Dal MASE in arrivo 38 milioni per le Comunità energetiche rinnovabili

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica finanzierà più di 38 milioni di euro di fondi per tutte le Regioni italiane da destinare a progetti esemplari di produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli interventi dovranno riguardare impianti di produzione, anche abbinati a sistemi di accumulo, con particolare riferimento alla promozione di tutte le forme di autoconsumo dell’energia. Il provvedimento sottolinea che i progetti “possono anche essere inseriti in configurazioni di autoconsumo collettivo o Comunità energetiche rinnovabili”.
I fondi saranno ripartiti in proporzione alla “potenza obiettivo” che le stesse amministrazioni devono raggiungere con il decreto “aree idonee”. Come afferma il ministro Gilberto Pichetto, l’erogazione di nuovi fondi rappresenta “un segnale per spingere il territorio, partendo dal buon esempio del pubblico, allo sviluppo delle fonti rinnovabili nelle aree idonee, in linea con gli obiettivi del PNIEC“.
Fondi energia da fonti rinnovabili: il progetto
I progetti dovranno essere realizzati dalle amministrazioni pubbliche su proprie aree. L’obiettivo è assicurare un’attività di divulgazione dell’iniziativa che possa promuovere l’accettazione pubblica e lo sviluppo di fonti rinnovabili. In particolare, l’autoconsumo singolo e collettivo, tra cui spiccano le CER.
Un progetto, quello delle Comunità energetiche rinnovabili, al quale il Ministero tiene particolarmente. Basti ricordare, infatti, che proprio all’inizio del 2025 il MASE ha dato il via ai primi One Stop Shop (OSS) a livello nazionale: punti operativi aperti al pubblico per fornire informazioni sulle energie rinnovabili e la riqualificazione energetica, con particolare attenzione allo sviluppo delle CER.
Ricordiamo che il Governo ha varato una tariffa incentivante sull’energia prodotta e autoconsumata, cui si può aggiungere, nei comuni sotto i cinquemila abitanti, un contributo in conto capitale a valere sulle risorse PNRR.
Decreto attuativo e ritardi burocratici
Il 23 gennaio 2024 ha visto la luce il decreto attuativo riguardante le modalità di incentivazione per l’energia condivisa per le comunità energetiche e le configurazioni di autoconsumo collettivo normate dal Decreto 199/2021. Un mese dopo, il MASE ha approvato le regole per l’accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso e al contributo PNRR, attraverso un decreto direttoriale pubblicato sul sito del GSE. Un contributo legislativo fondamentale per un settore in profonda evoluzione e al centro dei progetti di transizione energetica del nostro Paese.
Come ricorda un recente report di Legambiente, stando ai dati del GSE, sono oltre 150 le forme di energia condivisa in Italia, tra comunità energetiche rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo. Numeri che avrebbero potuto essere molto più alti, secondo Legambiente, se non vi fossero stati intoppi e ritardi burocratici vari.
I numeri delle CER
Secondo i numeri che il MASE ha indicato alla Commissione europea nella notifica del decreto, le tariffe incentiveranno circa 210 mila iniziative, con 2 milioni di aderenti. Il contributo in conto capitale supporterà circa 85 mila progetti di autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili. Per le tariffe incentivanti è previsto un costo di 175 milioni di euro all’anno, per un totale di 3,5 miliardi di euro in 20 anni, finanziato con la componente Asos della bolletta.
La CER è un soggetto giuridico autonomo al quale possono partecipare cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le associazioni con personalità giuridica di diritto privato, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale. L’obiettivo è condividere l’energia elettrica prodotta da impianti a fonte rinnovabile.