I lavoratori nel settore rinnovabili sono raddoppiati in 10 anni su scala globale
                                Secondo la decima edizione del report Renewable Energy and Jobs: Annual Review 2023, il numero di lavoratori nel settore delle energie rinnovabili su scala globale è raddoppiato in dieci anni, dal 2012 al 2022. Addetti: 7.3 milioni nel 2012 e 13.7 milioni nel 2022, con un aumento di 1 milione rispetto al 2021 e un tendenza alla crescita continua che porta a presumere che anche nell’anno in corso, i cui dati saranno contenuti nell’undicesima edizione del report, si sia verificato un ulteriore incremento.
Il dossier Renewable Energy and Jobs: Annual Review 2023 è il prodotto della collaborazione tra le due agenzie International Renewable Energy Agency (IRENA) e International Labour Organization (ILO). Oltre a studiare la situazione in essere, le agenzie intendono incentivare la transizione ecologica nel settore energetico, mediante azioni informative, linee guida, collaborazioni con enti e privati.
Il tratto fondamentale che emerge esulando dai puri dati (spesso troppo “freddi” se non interpretati) è come a un incremento quantitativo degli occupati debba associarsi un miglioramento qualitativo delle condizioni di lavoro e dell’approccio generale al tema dell’economia circolare. Per spingere i giovani di oggi a cercare un impiego in aziende verdi ed enti pubblici improntati sulla sostenibilità, è fondamentale assicurare un ambiente lavorativo fertile, sicuro, equo e retribuzioni adeguate. La “circolarità” energetica può così farsi circolo virtuoso a livello socioeconomico: forza lavoro qualificata porta a migliori risultati d’insieme e a nuovi investimenti; un settore solido, stabile, etico e con grandi margini per autorealizzazione e carriera non può che incentivare maggiori candidature occupazionali.
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Documento Energie Rinnovabili: i dati salienti
Tornando ai dati emergenti, va segnalato come il fotovoltaico sia il ramo del settore energetico rinnovabile a impiegare il maggior numero di persone, con 4.9 milioni di addetti al mondo, più di un terzo della forza lavoro verde complessiva. Seguono l’idroelettrico e biocarburanti, con un numero di addetti simile (2.5 milioni per entrambe le categorie produttive). L’eolico occupa, al 2022, 1.4 milioni di persone.
I numeri, come si vede, sono consistenti ma ancora molto ridotti rispetto al totale degli occupati nel settore dell’energia (65 milioni al mondo al 2019). Per incentivare la crescita, va favorita una maggiore diffusione dei modelli di economia circolare. Al momento le industrie rinnovabili sono concentrate in pochi aree e Stati che ne direzionano produzione e mercati: Cina (41% del totale mondiale, coi problemi geopolitici connaturati a rischi monopolistici in particolare nel fotovoltaico), Unione Europea, Stati Uniti, Brasile e India. Qui è presente la gran parte delle installazioni industriali, oltre agli hub per la ricerca e sviluppo, ai centri di eccellenza per l’insegnamento e per la diffusione delle buone pratiche.
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Le prospettive per i lavoratori del settore rinnovabili
Per stimolare una transizione verde diffusa, l’ILO ha diramato delle Linee Guida per una Transizione Equa e Sostenibile. Tra i cardini: coinvolgere giovani, minoranze e gruppi sociali marginalizzati e abbattere il divario di genere. Al momento gli uomini detengono la grande maggioranza delle posizioni lavorative nel settore delle energie rinnovabili (circa i due terzi degli occupati). Il ramo con la distribuzione occupazionale più equa è quello delle tecnologie solari, col 40% di donne occupate.
I grandi decisori mondiali non stanno a guardare, pur in un delicato equilibrio di pesi e contrappesi geopolitici. Al G20 si è trovato un accordo per triplicare la capacità mondiale nelle energie rinnovabili al 2030. Le sfide restano tante: conciliare potenziamenti produttivi con migliori condizioni di lavoro, abbattere le disuguaglianze, spingere la crescita macroeconomica attraverso la modulazione corretta di interventi a livello regionale, vincere le resistenze dei modelli di produzione più radicati e tradizionalisti, diramare leggi e linee guida chiari e che fungano non da ostacolo ma da incentivo per la transizione. Non smettere, soprattutto, di cercare nuove soluzioni per un Mondo più sostenibile ed equo attraverso il dialogo tra tutte le parti sociali: Entità sovranazionali, Stati, enti, aziende e, in particolare, l’azione dei singoli individui.
Qui una storia interattiva sul decennio di crescita delle energie rinnovabili
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