Energie rinnovabili
Impianto fotovoltaico galleggiante: in Svizzera la prima centrale dell’arco alpino
Dal 2019, un esperimento a 1.810 m di quota porta la produzione di energia fotovoltaica su piattaforme galleggianti anche nelle Alpi Svizzere. Il report tecnologico dell’opera
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Sfruttare i bacini idrici montani per una produzione integrata di energia sostenibile. È questa l’idea dell’Ing. Guillaume Fuchs, che nelle Alpi svizzere del Vallese ha realizzato un impianto fotovoltaico galleggiante. Al Lac des Toules presso Bourg-Saint-Pierre (45° 55′9″ N7° 11′56″ E), Alpine Pennine svizzere, questo parco solare composto da 1.440 pannelli fotovoltaici si abbina alla diga che ne definisce l’invaso, producendo circa 818.000 kWh/anno.
Dunque, oltre alla più tradizionale produzione di energia elettrica da centrale idroelettrica, la quale sfrutta la corrente e la portata degli invasi fluviali alpini, ora si abbina anche il fotovoltaico galleggiante a pelo d’acqua. A seguire, il report tecnologico della soluzione tecnica ideata dall’ingegnere meccanico, nonché Project Manager, Guillaume Fuchs, dopo oltre 6 anni di studi e test da parte di Romande Energie Group.
Tali prestazioni sono ulteriormente incrementate dalle basse temperature di esercizio date dal contesto alpino, precedentemente indicate. Inoltre, essendo ogni pannello bifacciale, tale configurazione ne aumenta la possibilità di produzione di energia elettrica, grazie alla riflessione dei raggi solari sulla superficie del fluido. Inoltre, la presenza costante di acqua e la sua evaporazione può ridurre il rischio di surriscaldamento dei pannelli fotovoltaici. Tali indicazioni sono rese evidenti grazie ai dati registrati nel primo anno di esercizio, iniziato nell’Ottobre 2019.
In secondo luogo, vi sono gli alti costi di realizzazione dell’impianto in quota e della movimentazione degli elementi mediante l’impiego di mezzi speciali, dunque potenzialmente più onerosi. Inoltre, andrebbero ponderati anche i costi di manutenzione dell’impianto, date le condizioni ambientali estreme a cui è soggetto e a cui espone i manutentori, seppur non in presenza di un moto ondoso sensibile delle acque dell’invaso.

Impianti fotovoltaici galleggianti in Svizzera – courtesy Romande Energie
Caratteristiche tecniche del parco solare galleggiante
Il parco fotovoltaico è composto da 1.440 pannelli complessivi, con struttura reticolare spaziale in acciaio tubolare progettata da Poralu Marine, la quale è ancorata al fondale lacustre. Disposti secondo una scacchiera interconnessa fatta di 36 settori galleggianti, ognuno conta di 40 pannelli, ossia di 8 elementi per ciascuna fila per un totale di 5 allineamenti. Essi poggiano su cassoni galleggianti in polietilene ad alta densità, di colore nero. Gli elementi furono portati in quota, già parzialmente assemblati, mediante l’utilizzo di un elicottero in 2 tornate e poi solidarizzati tra di loro grazie all’impiego di piccole imbarcazioni, in un arco temporale di 10 mesi. Venne realizzato mediante un investimento iniziale di 2,35 milioni di franchi svizzeri, pari a circa 2,17 milioni di euro anche grazie ai benefici del GRU (Grande Remunerazione Unica) della Confederazione. Oggi, tale impianto permette la produzione di circa 818.000 kWh/anno. Ogni pannello possiede un’inclinazione pari a 37°, in grado di assicurare il corretto smaltimento della precipitazione nevosa. E, al contempo, di mantenere standard di rendimento ottimali (fino al 20%). L’impianto è realizzato mediante una concezione adattativa al contesto, in grado dunque di seguire le condizioni climatiche che determinano la variazione di stato dell’elemento acquoso che costituisce l’invaso. Infatti, durante le ghiacciate invernali, l’impianto è in grado di sollevarsi per una quota pari a +60 cm rispetto alla superficie, mediante un sistema di galleggianti. In estate, invece, a causa delle ridotte portate degli affluenti e dell’evaporazione, questi può adagiarsi sul fondale lacustre senza compromettere il suo funzionamento.I benefici della realizzazione dell’impianto fotovoltaico galleggiante svizzero
I benefici derivanti da questo progetto sperimentale sono molteplici, a partire dalla riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili nel territorio elvetico e della CO2 emessa. Nonostante la rilevante escursione termica in termini assoluti (-25 °C; +30 °C) e con venti fino a 120 km/h, l’impianto parrebbe beneficiare anche di altre positività date dalla quota (+1.810 m.s.l.m.) e dalla localizzazione geografica. Infatti, grazie ad un maggiore irraggiamento dovuto ad una ridotta strato atmosferico (sulle Alpi fino a 1.600 kWh/m²), così come ad un effetto albedo della neve che aumenta la riflessione dei raggi incidenti, l’impianto ha rese fino ad un +45% migliori rispetto ad un omologo localizzato in pianura e su terra.
Impianti fotovoltaici galleggianti in Svizzera – courtesy Poralu Marine
Possibili problematiche per impianti fotovoltaici galleggianti
Le prospettive future dell’impianto sono quelle di estendere la sua superficie produttiva dai 2.240 m2 attuali fino a raggiungere circa il 35% dell’invaso artificiale, il quale conta di un’area di circa 0,61 km2. Ciò consentirebbe di produrre fino a 22 milioni di kWh/anno, su di un’area pari a 67.000 m2. Potenzialmente, a seconda quanto riferito dall’Ing. Fuchs, altri 10 laghi svizzeri sarebbero utilizzabili ai fini della produzione di tale tipo di energia pulita. Tuttavia, nonostante il positivo accoglimento da parte dell’opinione pubblica, alcune critiche insorgono relative a diversi fattori. In primis, vi è il depauperamento visivo di queste aree in termini estetico-percettivi, nonostante le valutazioni di impatto ambientale condotte. Possibili soluzioni alternative suggeriscono l’installazione di pannelli per la produzione di energia elettrica a fini domestici o per acqua calda sanitaria sulle coperture delle abitazioni private, lasciando dunque l’approccio al lago al grado zero di utilizzo.
Impianti fotovoltaici galleggianti in Svizzera – courtesy Corriere della Sera