Porti, aeroporti e autostrade: un passo verso le emissioni zero

L’Italia sta lavorando alla transizione energetica delle proprie infrastrutture di trasporto. Tre recenti iniziative – nei porti di Bari e Brindisi, all’aeroporto di Fiumicino e lungo la rete autostradale dell’Alto Adriatico – delineano un modello integrato di sostenibilità basato su elettrificazione, autoproduzione da rinnovabili ed efficientamento.
Porti di Bari e Brindisi: cold ironing e fotovoltaico integrato
La gara da 28 milioni di euro aggiudicata al RTI Consorzio Stabile Cantiere Italia – Acreide di Napoli prevede l’elettrificazione delle banchine per ridurre drasticamente le emissioni delle navi in sosta. Gli interventi interessano la Banchina 10 del porto di Bari e l’approdo di Punta delle Terrare a Brindisi, con un finanziamento sul Programma di Azione e Coesione 2014-2020, complementare al PON Infrastrutture e Reti.
Grazie ai sistemi di cold ironing le navi potranno collegarsi direttamente alla rete elettrica, riducendo fino al 98% le emissioni di ossidi di azoto, all’85% quelle di polveri sottili e al 40% le emissioni di CO₂ durante le soste. È prevista inoltre l’integrazione di impianti fotovoltaici a supporto dei consumi energetici delle banchine.
Transizione energetica infrastrutture e fotovoltaico in autoconsumo: gli aeroporti in Italia diventano green
L’estate 2025 è stata la prima che all’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino ha visto la quasi piena operatività del nuovo impianto fotovoltaico in autoconsumo inaugurato nella prima parte dell’anno. Si tratta del più grande realizzato in uno scalo europeo e tra i più estesi a livello globale. Frutto di una gara pubblica europea vinta da Enel X in collaborazione con Circet, si sviluppa lungo la Pista 3 e conta 54.800 pannelli solari per una potenza complessiva di circa 30 MWp.
La produzione annua stimata è pari a circa 50 GWh, che consentirà di evitare l’emissione di oltre 20.000 tonnellate di CO₂ l’anno, contribuendo in modo determinante al raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica che Aeroporti di Roma ha fissato al 2030. L’impianto, che raggiungerà la piena operatività entro il 2025, ridurrà la dipendenza dalle fonti fossili e la vulnerabilità alle oscillazioni dei mercati energetici, rafforzando al tempo stesso la resilienza e l’autonomia dello scalo.
Nel frattempo, progetti analoghi sono in via di studio e programmazione in altri scali italiani. L’Amerigo Vespucci di Firenze, che sta anche lavorando al progetto dell’ampliamento con un nuovo terminal, installerà un impianto fotovoltaico nella zona est dell’aeroporto, dove particolare attenzione è prestata alle questioni di sicurezza e ai riflessi sul traffico aereo.
Più a sud, lo scalo Salerno-Pontecagnano “Costa d’Amalfi e del Cilento” è da anni al centro di un piano di sviluppo che prevede anche l’ampliamento del gruppo composto da Deerns, Atelier(s) Alfonso Femia, Od’a Officina d’Architettura, planeground airport consulting, Techproject e Sun Flower Engineering. La copertura del nuovo terminal sarà ricoperta di pannelli solari che copriranno parte del fabbisogno energetico dello scalo.
Autostrade Alto Adriatico: parco fotovoltaico e comunità energetiche
Spostandosi infine decisamente più a nord, un altro progetto riguarda la rete autostradale. Autostrade Alto Adriatico sta infatti lavorando alla fattibilità di un parco fotovoltaico destinato alla produzione di energia a servizio di comunità energetiche rinnovabili, in collaborazione con il Gestore dei Servizi Energetici. L’iniziativa sfrutterebbe le aree residuali lungo le fasce di rispetto autostradali e gli spazi interni di svincoli e raccordi, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente i costi energetici della concessionaria e di redistribuire i benefici alle comunità locali.
Attualmente il consumo annuo della società è di 10,5 GWh, in calo del 10% rispetto al 2016, nonostante l’aumento del numero di punti di consegna. Il 95% dell’illuminazione è già a LED e la produzione da fotovoltaico ha raggiunto i 325 MWh annui. Il nuovo parco solare, con una potenza stimata tra i 10 e i 15 MWp, potrebbe generare fino a 20 GWh annui, coprendo il fabbisogno attuale e consentendo di evitare circa 7.000 tonnellate di CO₂ all’anno.
Transizione energetica delle infrastrutture: l’Italia verso la neutralità climatica
L’integrazione di cold ironing nei porti, impianti fotovoltaici in autoconsumo negli aeroporti e comunità energetiche nelle autostrade si muove verso una progressiva decarbonizzazione delle infrastrutture italiane, trasformando porti, aeroporti e autostrade in veri e propri hub di produzione e gestione dell’energia rinnovabile.
In mancanza di un piano nazionale, il successo dipenderà dalla rapidità degli iter autorizzativi, dal coordinamento tra istituzioni e operatori privati e dalla capacità di replicare e scalare le soluzioni. Se adeguatamente sostenute, contribuiranno in raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030 e dal Green Deal europeo, rafforzando la resilienza energetica dei territori.