Energie rinnovabili

Pubblicati bandi PNRR da 50 mln di euro per ricerca nell’idrogeno verde

Pubblicati sul sito del Ministero della Transizione ecologica i bandi per assegnare i fondi del PNRR su progetti di ricerca e sviluppo in materia di idrogeno
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Pubblicati bandi PNRR da 50 mln di euro per ricerca nell’idrogeno verde
In arrivo i fondi PNRR per la ricerca nell’ambito dell’idrogeno verde Investire in energia e puntare sulle fonti rinnovabili e green: questo è uno degli obiettivi principali del PNRR, che giocherà un ruolo cruciale nell’ambito dei programmi di transizione ecologica avviati dall’Italia, in linea con le direttive Ue. Così, in un momento dove la parola diversificazione e approvvigionamento energetico sono al centro del dibattito geopolitico, sul sito del Mite sono stati pubblicati i bandi per 50 milioni di euro, destinati alla ricerca e allo sviluppo in materia di idrogeno verde.

Fondi PNRR idrogeno, a chi sono destinate i 50 milioni

Gli avvisi pubblici per la selezione di progetti di ricerca nel settore dell’idrogeno si riferiscono tutti all’investimento M2C2 3.5, che prevede di assegnare:
  • 30 milioni di euro per progetti di ricerca sviluppati dalle imprese;
  • 20 milioni di euro per progetti di organismi di ricerca pubblici (enti e università).
Nello specifico, le proposte saranno considerate ammissibili se riguarderanno progetti relativi a:
  • produzione di idrogeno verde;
  • tecnologie innovative per lo stoccaggio e il trasporto;
  • celle a combustibile per applicazioni stazionarie o di mobilità;
  • sistemi intelligenti per la gestione delle infrastrutture basate sull’idrogeno.
I finanziamenti vanno da un minimo di 2 milioni di euro a un massimo di 4 e possono essere richiesti sia da enti pubblici che privati, ma con un’unica differenza: i progetti presentati da soggetti pubblici saranno finanziati al 100%, mentre quelli privati dal 25 all’80%, a seconda della tipologia di progetto e della dimensione dell’impresa. Le domande di agevolazione e la documentazione indicata nei relativi bandi pubblicati sul sito del Ministero per la Transizione Ecologica devono essere presentate, pena l’invalidità e l’irricevibilità, dall’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) del soggetto proponente all’indirizzo PEC rsh2A@pec.mite.gov.it entro le ore 10.00 del 09 maggio 2022.

Idrogeno verde: l’alternativa ecosostenibile per accelerare la decarbonizzazione

Decarbonizzare il pianeta è uno degli obiettivi che i paesi di tutto il mondo si sono posti per il 2050. Riuscirci è un’impresa, provarci un dovere. Una chiave di volta, per raggiungere un risultato che sia più che sufficiente, è rappresentata dalla decarbonizzazione della produzione di un elemento come l’idrogeno, in quanto attualmente responsabile di più di 2% del totale delle emissioni globali di CO2. Da qui l’idea – e l’impegno – di investire in idrogeno verde.

Ma cos’è l’idrogeno green, e come si ottiene?

La produzione di idrogeno verde si basa sulla generazione di idrogeno, un combustibile universale, leggero e altamente reattivo, attraverso un processo chimico noto come elettrolisi. Questo metodo utilizza una corrente elettrica per separare l’idrogeno dall’ossigeno nell’acqua. E se l’elettricità è ottenuta da fonti rinnovabili si riesce a produrre energia senza emettere anidride carbonica nell’atmosfera. L’idrogeno, inoltre, è l’elemento chimico più abbondante in natura ed è una fonte di energia pulita che emette solo vapore acqueo e non lascia residui nell’aria, a differenza del carbone e del petrolio. La sua produzione è sostenibile al 100%: l’idrogeno verde infatti non emette gas inquinanti né durante la combustione né durante la produzione. Un secondo aspetto da tenere in considerazione, è che l’idrogeno è facilmente stoccabile, il che gli consente di essere utilizzato successivamente per altri scopi e in momenti diversi da quelli immediatamente successivi alla sua produzione. Infine, l’idrogeno verde può essere trasformato in elettricità o gas sintetico e utilizzato per scopi domestici, commerciali, industriali o di mobilità. Per di più, essendo trasportabile, può essere miscelato con gas naturale in rapporti fino al 20% e viaggiare attraverso le stesse condutture del gas e le stesse infrastrutture. Con l’aumento di questa percentuale basterebbe agire modificando alcuni elementi nelle reti del gas esistenti per renderle compatibili con la nuova produzione.
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