semplificazione e deregolamentazione dei procedimenti amministrativi per dare stimolo all’economia, alla crescita e agli investimenti“. Ha annunciato che allo studio anche incentivi all’assunzione con “un meccanismo fiscale che premi le attività ad alta densità di lavoro. Più assumi, meno paghi’, lo abbiamo sintetizzato, ma ovviamente questo non deve far venire meno il necessario sostegno all’innovazione tecnologica”.

Il “nuovo patto fiscale”, enucleato dal Premier, si basa sui seguenti punti:

  • riduzione della la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità;
  • riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato;
  • tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle PMI) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco;
  • “saldo e stralcio” che consenta di eliminare piccoli debiti del passato affidati alla Riscossione (le due edizioni precedenti hanno previsto limiti prima a mille e poi a cinquemila euro);
  • una nuova rottamazione che consenta di sistemare con lo sconto (sanzioni e interessi ridotti al 5%) i debiti con il Fisco più recenti;
  • lotta all’evasione fiscale accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che dovrebbe essere ancorata agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni.

Le misure in forse

Tra gli intenti, ci sarebbe anche quello di porre uno stop ai distacchi dei morosi delle bollette. Attualmente, le aziende elettriche, in caso di morosità, tagliano l’erogazione di energia elettrica e gas, dopo 41 giorni. Nei piani del nuovo Governo ci sarebbe la possibilità di introdurre una moratoria di almeno sei mesi. Il problema è stato sollevato a causa delle numerose richieste da parte dei consumatori sul tema. Proprio in materia di modifiche unilaterali dei contratti di fornitura energia, è stata già pubblicata una nota congiunta delle Autorità Arera e Agcm, che ha precisato che sono da considerarsi illegittimi tutti i tentativi di modifica unilaterale da parte del gestore, precedenti la scadenza naturale del contratto, salvo i casi in cui l’aggiornamento periodico della tariffa non sia già previsto dal contratto. Per la risoluzione dei contratti per “eccessiva onerosità” (come previsto dall’articolo 1467 Codice civile) non può essere stabilita autonomamente dal venditore ma deve essere autorizzata dal Giudice. La moratoria è da considerarsi una misura in fase di valutazione da parte del Governo

Infine, molto probabilmente, non ci sarà un altro bonus una tantum da 150 euro contro l’inflazione, perché l’obiettivo è tenere maggiori risorse da utilizzare per la legge di Bilancio 2023.

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